Nel lontano 614 un umile monaco irlandese di nome Colombano presidiò con la forza della fede un remoto angolo dell’Appennino, lungo la valle del fiume Trebbia. Senza la costante azione di questo monaco Bobbio non sarebbe quella che è, con la fama della sua abbazia che nei secoli ha superato confini ben più aspri di queste montagne. Attorno al centro religioso sorse un villaggio, poi un borgo con isolati di forma irregolare.
La visita del centro storico inizia dalla piazza S. Francesco preceduta dal santuario della Madonna dell’Aiuto, del 1621. Pure prospicienti alla piazza sono la chiesa e il convento dì S. Francesco, fondati nel corso del sec. XIII, poi ricostruiti. Da uno dei vertici di piazza S. Francesco si entra nella contrada di Porta Nuova, spina commerciale del centro storico, a circa metà della quale, sulla destra, sì diparte via del Pozzo che immette nella piazza S. Fara. Vi prospetta il vasto complesso monastico con la parte absidale della basilica di S. Colombano; poi una lunga loggia colonnata, progettata nel 1570 da Ambrogio Primi, già dormitorio monastico, oggi sede del Museo dell’abbazia che espone reperti archeologici di epoca romana, corredi rinvenuti nei sepolcri della primitiva basilica dl Agilulfo e ornati della basilica stessa. Lungo la via Sopramura, si perviene all’imbocco del Ponte Vecchio, gettato sulla Trebbia, l’icona forse più diffusa e celebrata di Bobbio. La parte alta di Bobbio è invece dominata dal castello, eretto nel 1440 da Pietro Dal Verme, con resti della porta d’ingresso delle mura e con un poderoso mastio.
Perché Bandiera Arancione:
“La località si distingue per l’armonia e la buona conservazione del centro storico e offre al turista numerosi punti di interesse storico-culturali ben segnalati. Il borgo promuove anche numerose manifestazioni ed eventi che si svolgono lungo tutto il corso dell’anno.” Paolo, ghost visitor TCI