Localizzati tra Parma e Modena, questi tre borghi sono visitabili nell’arco di un fine settimana, per scoprirne e apprezzarne la storia, la cultura, la natura e ovviamente i sapori della regione che da sempre è nota per il buon mangiare e bere. Luoghi autentici che conservano ancora tradizioni enogastronomiche straordinarie, dove riscoprire la qualità della vita all’insegna della lentezza e del turismo sostenibile.
Di seguito riportiamo le tappe del tour con cenni sui luoghi storici da visitare, i ristoranti dove assaggiare le specialità locali e gli hotel dove soggiornare in occasione di una prossima visita.
BUSSETO (PR)
Località della Bassa Parmense, un tempo capitale dello stato dei marchesi Pallavicino, tutto o quasi ruota intorno alla figura di Giuseppe Verdi. Al celebre compositore, nato nella frazione di Roncole nel 1813, sono dedicati la piazza principale, dominata da una sua statua, e il Museo Verdiano all’interno di Casa Barezzi, dove il giovanissimo Verdi venne accolto e supportato da Antonio Barezzi, che diventò suo mecenate e gli permise di continuare gli studi di musica a Milano. Da non perdere anche una visita alla rocca Pallavicino (di fronte a casa Barezzi) che ospita gli uffici comunali e al primo piano il Teatro Verdi ricavato nello spazio di un preesistente antico teatrino privato. Nel teatro che porta il suo nome, inaugurato nel 1868, il maestro non vi mise mai piede perché contrario alla sua costruzione in una piccola cittadina come Busseto, e perché in forte discordia con gli abitanti di Busseto che non approvavano la sua relazione con la cantante lirica Giuseppina Strepponi.
Se decidete di visitare Busseto passeggiate tra le vie del borgo, caratterizzato da un centro storico con palazzetti, case d’epoca colorate e lunghe vie con portici medievali come via Roma, la strada principale dove verrete rapiti dagli invitanti profumi di Culatello, Lambrusco e Parmigiano provenienti dai numerosi negozi e locali. Per una sosta gustosa consigliamo vivamente di fermarvi alla Salsamenteria Storica e Verdiana Baratta, una sorta di bottega museo straripante di ricordi e cimeli legati a Verdi, come lo spartito originale de La Traviata, il suo primo pianoforte, ritratti, onorificenze e oggetti personali che ricoprono le pareti e il soffitto del pittoresco locale. Seduti su tavoli di legno, e sulle note delle musiche verdiane, potrete gustare eccezionali salumi locali come il Culatello, il prosciutto di Parma, lo strolghino, la spalla cotta e il lardo pancettato, accompagnati dal tipico gnocco fritto, Parmigiano Reggiano, salse artigianali, pomodori e frutta secca. Qui, il tipico vino rosso frizzante, il Lambrusco, viene ancora servito in scodelle di ceramica bianca e il cibo si consuma rigorosamente con le mani su fogli di carta gialla.
A pochi chilometri da Busseto, a Roncole Verdi, vale la pena di visitare anche la casa natale di Verdi. Al suo interno, guidati da un tablet con un’app multimediale che riproduce la voce del giovane Verdi, si attraversano le stanze spoglie e sobrie dove egli trascorse la sua infanzia con i genitori che gestivano una piccola osteria e drogheria.
Da visitare inoltre a poca distanza da Busseto, a Polesine Parmense, l’Antica Corte Pallavicina, un tempo residenza di campagna dei marchesi Pallavicino e riportata al suo antico splendore, dopo vari restauri, dallo chef Massimo Spigaroli. Oggi è sede di un esclusivo ristorante con una Stella Michelin, un relais di charme e un’azienda agricola di famiglia dove vengono allevati i maiali utilizzati per produrre il Culatello di Zibello secondo antiche tradizioni. E’ davvero un’esperienza da non perdere scendere nelle storiche cantine risalenti al 1300 e passeggiare in mezzo ad oltre 5.000 culatelli in stagionatura dai 13 ai 20 mesi. Info sulla località qui.
FONTANELLATO (PR)
Dopo una prima tappa a Busseto, il tour prosegue alla scoperta di Fontanellato, incantevole borgo medievale a una ventina di chilometri da Parma, dominato dalla rocca Sanvitale. Parte del circuito dei Castelli Ducato di Parma e Piacenza, la spettacolare rocca è circondata da un ampio fossato e fu la residenza per quasi sei secoli dei conti Sanvitale che la abitarono fino al 1948, quando l’ultimo conte la vendette al Comune con tutti gli arredi. La rocca oggi, in parte sede del Comune, è un vero e proprio museo con al suo interno parte degli arredi ancora intatti e affreschi di pregio del Parmigianino e di altri artisti. Una curiosità: il borgo deve il suo nome alle numerose risorgive che caratterizzano il territorio, portando in superficie acque che scorrono in profondità (dal latino fontana lata, ovvero grande fontana).
A poca distanza dalla Rocca, si trovano l’ottocentesco Teatro Comunale, la chiesa di Santa Croce e il Santuario della Beata Vergine del Rosario, meta di pellegrini e luogo di grande devozione, con una grandissima raccolta di ex voto per grazia ricevuta, dedicati alla Madonna del Rosario, e databili dal 1600 ad oggi. Ce ne sono veramente di tutti i tipi ed è curioso leggere le testimonianze di chi li ha donati e soprattutto le motivazioni.
Per rifocillarsi con piatti della tradizione a chilometri zero è d’obbligo una tappa a La Cascina, hotel e locanda tipica che si trova a Cannetolo di Fontanellato, dove le specialità sono i salumi e la carne allevati dell’azienda agricola di famiglia AN.FO.RA. Davvero ottima la tartare di Fassona piemontese e i taglieri di salumi serviti con torta fritta accompagnati dall’onnipresente Lambrusco o dall’ancora più dolce Fortana del Taro. Deliziosi anche i primi piatti, i secondi a base di carne alla griglia e i dolci. La Cascina offre anche ospitalità con stanze dotate di ogni comfort.
Prima di lasciare Fontanellato, se avete ancora fame di salumi e formaggi, fate una sosta a Sanguinaro di Fontanellato dove si trova la Culatelleria di proprietà dello storico marchio Salumificio Rossi. All’interno dell’ampio spaccio tappezzato di culatelli e salumi vari è possibile gustare taglieri di affettati (da assaggiare assolutamente la Culaccia e il Culatello) e vari tipi di formaggio grana con mostarde, ma anche deliziosi tortelli di zucca o alle erbette. Info sulla località qui.
CASTELVETRO DI MODENA (MO)
L’ultima tappa del tour è a Castelvetro di Modena. Borgo pittoresco inserito nelle colline modenesi (a 24 km da Modena) fu insediamento preistorico, poi “castrum” romano (da qui il toponimo “Castelvetro” derivante dal latino CASTRUM VETUS (vecchio/antico accampamento), sui cui resti si impiantò il castello e il borgo medievale. Nel 1330 Castelvetro diventa capoluogo del feudo dei Rangoni e sui resti dell’antico castrum romano vengono costruiti il castello e il borgo medievale.
Nel centro storico piazza Roma, nota anche come “Piazza della Dama”, per via della pavimentazione a scacchiera, è ormai diventata uno dei simboli del borgo insieme alla Torre dell’Orologio, da cui si gode una splendida vista sulla vallata circostante. Di fronte alla Torre dell’Orologio si trova la Torre delle Prigioni che ospita la storica Acetaia La Vecchia Dispensa. È davvero emozionante salire su scalini ripidissimi fino al punto più alto della torre (22 metri) per farsi raccontare la storia dell’aceto balsamico tradizionale da un rappresentante della famiglia Pelloni-Tintori, che da ben quattro generazioni produce il pregiato “oro nero” secondo tradizioni lasciate in dote alle figlie femmine. All’interno della torre diverse batterie di barili e botticelle di legno pregiato vengono lasciate invecchiare lentamente per molti anni fino a raggiungere la giusta densità, il colore e il giusto sapore che lo rendono un condimento unico e apprezzato in tutto il mondo. La visita si conclude con una degustazione presso la bottega di famiglia La Vecchia Dispensa dove trovare vari tipi di aceto balsamico tradizionale di Modena Dop e Igp, salse, confetture, liquori e la poco nota Saba, un condimento delizioso ricavato dai mosti di frutta secondo un’antica ricetta della casa.
Da non perdere: l’esposizione permanente di abiti in stile rinascimentale “Fili d’Oro a Palazzo; una sosta all’enoteca bistrot Bicerin Pin dove acquistare prodotti tipici del territorio; una visita al Caseificio San Silvestro nel cui spaccio si vendono il Parmigiano Reggiano DOP, la ricotta e il burro prodotti nello stabilimento.
Da visitare nei pressi: il castello di Levizzano Rangone, l’oratorio San Michele, il santuario di Puianello e le strade del Grasparossa, una serie di sentieri escursionistici dedicati ad uno dei quattro Lambrusco Dop del Modenese.
Dove mangiare: per il pranzo, poco distante dalla piazza, presso l’Eglise Café si degustano tigelle calde da farcire con salumi, formaggi e salse fatte in casa sorseggiando Lambrusco Grasparossa di Castelvetro. Per una cena in una location suggestiva e d’effetto, l’ideale nelle calde serate estive è l’Agriturismo Podere Diamante dove cenare all’aria aperta circondati dallo splendido panorama delle colline modenesi. Presso l’azienda agricola, a conduzione familiare dal 1884, potrete assaggiare un tortino al Parmigiano Reggiano e Aceto Balsamico, tortelloni di ricotta all’erbetta, filetto di maiale al ristretto di Lambrusco Grasparossa di Castelvetro e il gelato all’Aceto Balsamico di Modena.
Dove dormire: presso l’Hotel Guerro, situato in posizione comoda, ideale per raggiungere a piedi il centro storico di Castelvetro. Se invece desiderate una sistemazione piena di fascino ecco Opera02, tenuta dell’Azienda Agricola Ca’ Montanari. Agriturismo e resort moderno e raffinato sulle colline di Levizzano con piscina, centro wellness e otto camere con vista sul pittoresco paesaggio. Qui potreste degustare piatti a base di Aceto Balsamico Tradizionale e Lambrusco della Casa, prodotti nell’acetaia e nelle cantine di proprietà. Info sulla località qui.