L’avventura di Cisalfa Sport riparte da Brisighella, Bandiera Arancione del Tci, in una versione autunnale del tour nell’Italia meno battuta e per questo, ancora più avvincente da scoprire.

Brisighella è un borgo della Romagna appenninica, a una dozzina di chilometri da Faenza e sulla strada regionale 302 che da Faenza va verso Firenze. Il borgo di per sé è ricco di fascino e di eredità del medioevo. Molto è rimasto intatto dell’antico impianto urbanistico di quel tempo. Non solo. Arrivare a Brisighella è un’occasione per inoltrarsi nel Parco regionale della Vena del Gesso.

Sì, gesso. Un gesso dal colore cristallino e dal nome suggestivo, “pietra di luna”. Fuor di metafora, la pietra di luna è definita “lapis specularis”, un materiale che nella pratica serviva ai Romani per realizzare finestre da cui la luce filtrava opaca, simile a quella della luna appunto… d’altronde il vetro non lo si sapeva ancora lavorare.

In questa splendida cornice si sono avventurati i protagonisti di Cisalfa Sport e Touring Club Italiano, arrivati nel cuore di Brisighella dopo un passaggio presso il Cisalfa Store di Bologna per la scelta del materiale tecnico e dell’outfit adatto a un trekking d’autunno. Da Bologna a Brisighella si contano 75 chilometri e poco più di un’ora di guida, prima di prendere confidenza con il territorio…

Lasciato il van al meritato riposo, i primi protagonisti di questo tour sono i sapori romagnoli, sulla tavola della Cantina del Bonsignore, un'osteria con la O maiuscola, tra piatti regionali e una cantina di tutto rispetto... come la spoja lorda, la pasta tirata a mano ripiena di formaggi, bandiera gastronomica di Brisighella.

Sulla strada dei sapori inizia il primo trekking, una passeggiata di quattro chilometri, con il supporto di una guida geologica.

Si parte dal centro storico per raggiungere la mole imponente della Torre dell'Orologio, per incamminarsi sulla Via degli Asini, dove trovavano riparo gli animali dei birocciai che trasportavano il gesso dalle cave sovrastanti il paese. Le stalle si trovavano di fronte agli archi mentre le abitazioni erano ai piani superiori. I carri da trasporto, le birocce, erano sistemate nei cameroni scavati nel gesso, che si aprivano nella piazza sottostante.

Dal Sentiero degli Asini al Sentiero dell’Olio per vivere l’esperienza della raccolta delle olive e della degustazione del Brisighella D.O.P accolti negli ambienti restaurati di un antico frantoio in cui lavora l’Agricola Brisighellese, cooperativa che nasce nel 1962 dall’idea di alcuni agricoltori con l’obiettivo di promuovere la produzione olivicola locale. Una delle memorie storiche del frantoio sociale è Egidio, che ha attraversato mezzo secolo di storia impegnato nella raccolta delle olive.

Oggi è una realtà moderna, che valorizza al meglio una materia prima di qualità, orientata verso le produzioni sostenibili e la tutela del patrimonio ambientale, in un’ottica di economia circolare che consente il riutilizzo totale e virtuoso dei sottoprodotti della produzione olearia. Un frantoio "aperto", sociale appunto, in cui si può produrre olio con i frutti del proprio raccolto.

Sipario di giornata, nelle stanze de La Rocca, hotel gestito da quattro generazioni della stessa famiglia, sin dalla fine dell’Ottocento nel centro storico di Brisighella.

Sulla via dei sapori si raggiunge un’altra location suggestiva, l’Osteria di Guercinoro, ricavata all’interno di una grotta naturale sotto la Via degli Asini.

Il giorno seguente è il clou della due giorni active, in cammino per circa 7 chilometri con quattrocento metri di dislivello, alla scoperta del Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola.

Si parte dalla grotta della Tanaccia in un trekking ad anello che ha come tappa il Museo Geologico "open air" della Cava del Monticino, per poi risalire circondati dai paesaggi della Vena del Gesso fino alla panoramica vetta del monte Rontana. La sosta in vetta è allo stesso tempo il prologo alla visita delle rovine del castello Rontana e delle doline intorno al Rifugio del Carné.

L’ultima avventura è sotterranea. Dopo aver indossato l’elmetto di sicurezza si scende nella Cava Marana, dove si ammira un suggestivo lago ipogeo. I saluti prima del ritorno a casa si celebrano dopo un pranzo alla Rocca, ristorante votato, nemmeno a dirlo... alla tradizione della autentica Romagna.  

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