Quarantadue sorgenti di acqua solfato-bicarbonato-alcalino-terrosa variamente radioattiva, che sgorga a una temperatura che va da 39° a 43°, con una portata di 5,5 milioni di acqua al giorno. In Europa, così tanta acqua termale come a San Casciano dei Bagni sgorga solo in un altro paio di località. Una calda e sulfurea ricchezza sotterranea di cui s'erano accorti già i Romani, e prima di loro gli Etruschi. Infatti, come ci avrebbe tramandato il poeta latino Orazio Flacco, da queste parti non sdegnava di farsi vedere persino l'imperatore Ottaviano Augusto, per il piacere dell'animo e il benessere del corpo.

In effetti, antiche vasche termali sono ancora bene visibili mentre nel museo delle Stanze Cassianensi (nella foto a sinistra) è esposta una bocca di fontana a testa di leone, in calcare, che attesta l'antica vocazione termale del luogo. Lapidi e altri ritrovamenti confermano che si tratta di una tradizione mai interrotta. Il monumento più antico si trova alle porte del centro termale ed è il Tempietto Pagano del IV sec. dedicato alla dea della salute Igea. Dopo l'imperatore romano, peraltro, tanti altri personaggi continuarono a sostare e soggiornare in questa località termale in posizione favorevolissima, a metà strada fra Roma e Firenze. Le numerose sorgenti erano poi sicuramente sfruttate nel medioevo, come scriveva lo storico Emanuele Repetti nel “Dizionario geografico, fisico storico della Toscana” (1843): “Fu detto che l’origine di questo castello è cotanto remota quanto la celebrità dei suoi Bagni appellati Chiusini e rammentati da Orazio; i quali nel medio evo presero il qualificato di Bagni Orvietani della città, dal cui paese i suoi feudatari dipendevano; fino a che i medesimi acquistarono il titolo di Terme Cassianensi dalla sua chiesa di San Cassiano (la chiesa collegiata arcipretura S. Leonardo, già S. Cassiano ad Balneas)”. 

Nel Medioevo la tradizione termale del posto è provata anche dal fatto che l’abate di Cluny, quando di ritorno da Roma fu rapito dal brigante Ghino di Tacco, stava andando proprio a curare la gotta a San Casciano dei Bagni. A San Casciano dunque si veniva da ogni parte d’Europa, e ancor più nel Quattrocento. E il borgo ne traeva vantaggio, arricchendosi di splendidi edifici.

Ci fu poi la decadenza, specie nel XIX secolo e nella prima parte del XX. Superata però grazie anche alla realizzazione di uno dei più prestigiosi e premiati complessi alberghiero-termali del mondo, lo Spa resort Fonteverde, vero fiore all'occhiello del termalismo toscano, ricavato nel magnifico palazzo mediceo voluto nel 1607 dal granduca di Toscana Ferdinando I, una splendida dimora omaggio al Rinascimento italiano. Fonteverde oggi conta 78 camere e suite, sette piscine e una Spa di 5.000 mq che offre oltre cento trattamenti benessere, dai massaggi orientali alla massoterapia ai trattamenti estetici, fitness e a sofisticati programmi per la remise en forme. Un programma che ha meritato all'esclusivo resort del gruppo Italia Hospitality Collection il quinto posto nella lista delle “Top 10 International Destination Spa” nei “World’s Best Awards” di Travel + Leisure (l'autorevole rivista americana specializzata in viaggi e lifestyle), mentre il suo programma medico gli ha valso agli ESPA Innovative Awards il riconoscimento di migliore “Innovative Medical Spa”.

Testo di Roberto Copello; per le foto, si ringraziano Fonteverde Spa (terme) e Agriturismo La Sovana (museo).

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