Santo Stefano d'Aveto è situato nell'area del Parco naturale regionale dell'Aveto, ad oltre 1000 metri di altitudine, in una zona che offre numerosi modi di godere di una vacanza nel verde, dalle passeggiate, al trekking, all’equitazione. Tante occasioni per mantenersi attivi e godere della natura possono già essere dei buoni motivi per visitarla, ma aggiungeteci anche che al rientro dalle escursioni o da lunghe passeggiate, troverete ad attendervi numerosi prodotti tipici tutti da gustare che soddisferanno il vostro palato e allora la visita diventa quasi obbligatoria.
Monte Groppo Rosso, foto di Cristoforo Campomenosi
Gli amanti dei formaggi non resteranno delusi, sono infatti due le tipicità locali: il formaggio San Stè e il Sarasso.
Riconosciuto con il marchio PAT (Prodotto Agroalimentare Tradizionale) il formaggio San Stè si produce solo nell'alta Val d'Aveto, è un formaggio grasso a breve-media stagionatura e a pasta semi cotta, dal sapore fragrante e intenso. La lavorazione tradizionale comporta le seguenti fasi: rotture della cagliata con il bastone di legno che successivamente viene raccolta con la schiumarola in un telo posto in una fuscella. La massa viene quindi lavorata manualmente per essere frantumata, schiacciata e pressata in modo che posso fuoriuscire tutto il siero. Viene poi salata e messa sotto il torchio per 2/3 giorni. Quindi si effettua per alcuni giorni la salatura a secco. A questo punto inizia il periodo di stagionatura in appositi locali alla temperatura di cantina (15 °C) ed ad un umidità relativa non inferiore al 60%.
Produzione del formaggio San Stè, foto di Giuseppe Maggiolo
Anticamente veniva utilizzato come merce di scambio ed era la maggior risorsa economica per quasi tutte le famiglie avetane, che avevano di solito almeno due mucche. Le famiglie si aiutavano nella raccolta del latte e si turnavano per lavorarlo. Un consiglio spassionato: il formaggio si esprime al massimo quando viene gustato secondo la tradizione, quindi arrostito a fette su una piastra di ardesia e servito su pane casereccio.
Il formaggio Sarasso, foto dal sito www.comune.santostefanodaveto.ge.it
Il sarasso (o sarazzu) è invece una ricotta salata e stagionata di forma cilindrica, colore bianco giallognolo e sapore intenso. La ricotta derivante dal siero del formaggio di S. Stefano d'Aveto viene salata e fatta stagionare, producendo il sarasso. Viene utilizzato come veloce condimento di una pasta in bianco o anche nella preparazione del pesto; può inoltre essere aggiunto nella baciocca (una torta salata tipica ligure), insieme alla ricotta.
Restando sul salato, non c'è di solito territorio montano che non sia ricco di funghi, e anche per Santo Stefano d'Aveto è così: spicca innanzitutto il re delle tavole d'autunno, il porcino, presente nei boschi del territorio montano regionale, con sfumature organolettiche diverse da valle a valle. La Val d'Aveto è ricca di boschi di faggi che danno al porcino un profumo così intenso che persiste anche dopo qualche anno, se si ha l'accortezza di farlo seccare e chiuderlo in sacchetti ermetici.
Cesto di porcini della val d'Aveto, foto di Graziella Mazza
Sul territorio si può gustare anche lo spinarolo, un fungo primaverile poco noto che cresce in spazi aperti, erbosi e nelle radure dei boschi. La nascita di questo fungo è oggetto di numerose leggende curiose: in passato si pensava si trattasse di erba "stregata" e per questo motivo non brucata dagli animali; per altri si trattava di erba capace di provocare effetti allucinogeni. Altri narrano che i funghi nascono in quei punti perchè di notte le streghe vi danzano. Qualunque sia la genesi di questo fungo, tutti ne apprezzano il gusto e il sapore: viene cucinato in diversi modi, soprattutto in umido, o conservato sott'olio e si può assaggiare anche durante alcuni eventi organizzati dal Comune.
Anche gli amanti dei dolci possono gioire: si parte dai canestrelli di Santo Stefano d'Aveto classico dolcetto, a forma di ciambella con foro centrale, ottimo a colazione e a merenda con il tè o il vino dolce. Ciambelline di pasta frolla morbide e friabili si riconoscono per l'abbondanza di burro che offre un'indiscutibile bontà (e un po' di grassi..).
La pinolata, foto dal sito www.comune.santostefanodaveto.ge.it
Un altro prodotto con il marchio PAT (Prodotto Agroalimentare Tradizionale) è la pinolata, una torta dolce da forno dalla forma rotonda e dall'aspetto dorato, ricoperta in superficie da pinoli. Croccante all'esterno, all'interno risulta morbido e soffice. Entrambi questi dolci si possono trovare nelle pasticcerie e nei forni della località.
Nella zona poi si produce il miele dell'Aveto, un alimento davvero genuino. I mieli tipici, prodotti dal nettare della flora dell'entroterra di Santo Stefano d'Aveto, sono quelli di castagno, acacia, erica, corbezzolo e millefiori.
Il miele dell'Aveto, foto dal sito www.comune.santostefanodaveto.ge.it
Una varietà di prodotti da far invidia e che fanno di Santo Stefano d'Aveto, borgo Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, una meta da inserire nei vostri prossimi viaggi.
Foto dell'header dal sito www.caseificiovaldaveto.com
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