Pitigliano è ben nota anche per il suo vino Bianco di Pitigliano, che da tempi antichissimi è stato prodotto nei vigneti sulle colline attorno alla rupe tufacea, per essere poi conservato al fresco delle grotte scavate nel tufo stesso, vere cantine naturali. Il Bianco di Pitigliano attuale non è però, ovviamente, quello degli Etruschi e dei Romani. La valorizzazione a DOC (che impone l'impiego di uve provenienti da vigneti nei territori comunali di Pitigliano e Sorano e in parte di Scansano e Manciano) con il relativo disciplinare consentono l'utilizzo di Trebbiano toscano (50-80%), Greco, Malvasia bianca toscana e Verdello, da soli o congiuntamente non oltre il 20%; Grechetto, Chardonnay, Sauvignon, Pinot bianco e Riesling italico (non oltre il 30%), vitigni a bacca bianca (fino a un massimo del 10%). Giallo paglierino con riflessi verdi, il Bianco di Pitigliano ha una gradazione alcolica minima di 11º e da qualche tempo può essere vinificato anche a spumante, con gradazione alcolica minima di 11,5%º. Un vino ideale per i piatti del territorio maremmano, dalla famosa acquacotta a formaggi, rane, lumache, pesci del non lontano Tirreno.
Pitigliano poi è nota anche per la varietà di dolci, biscotti e prodotti da forno, proposti talora dalle panetterie locali ma in diversi casi non commercializzati e realizzati solo nelle case private. Come il torsetto con la bolla, dolce di colore bianco, dal profumo aromatico, caratterizzato dal sapore di arancio e chiodi di garofano, che si presenta come un rombo adagiato su una piccola frittella che rappresenta la bolla ottenuta in fase di cottura. Ci sono poi il tortello dolce di Pitigliano, un dolcetto di pasta sfoglia ripieno di ricotta, zucchero e aromi vari; il tozzetto di Pitigliano, versione locale dei cantucci toscani; il cialdino dei Tufi, sottilissima sfoglia aromatizzata all'anice; la focaccia bastarda di Pitigliano, una specie di panettone lievitato a forma di fungo, nel cui impasto ci sono uova, zucchero, acqua, ricotta, vin santo, arancia e vaniglia; la focaccia salata di Pasqua di Pitigliano, una pagnotta con ricotta e cannella; la Migliaccia di Pitigliano, una sottile crespella che viene poi cosparsa di zucchero o di ricotta e quindi avvolta su stessa.
Testo di Roberto Copello; per le foto del "partecipante" alla festa del vino di Pitigliano, si ringrazia Giuseppe Fedele/concorso fotografico Tci Borghi d'Italia; foto paesaggio Thinksotck.
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