“Eh no! Il foliage dalle nostre parti non ha nulla da invidiare a quelli più blasonati, in Trentino o in Abruzzo!”. C'è da crederci, alle parole di Caterina Molari, la pr di Bagno di Romagna, nel Cesenate. Perché questo Comune di neppure seimila abitanti non lontano dalla Riviera Romagnola, eppure già immerso tra le montagne dell'Appennino, è letteralmente circondato da boschi di faggi, di castagni, di aceri. Tutti alberi che d'autunno si trasformano in un caleidoscopio di colori. “Ci sono i rossi, i gialli, i marroncini, e poi i sempreverdi... non ti dico la bellezza”.

Foto di Giordano Giacomini

Per celebrare questa meraviglia, Bagno organizza ogni anno il “Festival del Fall Foliage”. “Sono molte le attività organizzate” spiega Caterina “per esempio le escursioni al chiaro di luna e voli immersivi con il drone: ci si mette speciali occhiali e si vede in diretta quello che il drone sta osservando. Quindi boschi a perdita d'occhio, laghi e montagne...”. Boschi protagonisti anche con le attività di Forest Therapy, una pratica orientale che vede nelle foreste l'ambiente ideale per un profondo rilassamento e benessere psico-fisico. E poi, in giro per il delizioso centro storico tanta musica per allietare i visitatori.

Foto di Federica Bardi

Naturalmente sono previste anche attività per i bambini: d'altronde, una delle attrazioni più popolari di Bagno è il “Sentiero degli Gnomi”, com'è chiamato il percorso nel bosco dell'Armina, proprio accanto al paese (vi si arriva comodamente a piedi attraversando il fiume Savio). Qui ci si immerge in una vera e propria fiaba: non solo per la magia della foresta, ma anche grazie alle sculture di pietra, alle sagome di animali, alle casette di legno ove i più piccoli lasciano messaggi per gli amici gnomi. “Non c'è bambino che non ne rimanga stregato... e neppure gli adulti rimangono indenni da tanto fascino!” sorride Caterina. Nel corso del Festival sono in programma vari momenti lungo il sentiero, su prenotazione; ma anche chi non potesse recarsi a Bagno quel weekend trova un fitto calendario di momenti per le famiglie anche nei weekend successivi (https://www.bagnodiromagnaturismo.it/eventi).

Foto di Massimo Schiumarini

“Ma non dimenticare le altre attrazioni di Bagno!” ci ricorda Caterina. Già: perché Bagno di Romagna si chiama così per un motivo ben preciso, ovvero per le preziose acque che sgorgano dalla terra tra i 39 e i 47 °C. "Sono bicarbonato-alcalino-sulfuree, minerali, ipertermali e termali” spiega Caterina “e godibili dai visitatori in tre complessi termali, che fungono anche da centro benessere. Puoi immaginare quanto possa essere piacevole rilassarsi al caldo nelle piscine esterne del Sant'Agnese o dell'Euroterme, circondati dai boschi colorati d'autunno e magari in una giornata fresca...”. Gli stabilimenti sono aperti e naturalmente seguono rigidamente le regole anti-covid: ciò significa anche che gli ingressi sono contingentati e che si può godere dei percorsi senza troppo affollamento.

Chiediamo a Caterina che cosa si gusta a Bagno dopo tante attività e relax. “In questa stagione funghi e castagne, innanzitutto! I boschi dellla valle del Savio ne sono pieni. Sempre più strutture ricettive organizzano pacchetti che comprendono anche la raccolta delle castagne in natura”. Per chi vuole raccoglierle in autonomia, invece, il consiglio è quello di recarsi ad Acquapartita, frazione di Bagno dove c'è un laghetto molto carino, e ad Alfero, nel vicino Comune di Verghereto, nell'alta valle del Savio. Dalle castagne si ricava la farina, che è stata fondamentale nei secoli per il sostentamento della gente di montagna. Altre specialità locali sono il tortello alla lastra – una specie di piadina che in questa stagione viene riempita di patate e zucca. E poi il basotto, un piatto fatto con tagliolini cotti in brodo e poi gratinato al forno”.

Foto di Massimo Schiumarini

Bagno di Romagna è un Comune discretamente grande e, dopo aver esplorato il centro storico e gli stabilimenti termali, è d'obbligo anche dare un'occhiata ai dintorni. “Una valle tutta da scoprire è la Valle di Pietrapazza” suggerisce Caterina “un luogo ancora selvaggio, dove si cammina nei boschi incontrando piccoli gruppi di case abitate fino a 60-70 anni fa, ponti, mulini, cimiteri, piccole pievi... Si tratta di percorsi molto belli, dove la natura dà il meglio di sé”. Una delle mete imperdibili è il rifugio Trappisa di Sotto, in località Strabatenza, nella valle che appunto porta a Pietrapazza. È gestito da un'associazione creata da un gruppo di ragazzi di Bagno, uniti dalla passione comune per l'escursionismo e dall'amore per il proprio il territorio. E ci si innamora subito anche del rifugio, appena si guarda una foto sul sito www.trappisa.it... Proprio l'associazione propone trekking enogastronomici alla scoperta dei piccoli indirizzi speciali della zona: si fa colazione in rifugio, aperitivo in un ristorante, pranzo in una fattoria didattica, e così via. Quest'anno l'ultimo è stato il 17 ottobre, ma prendete nota per il prossimo anno! Non lontano, anche la diga e l'ecomuseo di Ridracoli sono da non perdere (www.ecomuseoridracoli.it). Le attività di visita della diga e di Idro – questo il nome dell'ecomuseo, un edificio polifunzionale che comprende diverse sale espositive dove l’acqua e il territorio sono protagonisti – continuano nei weekend anche in autunno e in inverno, quindi sono ideali per una visita con tutta la famiglia anche quando inizia a fare più freddo e i boschi si spogliano dei loro colori.

Per finire, non possiamo non ricordare che parte del territorio di Bagno di Romagna è compreso all'interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, uno dei parchi più grandi e belli dell'Appennino, diviso tra Toscana ed Emilia-Romagna. Proprio il parco crea ogni anno un palinsesto di eventi unendo sotto un unico cappello le varie attività dei Comuni interessati dall'area protetta: si chiama Autunno Slow e dura fino a novembre inoltrato.

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Testo di Stefano Brambilla