Eppur si muove. Da sud a nord del Belpaese ci sono moltissime attività che non si fermano nonostante tutto. Perché sono produzioni locali e connesse visceralmente alla natura e alla cultura dei luoghi. Tessiture artigianali, falegnamerie, cucina tipica e agricoltura a chilometro zero continuano a regalarci piccoli tesori quotidiani che ci invogliano al prossimo viaggio. Quando si potrà certo, ma intanto concediamoci il piacere della scoperta e la possibilità di una gratificazione che sostenga l’impresa locale.

I dieci borghi scelti sono tutti certificati dal Touring con la Bandiera arancione, il marchio di qualità turistico-ambientale che premia le piccole realtà eccellenti dell'entroterra italiano. Potete scoprire tutti i 252 borghi Bandiera arancione sul sito www.bandierearancioni.it

1. GALTELLÌ (NU)
Incorniciato dalla bellezza di un paesaggio naturale ricco di storia che si è conservata nel tempo, situato a soli 8 km dal mare, Galtellì si trova nei pressi del Golfo di Orosei, tra le mete più apprezzate dai visitatori di tutto il mondo e dagli stessi sardi, dal 1998 ulteriormente preservato con l’istituzione del Parco Nazionale del Golfo di Orosei e del Gennargentu. Seguendo piccoli sentieri in selciato ci si trova immersi nel caratteristico centro storico che conserva ancora le case di un tempo dalla tipica architettura rurale. Portali semplici o decorati, tetti a doppio spiovente, dimore povere eppure incantevoli si affacciano lungo stradine tortuose e silenziose. Piccole targhe in ceramica sparse qua e là riportano frasi di “Canne al vento” e sembra quasi di immergersi nella lettura riconoscendo i luoghi che gli hanno fatto da sfondo.
Da non perdere il Parco Letterario Grazia Deledda”, con i suoi affascinanti “viaggi emozionali”. Dell’arte tessile a Galtellì si trova riscontro già tra il XV e il XVI secolo; tra gli anni ’30-‘50 ogni famiglia Galtellinese possiede il proprio telaio e l’arte tessile viene tramandata di madre in figli. Da scoprire sulla vetrina online Bandiere Arancioni, Gaia 2 di Soro Rita & C. per conoscere i segreti e le produzioni della tessitura tradizionale sarda. L'attività nasce a Galtellì nel 1979, Rita & Rita tra le mura del loro piccolo laboratorio creano manufatti tessili in lana, lino e cotone: tappeti, tende, arazzi, asciugamani. Nel laboratorio è possibile anche utilizzare un originale telaio orizzontale a mano e scoprire le antiche lavorazioni tipiche come a ispicca e a sa ramaa liccia pipiones, sentendosi artigiani per un giorno.
Galtellì, casa nel centro storico / foto Comune di Galtellì
2. MORANO CALABRO (CS)
Le costruzioni sono tanto strette le une alle altre da apparire, sullo sfondo del Pollino, come un'irreale collina costituita di sole case, un compatto tessuto con un labirinto di scale, vicoli e stradine tortuose, in parte scavate nella roccia: questo è Morano Calabro, caratteristico borgo in provincia di Cosenza. Sull'idilliaco altopiano di Campotenese, una coppia di coniugi del luogo ha fondato il Parco della Lavanda, avviando una coltivazione di Loricanda, come è stata ribattezzata una rara specie autoctona di Lavanda Loricata, che cresce spontanea nelle pietraie del Parco Nazionale del Pollino tra i 900 e i 1700 metri: il nome Loricanda intende stabilire un legame di tenacità, nonché di resistenza alle avversità anche climatiche, fra la lavanda e il contorto pino loricato, emblema del Parco del Pollino.
Da una ricerca tra gli anziani del posto, era emerso che fino a metà del XX secolo la raccolta della lavanda spontanea era fonte di reddito per le popolazioni locali: raccolta con la falce era portata presso una fontana dove in parte veniva “cotta” (distillata) e in parte venduta direttamente a industrie farmaceutiche del Nord. In seguito ai rimboschimenti degli anni ’50 - ‘60 era quasi scomparsa. Da qui l’idea di provare a preservare una lavanda vera, che rischiava di scomparire. La Loricanda, più piccola rispetto alla lavanda più nota (è alta al massimo 40 cm), si è rilevata un ottimo prodotto per la farmacopea e la cosmesi. La coltivazione in pieno campo nella Piana di Campotenese, a circa 1.100 metri sul mare, ha consentito di far nascere il Parco della Lavanda, un progetto agricolo che comprende anche un affascinante e colorato Giardino delle Lavande, piacevole per gli occhi come per l'olfatto.
Morano Calabro / foto parcodellalavanda.it
3. SAN SEVERINO LUCANO (PZ)
San Severino Lucano è una delle cittadine più pittoresche della provincia di Potenza, nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, definita dagli astrofili “il paese delle stelle” per l’assenza di smog e inquinamento luminoso.  Da segnalare Bosco Magnano, di grande interesse naturalistico, che ospita anche il Parco avventura del Pollino, con percorsi anche per i più piccoli, e “Rb Ride", la giostra panoramica realizzata dall’artista contemporaneo Carsten Höller e posizionata su Timpa della Guardia a oltre mille metri di altezza: l’opera favorisce la contemplazione del paesaggio naturale mozzafiato che si può godere da quel punto del Parco Nazionale del Pollino.
Qui sono ancora vive le tradizioni che mantengono inalterate da anni le numerose specialità della cucina locale, legata ai sapori di un’arte “povera” e genuina che ben si concilia con l’armonia della montagna. Tra le ricette tipiche, i “rascadietti” (orecchiette fatte a mano), le “mazzacorde (interiora con aglio, prezzemolo e peperoncino), i formaggi degli allevamenti del Pollino e i vini locali. Inoltre, da scoprire sulla vetrina online Bandiere Arancioni, la lumaca del Pollino: l'allevamento si basa sulle chiocciole di razza Helix, in particolare la specie Helix Aspersa Muller, naturalmente presente nel territorio del Parco Nazionale del Pollino. È una razza povera di grassi, con un altissimo valore nutritivo ma dal ridotto apporto calorico. L'alimentazione delle chiocciole è a base di ortaggi quali il ravizzone, la bietola e la cicoria, per questo motivo le carni di questo prodotto naturale sono particolarmente saporite e gustose.
Lumaca del Pollino / foto di Eduardo Liccardi
4. ZUNGOLI (AV)
Zungoli è situato su un piccolo colle circondato da monti, una terra di confine, ma strategicamente collegata dalle strade romane Appia e Traiana. Il centro storico arroccato e attraversato da viuzze acciottolate che si inerpicano lungo il costone della collina, formando delle notevoli scalinate di pietra, ha mantenuto nel tempo il tessuto originario. Al di sotto dell’intricato dedalo di strade sono ubicate delle grotte di tufo, sviluppate su più livelli e tra loro comunicanti. Si fanno risalire all’epoca bizantina e nel corso del tempo hanno visto mutare la destinazione d'uso: da rifugio a cantina, da granaio a frantoio per la molitura delle olive, fino a locali di affinatura di saporiti formaggi.
Da assaggiare il tipico Caciocavallo Podolico, dall’aroma duro e persistente e dal sapore pieno e pastoso: si lascia stagionare in grotta, anche per più di due anni, al termine dei quali è ricoperto di muffe sotto le quali la pelle è dura e lucente e la pasta compatta. Da scoprire sulla vetrina online Bandiere Arancioni i produttori locali tra cui, la Cooperativa Agricola Molara che commercializza latte e produce derivati dal 1972, eredi di una lunga tradizione che viene conservata, valorizzata e diffusa. Tra i prodotti, il Caciocavallo Podolico, semiduro a pasta filata e stagionato in grotte di tufo, con una persistenza gustativa inimitabile. Molto apprezzato anche all’estero, questo caciocavallo si trova sui tavoli dei più importanti ristoranti italiani di New York. La cittadina vanta anche la produzione di olio biologico e di oliva ravece DOP, dal sapore leggermente piccante e dalle qualità organolettiche straordinarie. Un'altra tipica tradizione del paese è la lavorazione della pasta fresca fatta a mano, la cosiddetta "past accattat".
Zungoli / foto Comune di Zugoli
5. ACQUAVIVA PICENA (AP)
Il borgo medievale è cinto da mura e bastioni e culmina nella poderosa fortezza, capolavoro dell’architettura militare rinascimentale. Le strade del borgo corrono fra loro quasi parallele e sono raccordate da rampe gradonate come il pittoresco vicolo del Trabucco, dove anticamente vi erano depositate delle macchine belliche simili alle catapulte. Tra gli edifici religiosi di pregio, la chiesa e convento di San Francesco, fondati secondo la tradizione dallo stesso Santo di Assisi. Interessante e caratteristico il museo della Pajarola, tipico cesto di paglia.
Tra i prodotti locali i vini Doc del Piceno. Da scoprire sulla vetrina online Bandiere Arancioni, le Cantine Moncaro, che producono alcune delle denominazioni più importanti delle Marche: Rosso Piceno, Pecorino, Passerina. L’attenzione alla sostenibilità è da sempre uno dei cardini della produzione caratterizzata dall’utilizzo di tecniche a bassissimo impatto ambientale. Oggi Moncaro esporta i propri prodotti in più di 50 Paesi e il riconoscimento della loro qualità sia in Italia sia all’estero è certificato dagli innumerevoli premi che i vini ricevono ogni anno dagli esperti e dalle guide di settore.
Acquaviva Picena / foto Valentina Bonci
6. MONTEFOLLONICO (SI)
Piccola frazione del Comune di Torrita di Siena, Montefollonico è un suggestivo borgo medievale posizionato su un colle tra la Valdichiana e la val d’Orcia, dotato di una cinta muraria risalente in parte alla fine del 1200, ampliata verso metà del 1400 con l'inserimento di una serie di torri semicircolari. Nelle vicinanze, da vedere il parco “Il Tondo” dove, grazie a un particolare microhabitat, crescono essenze vegetali di estremo interesse e rarità, come molte varietà di orchidee selvatiche le quali hanno la fioritura tra aprile e luglio. 
La produzione enologica è uno degli elementi caratterizzanti l'economia agricola del territorio, in particolare è zona di impianto di vitigni DOC, IGP ed IGT. Numerose ed importanti sono le aziende produttrici conosciute nel settore. Montefollonico è noto come "Il borgo del Vin Santo” per tutti i cultori dell'enologia, grazie anche alla manifestazione che si svolge a dicembre "Lo gradireste un goccio di Vin Santo?",  che celebra la produzione tipica simbolo della località. Qui ci sono produttori che lavorano con amore, dedicandosi con grande attenzione alla salvaguardia di una tradizione attenta e selettiva di un prodotto di nicchia da tutelare in quanto espressione di un sentimento di attaccamento ad antiche tradizioni e valori.
Da scoprire sulla vetrina online Bandiere Arancioni, le Cantine Innocenti, che si trovano in locali che risalgono alla fine del XIII secolo: gli ambienti e gli arredi sono stati conservati quanto più possibile nelle forme originarie per fornire al visitatore sensazioni visive e olfattive tipiche delle cantine toscane di una volta. Qui vengono utilizzate tecniche tradizionali da uve attentamente selezionate. Nelle botti di Rovere e di Castagno maturano il Vino Nobile di Montepulciano, il Rosso di Montepulciano, il Chianti Colli Senesi, l'Acerone IGT e il Vin Santo.
Montefollonico, borgo del vin santo / foto Comune
7. SAN LEO (RN)
Ancora oggi San Leo conserva il suo carattere di luogo inaccessibile, alto su un enorme masso calcareo, in perenne equilibrio sulla natura, con le due impronte umane, il borgo e la fortezza, che occupano lo spazio della rupe. La Fortezza si erge sullo strapiombo, nelle sue oscure segrete fu tenuto rinchiuso fino alla morte il conte di Cagliostro alla cui figura è legato anche il liquore di Cagliostro, eccellente e tipico digestivo a base di radici di liquirizia, secondo la leggenda creato dallo stesso conte. ll borgo si sviluppa attorno a una piazza con la torre civica, i palazzi nobiliari, la Pieve di San Leo, eretta sul luogo dove il santo visse gli ultimi anni da eremita, e il Duomo, edificato fra il XII e il XIII secolo con pietra arenaria, a ridosso dello strapiombo della rupe e privo di una vera facciata.
Da scoprire sulla vetrina online Bandiere Arancioni una particolare attività, San Leo Cashmere, centro di produzione di lana cashmere situato in Val Marecchia (unico in tutta la Romagna), gestito da Luigi e Silvia, che lì vivono e lavorano. I capi d’abbigliamento e gli accessori sono in grado di trasferire la bellezza e il benessere della natura a chi li indossa. L'intera filiera si svolge nel pieno rispetto degli animali allevati e dei loro ritmi, in un ambiente naturale e sostenibile in ogni sua forma. È possibile effettuare visite guidate, vedere l'allevamento, svolgere un laboratorio di filato e seguire una dimostrazione di sheepdog.
San Leo / foto Andrea Bonavita
8. DOLCEACQUA (IM)
Dolceacqua è costituito da due bellissimi borghi, collegati da un antico ponte "a schiena d'asino": l’ottocentesco quartiere Borgo e quello antico chiamato Terra su cui domina il Castello dei Doria che si raggiunge fra pittoresche viuzze, cantine vinarie e tipiche botteghe artigianali. Monet rimase estasiato da questo borgo, a cui dedicò quattro opere, definendo l’antico ponte un “gioiello di leggerezza”. La fama del paese è legata anche alla produzione del “Rossese di Dolceacqua”, un vino rosso rubino a denominazione d’origine controllata dal sapore morbido, aromatico e dolce.
Da scoprire sulla vetrina online Bandiere Arancioni i produttori locali tra cui, l’Azienda Agricola Terre Bianche, nata nel 1870 quando Tommaso Rondelli decise di impiantare i primi vigneti di Rossese di Dolceacqua, in una regione dalla terra bianca, detta Terre Bianche. Azienda produttrice di Rossese di Dolceacqua, Vermentino e Pigato pluripremiati (Tre Bicchieri, Slow Wine, Wine Spectator…) che ha sviluppato tecniche di produzione che combinano perfettamente l'innovazione di nuove tecnologie e processi con la tradizione tramandata di generazione in generazione.
Dolceacqua / foto Massimo Galletti - concorso fotografico Tci
9. CHERASCO (CN)
Cittadina a pianta quadrilatera con ampie vie ortogonali aperte da portici ed abbellita da numerosi edifici civili e religiosi che vanno dal medioevo all’età barocca. Da segnalare Palazzo Salmatoris affrescato dal Taricco e residenza dei Savoia, in cui Napoleone dettò la resa a Vittorio Amedeo III; l’arco del Belvedere, il Santuario della Madonna del Popolo e il Santuario della Madonna delle Grazie. Da fare anche una passeggiata sui bastioni del ‘500, con splendido panorama sulle Langhe e sulle Alpi, che termina in prossimità del Castello Visconteo (residenza privata). Da non perdere i prodotti tipici: i Baci di Cherasco; Il Barolo Mantoetto; la Robiola De.C.O. di capra; la chiocciola in tutte le sue declinazioni; la Rana di Roreto di Cherasco e la Salsiccia al barolo; lAcqua di Cherasco, collezione di fragranze per l’ambiente dedicate alla città.
Da scoprire sulla vetrina online Bandiere Arancioni i produttori locali tra cui, la Confetteria Barbero, antica pasticceria che nasce nel 1881 (vi entrarono anche Re Vittorio e il Principe Umberto), fondata da Marco Barbero, inventore dei famosi Baci di Cherasco, deliziosi cioccolatini tipici a base di nocciole Piemonte tostate e fine cioccolato fondente. Giancarlo Torta, oggi aiutato dai figli Luca e Cristina, porta avanti da più di vent’anni la centenaria tradizione Piemontese della lavorazione del cioccolato, producendo oltre ai Baci di Cherasco numerose altre praline e altri prodotti di pasticceria.
Cristina Torta, della Confetteria Barbero e i baci di Cherasco
10. BELLANO (LC)
Sulla sponda orientale del lago di Como, oltre ad avere interessanti attrattori storico-culturali, Bellano è anche un ottimo punto di partenza per escursioni sul lago e nell’entroterra. Da non perdere una visita all’Orrido, una gola naturale creata circa 15 milioni di anni fa dal torrente Pioverna le cui acque hanno modellato gigantesche marmitte. Tra i sentieri che permettono di scoprire l’entroterra del Comune, c’è anche il Sentiero del Viandante, piacevole passeggiata panoramica di media montagna, percorribile anche con guide esperte del territorio. Si tratta del primo cammino ad essere certificato dal Touring nell’ambito del nuovo programma territoriale “Cammini e Percorsi”.
Tra i prodotti tipici della località l’olio di oliva D.O.P dei Laghi Lombardi. Da scoprire sulla vetrina online Bandiere Arancioni, l’Azienda Agricola Poppo, situata in uno scenario fantastico e con una vista spettacolare sul lago, con il Frantoio Oleario di Biosio, che ha un impianto altamente tecnologico nato nel 2004 e già dal primo anno di produzione è riuscito ad ottenere la certificazione D.O.P Laghi Lombardi e successivamente anche diversi premi e riconoscimenti.
Bellano, frantoio di Biosio/ foto Biosio

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