Furono due appassionati benesi, il chimico Giuseppe Assandria e l'artista Giovanni Vacchetta, a individuare il sito della romana Augusta Bagiennorum, una delle “Auguste” romane del nord ovest della penisola, fondata da veterani dell’imperatore Ottaviano Augusto nell’ultimo quarto del I secolo a.C. nella media valle del Tanaro. Qui, tra il 1892 e il 1925, nella piana della Roncaglia a circa due chilometri dall’abitato di Bene Vagienna, riportarono alla luce i resti di una città che aveva una superficie di poco più di 21 ettari, delimitata da un fossato e da un terrapieno con palizzata lignea, torri angolari in muratura e porte monumentali ai due accessi.

Oggi l’area archeologica, nella quale sono tuttora in corso campagne di scavo, è anche una Riserva naturale speciale, che fa parte del Parco Naturale del Marguareis. All'area si accede dalla strada provinciale Bene Vagienna-Narzole attraverso la strada vicinale delle Lame, recentemente sistemata ed ampliata. Punto iniziale del percorso è la chiesetta campestre di San Pietro, costruita nel XV secolo sopra i resti del tratto extra-urbano dell'acquedotto romano. Da qui si sviluppa un itinerario percorribile esclusivamente a piedi o in bicicletta, lungo un percorso di visita aiutato da pannelli esplicativi che aiutano a “immaginare” com'erano gli ambienti originali.

La parte più importante riportata alla luce è costituita dal Teatro, risalente al I secolo d.C. e costruito in marmo bianco di Luni ma anche in marmo “giallo antico” proveniente dall’Asia Minore. Aveva un diametro di 57 metri e poteva contenere 3000 spettatori. Sulla scena, lunga ben 42 metri, si aprivano tre porte per l’ingresso degli attori: sono state ricostruite le due laterali (hospitalia), mentre le fondazioni delle gradinate sono state riportate del tutto alla luce negli anni 50. In estate, è la location ideale per il festival di cultura classica "Le ferie di Augusto", con spettacoli e rappresentazioni teatrali.

Poco fuori di Augusta Bagiennorum c'era poi anche un grande Anfiteatro per gli spettacoli dei gladiatori, che aveva una cavea ellittica (105 x 77 metri), divisa in due ordini di gradinate e delimitata da un muro perimetrale. Recenti indagini archeologiche (2001- 2003) ne hanno riportato alla luce il settore occidentale, mentre il resto, che ricade sotto una proprietà privata, è ancora da esplorare. L'area dell'anfiteatro ha restituito monete in bronzo (assi di Antonino Pio, Faustina II e un sesterzio di Adriano) che indicano un suo utilizzo del monumento per tutto il II secolo d.C.

I reperti romani ritrovati ad Augusta Bagiennorum sono esposti nel Museo Civico – Archeologico ospitato nel settecentesco Palazzo Lucerna di Rorà, in centro a Bene Vagienna. L’allestimento, pensato all'inizio del Novecento dagli stessi scopritori del sito Assandria e Vacchetta, rispecchia i criteri della museografia ottocentesca. La sala Assandria riunisce antichi stipiti in marmo (ora murati alle pareti) che decoravano le porte della scena del teatro, e poi cornici, capitelli, e diversi mattoni che conservano il marchio del fabbricante, oltre alle epigrafi rinvenute nella città e nel territorio. Al centro una grande vetrina ospita i corredi rinvenuti nel 1959 nella necropoli del I secolo d.C. venuta alla luce presso la cascina Carabini, vicino alla città romana: vasellame da mensa, ceramica da cucina, anfore, lucerne, pedine da gioco, monete, utensili vari e oggetti di ornamento in metallo, gemme. Le sale al piano terreno sono invece dedicate ad Augusta Bagennorum vista attraverso i suoi monumenti pubblici più noti quali l’anfiteatro e il complesso teatrale (I sala), il Foro con il Capitolium e la basilica civile (II sala), i documenti legati alle tecniche costruttive e alla vita quotidiana, con la ricostruzione di un ambiente riscaldato (ipocausto) che Assandria e Vacchetta individuarono nelle terme urbane  (III sala).

Infine, da segnalare la notevole attività di laboratori realizzati per bambini e ragazzi (www.archea.info) e che riguardano la Preistoria, l'epoca romana e il Medioevo. Presso la settecentesca cascina “I Frati”, in frazione Podio, sono stati ricreati ambienti collegati alla vita contadina del tempo dei Romani, dove si può cimentarsi con la cucina romana, la cosmesi romana, la macinazione dei cereali, la misurazione dei campi con l’uso della groma, la decantazione dell’argilla, utilizzando attrezzi fedelmente riprodotti. Altri laboratori inerenti il periodo imperiale romano si trovano presso la settecentesca cascina “Ellena”, in frazione Roncaglia, e riguardano il mosaico romano, la scrittura su tavolette incerate, la fusione dei metalli e la simulazione di scavo archeologico. La corte interna della stessa Cascina Ellena (dove è allestito il Centro visite) è stata scelta anche per ricostruire un “orto romano” ispirato ai giardini romani del I-II secolo a.C.

Presso l'ex asilo in frazione Podio è stata invece realizzata nel 2007 la sezione preistorica del “Vicus bagienni” dove, partendo dalla riscoperta, presso il museo archeologico di Bene Vagienna, di una stele realizzata dal popolo dei Bagienni e riutilizzata dai Romani, si è ricreato un villaggio con le ricostruzioni di capanne dei tre principali periodi della Preistoria: Paleolitico, Neolitico ed Età dei Metalli, cui si aggiungono laboratori di simulazione di scavo in una sepoltura neolitica, di pittura parietale con ocra e pece, di macinazione dei cereali e di accensione del fuoco con tecniche preistoriche. E nello stesso ex asilo un quarto laboratorio, quello del “Bric baennarum”, consente di riportare in vita anche il passato medioevale di Bene Vagienna con laboratori di scrittura con materiali medievali nonché esercitazioni di araldica e di tiro con l’arco.

Testo: Roberto Copello - Foto: John Aimo Balloons (immagine di testata, da pagina facebook Bene Vagienna), foto Alessandrini (teatro romano), pagina facebook Bene Vagienna (spettacolo al teatro romano), www.archea.info (laboratorio tiro con l'arco)

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