1. ETROUBLES (AO)

Il piccolo borgo medievale di Etroubles si erge a 1270 m. di altezza, nello splendido contesto alpino della vallata del Gran San Bernardo, sul percorso della via Francigena che collegava le isole britanniche a Roma, attraverso l’Europa. Il centro storico si snoda tra antiche abitazioni in pietra locale, vicoli acciottolati e fontanili; la passeggiata nel nucleo medievale è resa ancora più piacevole dalle sculture e dagli affreschi di artisti contemporanei italiani e stranieri che creano un caratteristico museo a cielo aperto. Etroubles non è solo arte e storia ma anche sport e attività all’aria aperta, la località è infatti circondata da splendide montagne, dove in inverno è possibile praticare sci di fondo e altri sport sulla neve. Il borgo è sede di un caratteristico Carnevale, in programma l’8 e il 9 febbraio, in cui le maschere indossano costumi tipici con ricami, lustrini, coccarde e specchietti, ancora oggi confezionati nel comune e rievocanti il passaggio delle truppe napoleoniche. Le landzette, bizzarre e inquietanti maschere di questo carnevale, indossano costumi colorati e cappelli che ricordano proprio le uniformi dei militari.

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Scopri il carnevale di Etroubles 

Il Carnevale di Etroubles / foto Comune di Etroubles

2. MERGOZZO (VB)

Il piccolo borgo di Mergozzo regala suggestioni romantiche, grazie anche al lago omonimo sul quale si affaccia (vera perla ambientale, è uno dei più puliti della Penisola). La località e il lago sonocircondati dai monti, da un lato il Montorfano ed i suoi circa 800 metri di altitudine, dall'altro si innalzano i primi rilievi della Val Grande che raggiungono i 1500 metri d'altezza. Mergozzo è il primo comune dell'Ossola che si incontra provenendo da Verbania, da qualunque direzione si provenga appare all'improvviso il lago: limpido e protetto dal ripido versante del Montorfano che, a seconda delle stagioni e dell'ora della giornata, proietta l'ombra o i colori della vegetazione nell'acqua profonda e vi si specchia. Il paese è caratterizzato da stretti vicoli con le case in pietra addossate le une alle altre; la piazza centrale è dominata dal secolare olmo (si stima che abbia oltre 500 anni), annoverato tra gli "alberi monumentali" del Piemonte. Da visitare la romanica chiesetta di Santa Marta, la Parrocchiale dell’Assunta e l’Antiquarium con reperti preistorici e romani. Il granito e il marmo di Mergozzo appartengono alla storia architettonica d’Italia: le colonne della basilica di San Paolo fuori le Mura a Roma, cosi come il marmo del Duomo di Milano vengono da qui! La storia del paese infatti è strettamente legata alla pietra: dal granito bianco e verde di Montorfano al marmo rosa di Candoglia.

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Il lago di Mergozzo / foto Comune di Mergozzo

3. PERINALDO (IM)  

Con i suoi carrugi e le sue raccolte piazzette, gli archi di origine medievale e le antiche mura in pietra, il piccolo comune di Perinaldo vanta una storia millenaria. Si trova su uno splendido crinale, a 572 m. sopra il livello del mare, e si affaccia sopra un anfiteatro naturale coperto da secolari uliveti che, insieme ai vigneti, accompagnano lo sguardo fino al mare. Oggi il paese è noto come il “borgo delle stelle”, in quanto è uno tra i cieli più bui d'Italia e vanta reperti storico-astronomici unici al mondo. La cittadina è rinomata per aver dato i natali a famosi astronomi, primo fra tutti Gian Domenico Cassini (1625-1712), a cui è intitolato il locale Osservatorio Astronomico. L’intensa attività dello scienziato, protagonista anche nel campo della biologia, è documentata nel museo Gian Domenico Cassini e lungo via G.D. Cassini, dove sono presenti numerosi murales e un sistema solare in scala che creano un interessante museo all’aperto.  L’Osservatorio oltre alla divulgazione scientifica, organizza eventi, convegni, esperienze immersive, spettacoli, dirette e viaggi astronomici. Da non perdere anche il Santuario di Nostra Signora della Visitazione, dove nel 2007 è stata realizzata una meridiana a camera oscura, una delle più grandi oggi esistenti, la prima di queste proporzioni ad essere costruita dalla fine del '800.

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Scopri le attività astronomiche nel “borgo delle stelle” 

Perinaldo, i murales / foto Comune di Perinaldo

4. ROCCA PIETORE (BL)

Situata nel cuore delle Dolomiti (Patrimonio Naturale Mondiale dell’Umanità UNESCO), nella val Pettorina, Rocca Pietore è incastonata tra alcune tra le più imponenti vette dolomitiche come la Marmolada e il CivettaRisorse paesaggistiche e naturalistiche unichestoriacultura tradizioni gastronomiche e artigianali la rendono una destinazione ideale in tutte le stagioni. In inverno è possibile sciare nel comprensorio Arabba-Marmolada; partendo da Malga Ciapela, situata a 1450 metri s.l.m., con la moderna funivia della Marmolada si raggiunge Punta Rocca a 3265 metri s.l.m. Qui si può sciare sulla pista più lunga delle Dolomiti, una tra le più belle di tutto l’arco alpino: la Bellunese.  Da non perdere il borgo di Sottoguda, piccola frazione caratterizzata dalla presenza dei tabièi, fienili in legno simboli di un territorio e di una antichissima tradizione, e dalla chiesetta costruita nel 1486.
Il Carnevale in Val Pettorina è una delle tradizioni più antiche e colorate, recuperata da qualche anno da un gruppo di giovani innamorati delle proprie radici. Sabato 10 febbraio è in programma a Sottoguda la “Mascorèda”, sfilata per le vie dei vari villaggi di un corteo composto dalle maschere tipiche: il Capomàscora, i Matazìn, i Lachè e le Mascore de legn, sapientemente intagliate a mano e tutte diverse tra loro per grandezza ed espressione. Il corteo è accompagnato dalle note della musica popolare dolomitica come ad esempio il suono della fisarmonica. La “Mascorèda, si volgerà anche sabato 3 febbraio nel piccolo villaggio di Laste (fraz. di Rocca Pietore).

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Scopri il Carnevale di Rocca Pietore 

Rocca Pietore, Funivie Marmolada / foto Alessio Mattei

5. BUSSETO E FONTANELLATO (PR)

Busseto, terra di Giuseppe Verdi, è un centro della Bassa Parmense ricco di storia e di tradizioni: fu sede della signoria dei Pallavicino che ne fecero la capitale del loro stato dal X al XVI secolo e nel 1533 venne elevata al rango di città dall’imperatore Carlo V d’Asburgo.  Da non perdere una passeggiata lungo “laStrada del Melodramma”, una sorta di “walk of fame” dedicata al Melodramma e ai suoi protagonisti. Il progetto consiste nell’inserire nella pavimentazione pietre commemorative dedicate a grandi artisti. Un percorso in continua costruzione ed evoluzione, da Piazza Verdi alle scuderie di Villa Pallavicino, dove trovano (e troveranno) posto i nomi più grandi della lirica di sempre, non solo i protagonisti della storia ma anche personaggi viventi, già numerose le pietre commemorative presenti. Sabato 10 febbraio, “San Valentino in musica nei luoghi verdiani” con il racconto delle storie d’amore del Maestro Verdi: quella per la Musica, alla quale si votò fin dalla giovinezza, e quelle per le donne della sua vita. Una visita guidata ricca di aneddoti al Teatro G. Verdi, fascinoso gioiello ottocentesco ed imprescindibile tappa del percorso verdiano.

Busseto / foto Shutterstock

Poco distante da Busseto si trova Fontanellato, la ricchezza delle acque sorgive in questo territorio è all’origine del nome del borgo medievale, sovrastato dalla rocca Sanvitale, costruita dall’omonima famiglia nel XV secolo e residenza della stessa per ben cinque secoli. La rocca è uno degli esempi di fortilizi meglio conservati della regione. Poco fuori dal centro di Fontanellato si trova il Labirinto della Masone, il più grande del mondo, pensato per perdersi e ritrovarsi fra bivi e vicoli ciechi.  In occasione della festa degli innamorati, domenica 18 febbraio, nello splendido scenario della rocca, è in programma una visita guidata a tema “amore”. Un San Valentino davvero speciale, non solo per le coppie ma anche per chi desidera vedere il maniero in un modo diverso e suggestivo. Da non perdere lo straordinario affresco del Parmigianino nella Saletta di Diana e Atteone, ricca di significati nascosti.

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Scopri il San Valentino di Busseto e quello di Fontanellato

Fontanellato, Labirinto della Masone / foto Shutterstock

6. LUCIGNANO (AR)

Splendido borgo della Valdichiana posto sulla sommità di un colle, con un nucleo urbano medievale perfettamente integro, dalla caratteristica forma ellittica, in cui le strade si sviluppano concentriche. Il centro storico, tipico e raccolto, così come i numerosi negozi di prodotti tipici del territorio, conferiscono al borgo un’atmosfera caratteristica e accogliente. Nella parte più alta del paese si trova il duecentesco Palazzo Comunale, sulla cui facciata si riconoscono ancora numerosi stemmi ed epigrafi di podestà e vicari che nel corso del ‘500 -‘600 ricoprirono cariche pubbliche. Il piano terra del Palazzo, sede dell’antico Tribunale e delle prigioni, ospita oggi il Museo Comunale, con dipinti senesi e l’Albero d’oro (sec. XIV e XV),magnifico reliquiario alto 2,70 m. e largo quasi un metro, realizzato per conservare le reliquie dei santi francescani e della Croce di Cristo. Esempio unico di oreficeria medievale, è anche noto come albero dell’amore, in quanto, secondo un’antica tradizione, propizio per gli innamorati. Ancora oggi fidanzati e sposi sono soliti scambiarsi promesse d’amore davanti all’albero.

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Lucignano, museo comunale, particolare dell'albero d'oro / foto Gionny Chimenti

7. SANTA FIORA (GR)

Il borgo medievale di Santa Fiora è arroccato su una rupe di trachite che domina la sorgente del fiume Fiora. Èuna meta da visitare in tutte le stagioni, in inverno la magia del bosco innevato assume atmosfere nordiche. In questo periodo infatti è da vivere il territorio del monte Amiata, con le diverse attività invernali che offre. Il centro storico è diviso in terzieri, da scoprire con una piacevole passeggiata tra i vicoli caratteristici. Da non perdere la Peschiera, parco-giardino sforzesco. Qui si svolge un carnevale particolare, che affonda le sue radici nel passato ed ha un forte valore simbolico: il carnevale muore per lasciare spazio alla Quaresima.  La messa in scena di un funerale giocoso e satirico segna la fine degli eccessi della festa per entrare nel rigore del periodo di penitenza quaresimale. Il “Carnevale morto” si svolge nella frazione di Marroneto, dove la comunità locale è riuscita a mantenere in vita questa ricorrenza che è parte integrante dell’identità del territorio. 

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Santa Fiora, Carnevale morto di Marroneto / foto Paolo Pericci

8. GRADARA (PU)

La rocca di Gradara e il suo borgo rappresentano una delle strutture medievali meglio conservate d’Italia e le due cinte murarie che proteggono la fortezza la rendono anche una delle più imponenti. È qui che probabilmente ha avuto luogo la tragica storia d’amore di Paolo e Francesca, narrata da Dante nella Divina Commedia. Gradara rappresenta un meta ideale per gli innamorati, grazie alla magia che riesce ad evocare non solo la visita al castello, lungo i camminamenti di ronda e nel centro storico, ma anche la bellezza dei paesaggi. Attorno al castello si può percorrere la Passeggiata degli Innamorati o i sentieri del Bosco di Paolo e Francesca che cingono la collina, da cui si può ammirare il paesaggio. In occasione di San Valentino e del Carnevale, la località prevede varie iniziative, come “Gradara d’amare”, dal 14 al 18 febbraio, per vivere tante emozioni nel castello di Paolo e Francesca. La Sfilata di carri allegorici e gruppi mascherati è prevista per domenica 11 febbraio. 

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Castello di Gradara / foto Comune di Gradara

9. ALIANO (MT)

Un piccolo borgo con circa 900 abitanti immerso in un paesaggio quasi lunare, quello dei calanchi lucani. Aliano è stato immortalato dalla penna di Carlo Levi, che con il nome di Gagliano lo descrisse in Cristo si è fermato a Eboli. Profondo il rapporto tra lo scrittore e il borgo, in cui visse in confino e che amò a tal punto da voler essere seppellito nel piccolo cimitero del paese. È possibile visitare la Pinacoteca Carlo Levi, il Parco letterario Carlo Levi e la casa restaurata dove abitò.  Da vedere anche il Museo della civiltà contadina e la curiosa Casa del malocchio che ha le sembianze di un volto umano per tenere lontani gli spiriti e gli influssi negativi. Di antica tradizione ad Aliano sono i festeggiamenti per il Carnevale, con le tipiche “maschere “cornute” che ogni anno si aggirano per le stradine del paese, accompagnate dalla musica delle fisarmoniche e della “cupa cupa”. Si tratta diopere uniche costruite dagli abili artigiani locali, vengono indossate insieme a coloratissimi cappelli che cercano di smorzare l’aspetto minaccioso delle maschere. Anche a Carnevale, la cucina contadina alianese esprime le proprie antiche tradizioni attraverso ricette secolari: questo infatti è il periodo delle frzzue che si preparano con un filo di giunco attorno al quale si avvolge la pasta, che poi viene sfilata.  

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Carnevale di Aliano / foto basilicataturistica.it

10 - GAVOI (NU)

Nel cuore selvaggio della Sardegna, a quasi 800 m. di altitudine, il borgo di Gavoi è disposto ad anfiteatro sul digradante pendio di una conca boscosa della Barbagia. Il suggestivo centro storico è caratterizzato da costruzioni in granito con i balconi in legno o ferro battuto. Da visitare la parrocchiale di S. Gavino Martire, costruzione tardo-gotica sovrastata da un’imponente torre campanaria, con un rosone in stile gotico e opere di grande pregio. Il carnevale gavoese èil più musicale dell’isola, ha origini molto antiche e probabilmente deriva dai riti in onore di Dionisio. Si differenzia dagli altri carnevali della Barbagia perché non ci sono maschere tragiche o le ancestrali pantomime derivate dalle credenze del mondo agro-pastorale. Qui troviamo allegria e tanta musica. Inizia il giovedì grasso, quando si tiene "Sa Sortilla ‘e Tumbarinos", il raduno dei tamburi, costruiti interamente a mano, che diventa poi sfilata per le vie del paese fino a notte inoltrata. Il carnevale, accompagnato da canti e balli tradizionali, continua poi il sabato, la domenica, il lunedì e il martedì successivi, concludendosi il Mercoledì delle Ceneri con il segno della croce fatto sulla fronte con il sughero bruciato. Tanti i prodotti tipici da degustare in questa occasione.

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Carnevale di Gavoi / foto Gianfranca Lucchette