Prima i monaci del periodo bizantino, poi gli arabi, quindi i normanni, infine la signoria dei Ventimiglia: periodi e presenze differenti, ma che hanno tutte concorso a lasciare in eredità ai centri più antichi delle Madonie un impianto medievale, una serie di pregevoli opere d'arte e, in particolare, un autentico patrimonio scultoreo. Si tratta di statue, bassorilievi, portali sovente usciti da una delle più creative botteghe d'arte della Sicilia, quella avviata da Domenico Gagini, lo scultore originario del Lago di Lugano che, dopo aver imparato l'arte a Firenze alla scuola del Brunelleschi, avviò a Palermo una bottega di famiglia i cui discendenti restarono attivissimi in tutta la Sicilia per cinque generazioni.

Caratteristiche urbanistiche e artistiche che si ritrovano anche a Petralìa Sottana, raccolto borgo delle Madonie dove è piacevole passeggiare fra chiese e palazzi, percorrendo il corso, attraversando i quartieri della Pusterna e del Carmine, del Salvatore e del Casale, soffermandosi infine fra gli abitanti locali in piazza Umberto I, cuore cittadino, e da qui lanciando lo sguardo sulla valle dell'Imera e sul monte San Salvatore.

La piazza stessa è dominata dalla seicentesca Chiesa Madre, cioè il Duomo dedicato alla Madonna Assunta. Un portale tardogotico dice però che la chiesa esisteva già nel 500. L'interno, a tre navate, è particolarmente ricco di opere d'arte del Quattro, Cinque e Seicento. Di assoluto rilievo la statua di Gesù Bambino attribuita ad Antonello Gagini, geniale figlio di Domenico. Da non mancare anche una occhiata all'intarsio barocco dell'altare nella cappella dell'Immacolata e ai tesori conservati nella sacrestia.

Passando sotto il campanile alto 30 metri, si sbuca poi davanti alla chiesa della SS. Trinità (“la Badia”). Varcato l'elegante portale quattrocentesco ad arco acuto, davanti al visitatore si staglia una delle opere più importanti del territorio: una enorme (è alta 8 metri), spettacolare ancona che racconta la Vita di Cristo con 23 formelle a bassorilievo policromato disposte su tre fasce, capolavoro di Giandomenico Gagini (1542), che lo concepì quasi come un retablo spagnolo in pietra (nella foto, un particolare).

Non sono queste però le uniche chiese di Petralìa, piccolo borgo la cui fisionomia è stata in gran parte determinata anche dalla secolare presenza in paese dei francescani (sia frati minori che cappuccini) nonché delle monache benedettine. Ecco dunque la chiesa della Misericordia, con un massiccio campanile del 1597. E poi la cinque-secentesca S.Maria della Fontana o della Vittoria, che contiene alcuni interessanti gruppi marmorei, anch'essi di scuola gaginesca. E ancora, la piccola, suggestiva chiesa di San Francesco (1484), accanto all'ex convento francescano: ha una sola navata tutta affrescata a colori vivaci, oltre a un tabernacolo e a un pulpito lignei intagliati da Pietro Bencivinni a inizio 700. E infine, la cinquecentesca chiesa del Monte di Pietà, al cui interno è esposto un grande presepe (Petralilium in Praesepio) che riproduce fedelmente alcuni scorci di Petralìa Sottana. Non bastasse, Petralìa Sottana è letteralmente dominata, dall'alto, dalla mole dell'ex convento dei frati minori riformati (XVII sec.), mentre a nord del paese c'è il santuario della Madonna dell'Alto, a oltre 1800 metri (nella foto), dove nella notte di Ferragosto, illuminata da mille falò, tutti gli abitanti del paese salgono a venerare la quattrocentesca statua della Madonna.

Petralìa Sottana si può visitare seguendo il percorso del Sentiero Geologico Urbano, un itinerario unico in Europa, segnato con borchie d’ottone, che portano a scoprire fossili del Miocene, coralli sui portali delle case e delle chiese, grotte carsiche, sorgenti in pieno centro cittadino, un'antica neviera, un pioppo nero il cui tronco misura 6 metri di circonferenza e 30 di altezza (è censito tra gli alberi monumentali del Parco delle Madonie) vicino al museo storico-etnografico 'u Parmintieddu. C'è anche il Museo civico Antonio Collisani, cui è dedicata una scheda apposita.

Sede dell'Ente Parco delle Madonie, Petralia Sottana è infine base ideale per partire alla sua scoperta sfruttando una serie di sentieri geologici e naturalistici ben segnalati. Per esempio, dal paese si può raggiungere il Vallone Madonna degli Angeli, dove si trova una ventina di abeti dei Nebrodi (Abies Nebrodensis), dalla chioma a campana: in via di estinzione, sono tutti catalogati e protetti. Tre alberi magnifici alti oltre venti metri (un rovere e due aceri) si ammirano anche lungo il sentiero Monumenti della Natura di Pomieri.

Una meta recentemente resa fruibile è poi la Centrale idroelettrica di Contrada Catarratti, raggiungibile percorrendo il sentiero geologico “La pietra e l'acqua”. Completata nel 1908 dalla Siemens Shuckert di Roma, che ne curò la parte elettrica, immersa nel verde e recentemente restaurata, è un esempio di sfruttamento delle energie rinnovabili tra i più antichi d’Italia, comprendendo quattro impianti posti a cascata lungo le rive dell’Imera Meridionale. Grandiosa la sala macchine, con tre gruppi di turbine. Entrata in esercizio nel 1908, la centrale cessò la produzione di energia elettrica nel dicembre 1972 a seguito di un'alluvione. Oggi è un esempio di archeologia industriale unico nelle Madonie.

Crediti foto: in alto, Salvatore Pirrera/concorso fotografico Touring "Borghi d'Italia". 1. panorama, Mario di Giovanni; 2. ancona Gagini, petraliavisit.it; 3. santuario Madonna dell'Alto, sito web cefalumadoniehimera.it; 4. panorama Madonie, sito web geoparks.

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