Perinaldo è la terra del carciofo provenzale. Un particolare tipo di carciofo, chiamato anche violet o selvatico, che qui fu introdotto niente meno che da Napoleone Bonaparte. Accadde nel maggio 1794 quando il venticinquenne generale, agli albori della sua scalata al potere, al comando dell'armata repubblicana francese passò da Perinaldo dove fu ospite dei signori Maraldi, la famiglia più in vista del paese: qui il futuro imperatore si stupì che a così breve distanza dalla Francia non si producesse il carciofo provenzale, di cui evidentemente era ghiotto.
Fu lo stesso Napoleone che, alcuni mesi dopo, si premurò a inviare dalla Francia alcune piantine di carciofo provenzale, che negli orti di Perinaldo trovarono un habitat favorevolissimo, al punto di diventare un punto fermo sia nelle coltivazioni sia sulla tavola degli abitanti del posto. Che oggi il carciofo di Perinaldo, senza spine, tenero e senza barbe all’interno, lo consumano in tutti i modi possibili: crudo in insalata, al forno con i funghi porcini, conservsto sott'olio, facendone frittelle, e via dicendo.
Perinaldo celebra quello che è ormai a pieno diritto il “suo” carciofo con una grande festa nel mese di maggio, assieme all'olio di olive taggiasche, la famosa varietà di olive del Ponente ligure che a Perinaldo a loro volta hanno dei “progenitori” specifici: i frati francescani che nel 1640, all'atto di insediarsi in paese, sostituirono la coltivazione dell'ulivo olivastro con la varietà taggiasca. L'olio dei frati e il carciofo di Napoleone formano così un'imprevista alleanza tra sacro e profano che a Perinaldo trova il consenso unanime di tutti.
La gastronomia locale conserva poi antiche tradizioni sia della cucina povera, come la “meesana” (fiori di zucca ripieni, serviti come antipasto caldo), sia di quella nobiliare, eredità lasciata dai Doria e dalle famiglie più importanti che qui soggiornavano (durante l'estate: immancabile il coniglio alla ligure, ma è assai diffuso anche lo stoccafisso con le olive taggiasche). Pane tipico è il “pan” tondo a ciambella, mentre il vino è, ovviamente, il re dei vini del Ponente ligure, il Rossese, localmente “Rocense”.
Testo di Roberto Copello; foto Sanremonews (carciofo), Wikipedia Commons (olive)
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