Nel Beneventano a Cerreto Sannita, borgo Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, il territorio si può scoprire con 3 escursioni che offrono scorci spettacolari e mostrano affascinanti tracce di storia.
Percorso per il Ponte di Annibale
Un piccolo sentiero porta allo spettacolare Ponte di Annibale, a schiena d'asino, che la leggenda unisce al passaggio del condottiero cartaginese durante la Seconda Guerra Punica (218-202 a.C.). Realizzato in epoca romana per attraversare le due sponde del torrente Titerno, è possibile percorrerlo a piedi, lunghezza13 metri larghezza circa 1,50 metri. Nel corso dei secoli ha subito diverse ristrutturazioni che però non ne hanno intaccato la struttura originaria, sono state aggiunte solo delle ringhiere in ferro per questioni di sicurezza. Adatto anche ai bambini, arrivati nel punto in cui inizia il percorso lungo la montagna per accedere all’antico ponte romano, si trova un monumento in ferro a rappresentare gli elefanti dell’esercito di Annibale. Mentre lungo la discesa sono presenti dei tavoli e delle panche in pietra per riposare o fermarsi a consumare il pasto al sacco. Costruito interamente con pietra locale, la storia narra che il passaggio del battaglione fu guidato o da Annibale in persona (secondo Polibio) o dal suo generale, Annone (secondo Tito Livio). La leggenda, invece, vuole che Annibale avesse voluto oltrepassare il fiume per nascondere momentaneamente, sul vicino monte Cigno, un bottino di guerra. È un’ipotesi plausibile, contando il fatto che realmente nel 1951 vennero rinvenute su monte Cigno alcune monete in argento di epoca romana, databili appunto al periodo storico della narrazione.
Percorso per le Forre del Titerno
Scavate dall'erosione dell’acqua del fiume Titerno nel corso di milioni di anni, le “Forre” sono 3. Si tratta di una serie di gole situate al confine fra i comuni di Cerreto Sannita e di Cusano Mutri, uno dei luoghi più incantevoli del Parco Regionale del Matese. Ricadono nel territorio di Cerreto, le “Forre di Lavello”, laddove l’acqua ha creato uno stretto canyon fra i monti Erbano e Cigno, il cosiddetto "Lavello" appunto. Il Lavello è raggiungibile tramite un apposito sentiero guidato di circa 2 km e (percorribile in circa 2 ore) che permette di costeggiare in sicurezza il Canyon e che comprende altri importanti siti di interesse naturalistico e storico come la Grotta Chiusa o dei Briganti, la Grotta delle Fate, la Grotta delle Streghe, il Belvedere, il Ponte del Mulino e il Mulino di Zì Fiore. Il Lavello ha una profondità massima di 30 metri e un diametro massimo di 15 metri. È possibile raggiungere le Forre a piedi. Non è un percorso adatto ai bambini.
Percorso per "La Leonessa"
Nel territorio di Cerreto Sannita, al confine con Guardia Sanframondi, un colossale “felino” sorveglia da sempre le terre del Sannio. Si tratta di imponenti blocchi rocciosi “erratici”, alti fino a 35 metri, che gli agenti atmosferici hanno modellato nel corso dei millenni, conferendo loro il curioso profilo di una “Leonessa”. È un sito di notevole importanza che concentra interessi di tipo geologico, religioso e storico. Durante alcuni scavi, effettuati alla fine dell’800, sono stati scoperti manufatti e strumenti utilizzati per la caccia e la lavorazione dell’argilla che testimoniano una frequentazione del luogo già dal Paleolitico. Inoltre, uno dei ritrovamenti più interessanti riguarda la tomba di un guerriero sannita, completo della sua armatura. Altre testimonianze di particolare rilevanza sono legate anche a epoche successive.
Il cuore roccioso della Leonessa presenta un piccola grotta naturale votata dai Longobardi a San Michele Arcangelo, probabilmente per consacrare il luogo che precedentemente aveva ospitato culti pagani. Qui fu sepolto il vescovo Biagio Caropipe, le cui spoglie nel 1784, furono trasferite nella Cattedrale di Cerreto Sannita.
La grotta era ormai diventata un ricovero per greggi e pastori. Nell’anno 2000, la Comunità Montana del Titerno ha riqualificato questo sito trasformandolo in una delle mete più interessanti dell’intero comprensorio del Matese. È sufficiente percorrere poche decine di metri per ammirare lo spettacolare panorama che si apre una volta raggiunto l’affaccio prossimo alla grotta. La presenza di “vie chiodate” testimonia anche un forte interesse anche da parte degli appassionati dell’arrampicata sportiva verso questi enormi blocchi di roccia levigata. I massi erratici sono enormi blocchi di rocce trascinati dai ghiacciai verso il fondovalle, definiti anche come “sassi che camminano”. Quello di Cerreto Sannita è noto anche come La Morgia di Sant’Angelo oppure Masso delle streghe. Secondo una leggenda, infatti, la grotta era luogo di riunioni di streghe per praticare i loro rituali.
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