Dopo aver co-progettato con gli operatori locali una decina di esperienze di viaggio su cinque temi condivisi – enogastronomia, borghi e castelli, slow tourism, osservazioni naturalistiche e attività sportive outdoor – e averle testate sulla community Touring, l’attività di accompagnamento in Oltrepò si è chiusa con tre workshop specialistici su promo-commercializzazione del prodotto, rapporto con i tour operator e organizzazione del sistema turistico locale.
Il primo incontro – svoltosi a Varzi il 18 aprile scorso – ha ospitato Antonia Latino, dell’Ufficio Marketing e Comunicazione di Explora, la Destination Management Organization di Regione Lombardia, CCIAA Metropolitana e Unioncamere Lombardia. Durante il workshop sono state presentate le diverse opportunità di promozione offerte dalla DMO ed è stata sottolineata la necessità di un’organizzazione locale di operatori coesa per dialogare efficacemente con l’esterno.
Il secondo incontro, il 9 maggio a Voghera, ha visto la partecipazione di due tour operator specializzati in turismo enogastronomico e slow tourism. Tullia Caballero di S-cape e Fabio Pittella di Adagio-con-Brio hanno spiegato cosa i turisti internazionali, in particolare quelli di lingua tedesca, si aspettano da una vacanza alla scoperta dell’Italia meno nota e come gli operatori locali possono organizzare i propri servizi di conseguenza.
L’ultimo incontro, il 23 maggio sempre a Voghera, ha portato la testimonianza di un territorio turisticamente “avanzato” della Lombardia: la Valtellina. L’ospite, Matteo Dessì, responsabile di prodotto dell’APT di Livigno, ha raccontato come è stata organizzata l’offerta del prodotto natura e sport e di quale ruolo ha giocato un’organizzazione efficiente del settore pubblico e del privato per il raggiungimento di risultati importanti per il territorio.
LA PRESENZA IN FIERA
Del progetto si era parlato in occasione di Fa' la cosa giusta, fiera sugli stili di vita sostenibili organizzata da Terre di Mezzo a Milano, dove era stato organizzato l'incontro Il rilancio turistico dell’Oltrepò Pavese. L’esperienza del Touring Club Italiano nella valorizzazione delle aree interne insieme a Fondazione Cariplo con il Programma AttivAree per supportare il territorio nella promozione dei suoi innumerevoli fattori di biodiversità ambientale.
In occasione dell’ultimo laboratorio di progettazione partecipata, organizzato a Varzi il 21 marzo scorso, erano invece stati presentati agli operatori locali i risultati dell’indagine condotta dal Centro Studi del Touring Club Italiano sui circa 39mila iscritti alla community Touring che risiedono nelle province lombarde, piemontesi, liguri ed emiliane più vicine all’Oltrepò: in pochi giorni erano stati compilati circa 1.400 questionari on line. Questi i risultati.
L’enogastronomia costituisce la componente predominante dell’immagine dell’Oltrepò (69%), con una netta prevalenza del vino (58%) sui prodotti alimentari (11%). Seguono a distanza natura e paesaggio (15%) e borghi e castelli (11%). L’Oltrepò Pavese non può dirsi una destinazione propriamente sconosciuta da parte dei residenti nelle aree interessate dalla survey visto che l’85% dei rispondenti afferma di esserci stato. In ogni caso, il territorio non costituisce ancora un vera e propria destinazione turistica: solo il 25% di tutti i rispondenti, infatti, vi ha trascorso una vacanza di più giorni mentre la maggior parte l’ha visitata come meta escursionistica in giornata (60%).
Il primo appuntamento si era svolto lo scorso 19 dicembre a Varzi dove sono stati presentati e discussi i nuovi trend del turismo contemporaneo e le loro connessioni con il territorio: dal turismo lento, con i diversi Cammini, le Vie e la rete escursionistica che contraddistinguono l’Oltrepò, a quello più prettamente sportivo – in particolare per gli amanti della mountain bike – alle osservazioni naturalistiche con il “butterfly watching”. Il tutto senza dimenticare la vocazione termale dell’area, la presenza di un patrimonio di piccoli borghi e di un’enogastronomia in grado di completare l’offerta per il turista. La giornata era stata aperta dal presidente della Fondazione Riccardo Fiamberti e ha visto la partecipazione di circa trenta operatori attivi nell’area collinare e montana della provincia di Pavia, nonché di rappresentanti delle istituzioni locali.
Sempre a Varzi si erano poi svolti due laboratori dedicati alla progettazione partecipata di esperienze di viaggio, alla presenza di oltre 50 operatori perlopiù attivi nell’area collinare e montana, motivati a mettersi in gioco per far crescere il turismo. La giornata del 17 gennaio era iniziata con un lavoro sugli attrattori: ognuno ha potuto citare luoghi, eventi e punti di interesse in grado di stimolare il turista a visitare l’Oltrepò. Da questa prima ricognizione, gli operatori avevano identificato cinque temi prioritari: outdoor, osservazioni naturalistiche, enogastronomia, slow tourism, castelli/borghi/abbazie. Si erano formati così altrettanti gruppi di lavoro che hanno descritto in una scheda di grandi dimensioni attrattori e servizi in grado di comporre un’esperienza di viaggio vendibile, sulla base delle tendenze del turismo di oggi. L’incontro si era concluso con una presentazione dei lavori e l’identificazione delle prime idee di prodotto da sviluppare.