Uno studio realizzato dal Centro Studi TCI per Enit-Agenzia Nazionale del Turismo, in collaborazione con Ipsos, ha indagato il mondo del turismo escursionistico dandone innanzitutto una definizione: si tratta di un turismo itinerante, svolto prevalentemente a piedi in contesti generalmente rurali o montani per motivazioni naturalistiche, religiose/spirituali o di benessere psicofisico.
Successivamente lo studio ha condotto un focus sull’offerta dei cammini italiani (100 percorsi individuati per circa 30.000 km complessivi) analizzando tra questi i più visibili agli occhi dei potenziali fruitori, ovvero quelli con siti web turistici dedicati, in tutto 63.
Qui di seguito i principali risultati:
- Il 76% dei siti elenca i servizi/convenzioni presenti lungo il percorso, fornisce tracce gpx e descrive gli attrattori dei territori;
- Il 75% dei siti rilascia credenziali/testimonium;
- Il 73% dei siti rimanda a un canale social (al primo posto si trova Facebook, al secondo Instagram e al terzo YouTube);
- Il 70% dei siti propone guide ufficiali o materiali informativi cartacei o scaricabili;
- Il 52% dei siti è multilingua (inglese sempre presente);
- Il 35% dei siti offre l’acquisto di pacchetti/escursioni;
- Il 25% dei siti fornisce il servizio di alert per informare i camminatori sulle condizioni del percorso.
Lo studio riporta anche i risultati di un’indagine demoscopica condotta tra il 15 agosto e il 15 settembre 2023 su campioni rappresentativi della popolazione italiana (1.000 casi), francese, inglese e tedesca (500 casi per Paese) con metodo CAWI. Di seguito i principali risultati.
Per quanto riguarda il più generale ambito del turismo lento (a piedi e in bicicletta), in Italia sono stati stimati circa 3,6 milioni di praticanti (coloro che hanno già fatto un’esperienza di questa tipologia di turismo e che vorrebbero farla in futuro), in Francia 4,8 milioni, 5,6 in Germania e 7,1 nel Regno Unito. Per tutti questi mercati, il Paese preferito per una vacanza lenta è sempre l’Italia. Per quanto riguarda le regioni scelte, gli italiani hanno indicato al primo posto il Trentino-Alto Adige (seguito da Toscana, Umbria e Sicilia), i francesi e gli inglesi la Sicilia (e al secondo posto la Toscana) e i tedeschi la Toscana, seguita dalla Sicilia.
Per quanto riguarda il turismo escursionistico (solo a piedi), in Italia sono stati stimati infine 2,7 milioni di praticanti, in Francia 4,5 milioni, 4,6 in Germania e 5,4 nel Regno Unito.
“Il turismo lento rappresenta un segmento in forte ascesa che favorisce anche la sostenibilità soprattutto in termini di destagionalizzazione, decongestione dei flussi e creazione di nuove opportunità di lavoro. In più, è un modo di viaggiare che ben si sposa con l’enogastronomia, fattore identitario noto in tutto il mondo e dal fortissimo potere di attrazione per i turisti italiani e stranieri. Mettere a sistema i cammini come prodotto turistico, con le loro specifiche identità e omogeneità, è una delle sfide che il governo si pone in ambito turistico. I cammini religiosi – su cui nell’ultima legge di bilancio abbiamo stanziato ulteriori 15 milioni, per un ammontare complessivo di oltre 19 –, poi, costituiscono un’occasione preziosa in vista del Giubileo 2025, che vedrà arrivare oltre 30 milioni di turisti nella sola capitale. Un appuntamento, questo, che non deve farci trovare impreparati. Invece, dobbiamo lavorare insieme – ministero, Regioni e gestori dei cammini – stabilendo una tabella di marcia di interventi in tema di percorribilità, segnaletica, servizi accessori e campagne di comunicazione mirate” sostiene il Ministro del Turismo Daniela Santanchè.
“L'importanza di sviluppare il turismo legato ai cammini risiede nel fatto che questa forma di turismo offre un'esperienza unica, arricchente e sostenibile sia per i viaggiatori che per le comunità locali. I cammini sono un patrimonio culturale e spirituale di inestimabile valore e permette di promuovere la conservazione e la valorizzazione di percorsi storici e culturali. I cammini rappresentano antiche vie di comunicazione che hanno giocato un ruolo fondamentale nella storia delle popolazioni locali. Attraverso un turismo ben gestito, è possibile preservare e tutelare questi percorsi, garantendo la conservazione del patrimonio culturale e storico delle regioni interessate. Un'opportunità di sviluppo economico per le comunità locali. I visitatori che percorrono i cammini hanno bisogno di servizi come alloggi, ristoranti, guide turistiche e trasporti. Questa domanda crea una serie di opportunità di lavoro per gli abitanti del luogo, contribuendo così al miglioramento delle condizioni economiche delle comunità interessate. Inoltre, il turismo legato ai cammini può favorire la nascita di attività artigianali e di produzione locale, permettendo alle comunità di valorizzare le proprie tradizioni e risorse” commenta Ivana Jelinic, Presidente e Ceo Enit.
“Questa ricerca sul turismo escursionistico, che Touring Club Italiano auspica di poter aggiornare nei prossimi anni ampliando il numero di cammini analizzati, permette di prendere sempre più consapevolezza dell’importanza di questo tipo di turismo, relativamente giovane per il nostro Paese, ma che ha avuto un forte impulso a partire dalla pandemia quando, a un nucleo consolidato di praticanti, si sono aggiunte tante altre persone, spinte dal bisogno di contatto con la natura e dal desiderio di conoscere l’Italia sotto un diverso punto di vista. L’attività di ricerca e la recente certificazione ‘Cammini e percorsi’ rappresentano l’impegno concreto del TCI per un turismo sempre più sostenibile” dichiara Giulio Lattanzi, Direttore Generale del Touring Club Italiano.