Per tutto il Medioevo fu una delle quattro basiliche maggiori di Napoli, insieme con quella dei Santi Apostoli, di San Giovanni Maggiore e Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta.
Costruita tra la fine del IV secolo e gli inizi del V secolo la Basilica di San Giorgio Maggiore è detta la severiana, perché voluta dal vescovo S. Severo di Napoli. Ristrutturata radicalmente da Cosimo Fanzago (1640), con un’inversione dell’orientamento della navata maggiore, presenta oggi l’ingresso nello spazio del catino absidale dell’antica chiesa paleocristiana.
La facciata ottocentesca è semplice, quasi priva di decorazione: due ordini con colonne dai capitelli compositi al primo livello e corinzi nel secondo. Sopra il portale d’ingresso, tra due colonne marmoree con capitelli corinzi, si apre una nicchia che presenta la Madonna col Bambino - opera sempre ottocentesca di Nicola Massuti su bozzetto di Raffaele Belliazzi. Nel timpano è un medaglione con la figura in rilievo di San Giorgio a cavallo.
Nella seconda metà del XIX secolo la chiesa perse la navata destra, eliminata per realizzare l’attuale via Duomo.
La navata centrale, scandita da tre campate con cupole sorrette da colonne dai capitelli compositi, si conclude con un'ampia abside rettangolare. L’altare maggiore, anticipato da una balaustra marmorea del settecento, è opera di Camillo Lionti (1786). Decorato, ai lati, da due sculture l’Orazione e la Chiesa di Angelo Viva, custodisce una teca con le reliquie di San Severo.
Nell’abside è esposto un crocifisso settecentesco e, alle pareti, due grandi tele di Alessio D'Elia: a destra San Severo che resuscita un morto e a sinistra San Giorgio che uccide il drago. Sotto questa opera, venne trovato per puro caso un San Giorgio affrescato da Aniello Falcone (XVII secolo); probabilmente, il vero autore, per motivi cronologici, è da identificarsi con Andra, il nipote. Grazie al telaio mobile, oggi è possibile ammirare entrambe le versioni della scena.
Addossata al terzo pilastro destro della navata maggiore, è la medievale cattedra di San Severo, fondatore della chiesa; antistante fa mostra di se il monumentale pulpito marmoreo con il bassorilievo di Diego De Siloe Madonna col Bambino.
La navata sinistra, coperta con volte a botte, è scandita da tre cappelle laterali. La prima cappella ha sopra l'altare maggiore la Conversione del ladrone Disma (Francesco Peresi, 1713); nella seconda sull’altare maggiore c’è la piccola tavola della Madonna della Potenza in stile bizantino riconducibile al XIV secolo seppur ridipinta in epoche successive. Ai lati, entro due nicchie, sono presenti due statue in stucco di ignoto autore del settecento: santi Giacomo e Giovanni. Sant’Andrea e San Pietro sono “ospiti” della terza cappella, dove, sull’altare, è esposto un trittico di Francesco Solimena, datato 1687 (probabilmente la sua prima opera documentata a Napoli). Ai lati sono rappresentati San Nicola e Sant'Antonio, al centro gli angeli sorreggono un crocifisso del 1725 circa, opera attribuita a Nicola Fumo.
Addossati alla parete destra della navata mediana, in corrispondenza degli archi su cui si aprivano le cappelle della scomparsa navata destra, sono invece collocati tre dipinti. Nel primo arco è L'arcangelo Raffaele e Tobiolo, di Francesco Peresi; nel secondo è invece l'ingresso laterale alla chiesa, con in alto un balconcino su cui è collocata la cantoria. Nella terza arcata, è collocata la tela di Giovanni Balducci (1629) raffigurante la Madonna col Bambino e i santi Giorgio e Severo.