Chiavenna, capoluogo dello storico contado, è una bella cittadina in provincia di Sondrio, quasi a ridosso del confine di Stato con il Canton dei Grigioni, in Svizzera, alla quale il Touring ha assegnato la Bandiera arancione per le qualità turistico-ambientali.
Il borgo è al centro di una valle che inizia dove finisce il Lago di Como. Qui la natura da' il suo meglio e cultura e tradizioni rendono la destinazione invitante in ognuna delle quattro stagioni.
L'autunno, con i colori spettacolari del foliage, l’atmosfera accogliente dei crotti, le bottiglie di Inferno e di Sassella da stappare, i funghi che completano il ventaglio dei sapori di montagna, unendosi a bitto e polenta taragna, a pizzoccheri e bresaole; l'inverno, con le piste da discesa e da fondo tirate a lucido, ma anche con mille altre innovative possibilità: dal telemark allo snowkite, dagli snowpark allo sleddog; primavera ed estate, quando valli e montagne invitano a passeggiate, escursioni, trekking, arrampicate... 
Valchiavenna / foto Shutterstock
 
CHIAVENNA E I SUOI TESORI 
SIpario su Chiavenna, che conserva gelosamente i retaggi di un nobile passato, spiegabili con la sua collocazione al bivio fra due vie di comunicazione lungo le quali per secoli sono transitate grandi ricchezze. Una è la strada del passo dello Spluga, da cui un tempo calavano i lanzichenecchi e sui cui sentieri ora nella bella stagione calano gli escursionisti impegnati nell’entusiasmante Via Spluga (65 km da percorrere in 7 giorni fra Chiavenna e Thusis). L'altra è la strada che imbocca la bassa Val Bregaglia, salendo verso il passo del Maloja, l'Engadina e St. Moritz.
 
Non c'è dunque da stupirsi che Chiavenna sia un borgo gioiello, dove chiese, palazzi e ville, musei, monumenti e piazze, fontane, facciate dipinte e portali in pietra ollare raccontano la storia di una cittadina antica, nobile e potente. E gioiello nel gioiello, qui si conserva uno dei più preziosi e raffinati capolavori dell’oreficeria medievale: la Pace di Chiavenna, una “copertina” di evangeliario del XII secolo con 25 lamine di oro sbalzato, gemme, perle e smalti: si trova nel Museo del Tesoro adiacente alla collegiata di San Lorenzo, che conta 15 secoli di storia.
Il castello dei Conti Balbiani di Chiavenna / foto Shutterstock
GASTRONOMIA: DALLA BRISAOLA AI VINI
Ma Chiavenna è anche uno scrigno di tesori gastronomici. A partire dalla brisaola, con la i, come è chiamata in Valchiavenna, per arrivare ai violini di capra, salumi prodotti con la coscia e la spalla della capra che hanno proprio la forma di un violino e sono stagionati almeno 60 giorni. Le più tipiche specialità valchiavennasche si gustano anche nei caratteristici crotti, ricavati tra i massi addossati al monte, dove una fredda corrente d'aria, il Sorèl, mantiene sempre la temperatura a 8 gradi, garantendo un habitat ideale a vini e salumi. Una dolce alternativa a salumi e formaggi sono i morbidi biscottini di Prosto, frazione del comune di Piuro, preparati solo con farina, zucchero e burro e che un tempo erano sfornati per le feste patronali.
E se amate il buon vino, la Valchiavenna sa tener testa alla Valtellina. A Chiavenna, la fornitissima enoteca La Specola propone con competenza tutti i migliori vini valtellinesi e chiavennaschi. Come quelli del nome nobile dell’enologia locale, Mamete Prevostini, famoso perché nel vicino borgo di Mese ha fatto della coltivazione del Nebbiolo un’arte. 

Piatti tipici al Crotto Belvedere
 
PALAZZO VERTEMATE FRANCHI, ODE AL RINASCIMENTO ITALIANO
L'enologia poi si sposa alla cultura spostandosi nella vicina Piuro e visitando Palazzo Vertemate Franchi, una delle più belle ville rinascimentali d'Italia, sopravvissuta alla gigantesca frana che nel 1618 spazzò via quasi tutto Piuro (allora borgo ricchissimo) con i suoi mille abitanti. Saloni affrescati e soffitti intarsiati esprimono una magnificenza degna di una corte reale. Le sue linee eleganti e sobrie non fanno trasparire all´esterno la ricchezza delle decorazioni e degli arredi degli spazi interni. 
Visitando le singole sale, si coglie il sapore di un tempo perduto. Due commercianti nella seconda metà del Cinquecento seppero creare in una residenza di periferia, oggi diremmo nella seconda casa, un ambiente raffinato, senza guardare a spese. Varcata la soglia del portale bugnato, con incisi i nomi dei due fratelli che fecero costruire il palazzo e con il loro stemma sulla chiave del'arco, si entra nell'atrio. Le pareti e i soffitti a volta, come quelli dei locali che vi si affacciano, sono dipinti a fresco. Solo la sala di Giunone ha le pareti rivestite in legno con pregevoli intarsi. Nell'atrio-corridoio, che si apre su un cortiletto che una vite canadese colora di un intenso rosso in autunno, si incontrano le allegorie dei quattro elementi, cui fanno riscontro sulla volta Giunone, Cerere, Bacco e Priapo, che stanno a indicare il rapporto con la terra madre, che dispensa ricchezza e offre protezione per gli orti, le vigne, gli armenti e le api.

Ma la sorpresa è attorno al palazzo, dove si stendono un giardino all’italiana e un bellissimo vigneto cinto da mura, piantato con vitigni di Traminer aromatico e di Riesling da cui lo stesso Mamete Prevostini ricava un sontuoso bianco passito, ovviamente battezzato “Vertemate”, che stupisce per l’aroma di albicocca e pesca. Bottiglie rare, che si trovano ovviamente allo shop della villa.


Palazzo Vertemate Franchi, gli orti

CASCATE, NEVE E ZAFFERANO

Cultura e natura, natura e cultura: appena fuori di Chiavenna, la cascata dell’Acquafraggia è una delle più belle d’Italia e continua a dominare con il suo doppio salto finale un idillio di boschi e verdi prati, proprio come quando la ammirava Leonardo da Vinci. Lassù, sopra la cascata, a 932 metri di quota, l’isolata Savogno, raggiungibile soltanto a piedi, conserva con l’architettura spontanea delle sue case in pietra il fascino di un borgo semideserto, da eremiti moderni. Impressioni d'altri tempi, che si ritrovano a Prosto di Piuro dove un artigiano locale, Roberto Lucchinetti, da anni ha ripreso la tradizione di lavorare la pietra ollare, ricavando recipienti per la cottura (i tipici “lavecc”) preziosi, e costosi, come gioielli.
 
Dall'acqua alla neve. A pochi chilometri da Chiavenna, fino a Pasqua, la skiarea Madesimo-Valchiavenna-Campodolcino offre una favolosa esperienza sciistica (anche se non nevica, grazie al perfetto innevamento artificiale), nel comprensorio di piste che è il più vicino a Milano, fra cui quella del leggendario canalone Groppera che Dino Buzzati, sciatore provetto, negli anni 50 definiva senza esitazione “un’opera d’arte… la più bella pista delle Alpi”. 
Quando invece la neve si sarà già sciolta, fioriscono i crocus, o zafferano alpino: fra aprile e maggio la loro fioritura sull’altopiano degli Andossi, sempre verso Madesimo, è uno spettacolo unico, con mille sfumature di bianco e di viola.
Avendo qualche giorno in più per visitare la valle e andare persino oltre, le possibilità non mancano. A Chiavenna la valle si biforca: il ramo verso nord-est punta verso il passo del Maloja e l'Engadina, mentre la valle che punta a nord, chiamata val S. Giacomo o valle Spluga risale la montagna toccando Campodolcino e Madesimo fino al passo dello Spluga, oltre il quale si apre la Svizzera, con una discesa vertiginosa al borgo di Splugen.
La cascata dell'Acqua Fraggia / foto Shutterstock