A Sappada, borgo Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, lavora con grande passione e dedizione Manuel Graz Cesco, un giovane scultore, classe 1993, che lavora per lo più col legno, per creare sculture e maschere legate ai più antichi e traduzionali rituali del carnevale sappadino.

«Mi sono avvicinato alla scultura tramite la famiglia - racconta Manuel - in particolare grazie a mio padre, anche lui falegname.» Segue una formazione per avviarsi a questo mestiere e poi si specializza e raggiunge un grado di affinamento sempre maggiore dedicandosi alla creazione delle maschere che vengono indossate durante le festività del carnevale. «La maschera è la parte essenziale del travestimento per tutte le figure che animano questa festa. La principale è quella del rollate, l’unica presente in tutte le fasi dei festeggiamenti lunghi tre settimane e che si concludono col venerdì delle ceneri.»

Il nome rollate deriva dalle “rolln”, i campanacci che porta appesi in vita con una catena. È una figura torva, imperiosa, con una connotazione decisamente malvagia e autoritaria. Ha grossi baffi neri e sopracciglia folte e arcuate che ne accentuano l’aspetto arcigno. Durante il lunedì grasso, in particolare, i rollati girano per le borgate di Sappada, bussano alle porte innescando scenette popolaresche, in dialetto sappadino, che spaziano dallo spassoso al grottesco, dal triviale al cinico.

Manuel crea, dunque, maschere per clienti per lo più sappadini che prendono parte attivamente al carnevale, ma anche per forestieri e turisti che rimangono affascinati da questa secolare tradizione artigianale e artistica.
«I tipi di legno con cui lavoro sono solitamente il cirmolo e il tiglio. Il primo è molto morbido, malleabile e profumato, decisamente adatto per le maschere. Il secondo è invece più duro, bianco e con pochissimi nodi, molto adatto alle statue di grandi dimensioni.»

Sappada, con circa 1300 abitanti, fa parte di una isola linguistica germanofona unica al mondo. Il dialetto sappadino (plodarisch) è una lingua di ceppo germanico e si è sviluppato, appunto, come un’isola circondata da un territorio di lingua italiana ed ha avuto, negli ultimi secoli, uno sviluppo pressoché indipendente dal resto dei paesi di lingua tedesca (compreso il Sud Tirolo).

Il carnevale è il momento in cui maggiormente rivive il folklore germanico, che ricalca, con le sue figure e i suoi travestimenti, le antiche strutture sociali del paese. Ad ognuna delle tre domeniche in cui si articolano i festeggiamenti corrispondo tre figure “storiche”: i pettler, letteralmente “mendicanti” (Bettler in tedesco), cercano non direttamente soldi quanto più un lavoro; i paurn, i contadini (Bauern in tedesco) e gli hearn, i signori (Herren in tedesco). Come anticipato, l’unica figura che invece è sempre presente è il rollate, con la sua pelliccia di caprone che imita il manto dell’orso, gli scarponi chiodati e la scopa che è il suo scettro del potere.

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Testo: Nicola Patruno, a cura di Touring Club Italiano - Foto: Cesura / Luca Santese

Articolo realizzato nell’ambito del progetto RESTA! –finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Direzione Generale del Terzo settore e della responsabilità sociale delle imprese-Avviso n.1/2018