Andare in treno da Foggia a Rocchetta Sant'Antonio? Bastano 40 minuti. E da Avellino? Cinque o anche sei ore! Sì, perché occorre fare un lunghissimo giro passando per le stazioni di Salerno e poi Potenza. Non era così fino al 13 dicembre 2010, quando fu sospeso il traffico ordinario dei treni regionali sui 119 chilometri della storica ferrovia Avellino-Rocchetta Sant'Antonio, quella per la cui costruzione tanto s'era speso Francesco De Sanctis (“venga la ferrovia, e in piccol numero d'anni si farà il lavoro di secoli”).

Entrata in esercizio fra il 1892 e il 1895 per servire le zone più interne dell'Irpinia, questa panoramica via ferrata s'inerpica dai 300 metri di Avellino fino ai 671 di Nusco prima di ridiscendere ai 218 di Rocchetta Sant'Antonio, varcando con arditi viadotti le valli dei fiumi Calore, Sabato e Ofanto. Tanto per i pendolari quanto per gli appassionati di treni storici quella chiusura fu una ferita al cuore, anche perché il crescente stato di abbandono rendeva sempre più problematica la riapertura. S'imponeva una mobilitazione generale, che ha visto in prima linea il Touring Club italiano, le associazioni Amodo (Alleanza Mobilità Dolce) e InLocoMotivi, costituita proprio per la difesa della linea ferroviaria Avellino-Rocchetta Sant'Antonio, e persino il cantautore Vinicio Capossela, nato in Germania da genitori irpini.

Si è così arrivati a un accordo, siglato nel 2015 fra enti regionali e Fondazione FS, per riaprire la linea almeno a scopi turistici. Il che è avvenuto gradualmente, una tratta alla volta, sino alla completa rimessa in opera il 26 maggio 2018, quando una vecchia locomotiva a vapore ha fatto il suo ingresso nella stazione di Rocchetta. Da allora la storica linea, che attraversa a binario unico non elettrificato i territori di Campania, Basilicata e Puglia (seppure per un tratto assai breve), è percorsa con una certa regolarità da treni storici.

Fittissimo per esempio il calendario 2019 che, anche con diversi treni didattici dedicati agli studenti, porta a conoscere il paesaggio e il patrimonio di questi luoghi viaggiando a bordo di un convoglio trainato da locomotiva a vapore. Gli spunti per far partire il treno storico dell'Irpinia sono fra i più diversi, inseguendo eventi e stagionalità, ma l'importante è che il convoglio continui a sferragliare allegramente lungo questi binari. L'elenco, passato e futuro, vede dunque nel 2019 il Treno dei falò di Nusco (19 gennaio), il Treno dei Tre carnevali (2-3 marzo), il Treno speciale dell'8 marzo, treni didattici per tutto il mese di maggio dedicati a scoprire i luoghi di Francesco De Sanctis, le sorgenti dell'acquedotto pugliese, il Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa e l'oasi Wwf di Conza. E poi, il Treno speciale della mobilità dolce (2 giugno), il Treno delle tre Docg (16 giugno), il Treno della cavalcata di Sant'Anna (28 luglio), il Treno Fiano Love Fest (3 agosto), il Treno del concertone (17 agosto), il Treno SponzFest (23 e 24 agosto), il Treno delle tre Docg del vino irpino (8 settembre), il Treno della macenata (21 settembre), il Treno della castagna di Bagnoli (19 e 20 ottobre), il Treno della castagna di Montella (2 e 3 novembre), il Treno in cantina a San Martino (10 novembre), il Treno dei falò di Castelfranci e Lioni (7 e 8 dicembre). Si conclude con il Treno delle luci di Natale (22 dicembre). Prima di ripartire con l'anno seguente al grido di “signori, in carrozza!”.

Testo: Roberto Copello - Foto: Amodo (immagine di testata), Archivio Fondazione FS (foto grandi all'interno dell'articolo), www.lestradeferrate.it (orari)

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