Brisighella si trova al centro di una zona di ambienti carsici gessosi di eccezionale importanza dal punto di vista sia naturale che culturale, le evaporiti dell'Alta Valle del Gesso, una inconfondibile dorsale grigio argentea che interrompe il profilo delle colline sviluppandosi per 25 chilometri in direzione Est-Ovest con una larghezza di un chilometro e mezzo, dalla valle del Sillaro sino a Brisighella, nella valle del Lamone, e raggiungendo l'altezza massima con i 515 metri di Monte Mauro.

Tutelata dal parco regionale della Vena del Gesso Romagnola, istituito nel 2005 dalla Regione e che si estende per seimila ettari, è in sostanza il più ampio e imponente affioramento gessoso d'Italia, caratterizzato da un gran numero di doline, valli cieche, grotte e “abissi” che sono un paradiso per le esplorazioni degli speleologi e finora esplorati soltanto in parte. Tali grotte in qualche caso rivestono anche importanza archeologica, come è il caso, a soli due chilometri a ovest di Brisighella, della Grotta Tanaccia, utilizzata in Età del Bronzo a scopo funerario e fra le poche grotte visitabili turisticamente da aprile a ottobre (negli altri mesi è chiusa per tutelare il letargo dei pipistrelli che la abitano numerosi).

Il centro visite del Parco sorge presso il rifugio Ca' Carnè, un'area di estremo interesse paesaggistico e naturalistico nei Gessi di Rontana e Castelnuovo, al centro del parco naturale di 43 ettari attrezzato sin dal 1973 dai comuni di Brisighella e di Faenza. L'importanza e l'unicità di questi ambienti hanno fatto sì che la Regione Emilia Romagna li ha inserito (assieme ad altri siti simili esistenti sull'Appennino emiliano-romagnolo) nella lista da sottoporre all'Unesco per candidarli a far parte del Patrimonio dell'umanità.
Ulteriori informazioni sul Parco qui.

Testo di Roberto Copello; foto brisighella.org (in alto) e Thinkstockphotos (nel testo).

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