Se c'è un frutto che è la gloria del territorio comunale di Casciana Terme Lari, questo è la ciliegia. Lo è al punto che dal 1957 a Lari, a fine maggio, si tiene una sentitissima Sagra delle Ciliegie, la festa paesana forse più conosciuta e frequentata delle colline pisane. Lari, non caso, è l'unica città toscana che fa parte dell'Associazione nazionale città delle ciliegie, fondata nel 2003 e che riunisce 47 Comuni italiani.

A Lari, la coltivazione degli alberi di ciliegio vanta una tradizione secolare, favorite dalla peculiarità dei suoli e del clima della zona oltre che dall’esperienza dei produttori larigiani e delle vicine frazioni di Cevoli, Usigliano, Lavoiano, Perignano, San Ruffino di Lari e Boschi di Lari. La ciliegia di Lari è un frutto consistente, di colore rosso intenso e dal sapore zuccherino, tanto che viene usata anche per preparare “confettura extra di ciliegie di Lari”. Se ne producono annualmente circa 500 quintali, pari alla metà della produzione toscana.

Quella di Lari è una cultivar autoctona originaria del Pisano, di cui sono state censite 19 qualità diverse, molte delle quali ormai rarissime o a rischio di estinzione: Gambolungo, Cuore, Siso, Papalina, Del paretaio, Morella del Meini, Di Nello, Di Guglielmo, Orlando. Elia, Precoce di Cevoli, Morella, Di giardino, Marchianella di Lari, Usigliano, Morellona tardiva, Marchiana, Montemagno detta anche Angela, Crognola. La Gambolungo matura nella seconda quindicina di maggio, ed è molto dolce e tenera; Cuore, di medie dimensioni con punteggiatura biancastra, molto saporita, rischia l'estinzione; Siso, con pianta a rami lunghi, ha frutto biancastro, molto saporito e ovale con il picciolo corto; Papalina matura nella prima decade di giugno, è saporita, di colore rosso cupo e ha il gambo corto; Del paretaio è ovale, di buon sapore e aroma, ma è in estinzione (pare ne sia rimasta ormai una sola pianta); Morella del Meini è una particolare varietà di morella piuttosto rara; Di Nello, selezionata attorno al 1920 da un agricoltore che le diede il proprio nome, ha polpa colorita; Di Guglielmo è in via d'estinzione ed è presente con poche piante in località Tomaia (il nome deriva dal coltivatore che la selezionò); Orlando fruttifica su pochi alberi in località Colle ed è in via di estinzione; Elia è presente solo con pochi alberi alle porte di Lari; Precoce di Cevoli matura nella prima metà di maggio ed è piccola, di gambo medio, con pasta biancastra, buccia rossa e punteggiature biancastre; Morella è una specie rara che matura nell'ultima decade di giugno ed è molto succosa e di colore intenso; Di giardino è tonda, saporita, ben colorita e con il picciolo corto: si trova nelle piane di Lari; Marchianella di Lari: come la marchiana è piccola e molto saporita, se ne sono ritrovati isolati frutti su un'unica pianta in località Boschi di Lari; Usigliano è molto profumata e con un intenso sapore, ha forma ovale e buccia tendente al viola; Morellona tardiva, di colore intenso e molto succosa, si trova su pochi alberi in località San Bastiano; Marchiana matura nella seconda decade di giugno, è piccola, saporita e tenera ed ha il gambo lungo; Montemagno detta anche Angelaesiste in pochissimi alberi soltanto in località Usigliano; Crognola è la specie più tardiva (matura nell'ultima decade di giugno) e si trova in località Casciana Alta, è tonda, di colore rosso lucente e molto succosa.

Lari, il cui territorio collinare non è lontane dal mare, ha poi da sempre anche una forte vocazione enologica, che in genere portava però a produrre sempilci “vini del contadino”. Ultimamente però c'è stato chi, come il Podere Anima Mundi, si è dedicato a recuperare i vitigni autoctoni Pugnitello, Foglia Tonda e Colorino, sposando la causa della viticoltura biodinamica e ottenendo subito ottimi punteggi sulle guide enologiche specializzate.

Testo di Roberto Copello; foto Comune 

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