Perché mai l'acqua della sorgente delle terme di Casciana, che sgorga a circa 36° e con la quale si preparano anche i fanghi, è chiamata Acqua Mathelda? Una leggenda dura a morire, tanto da resistere anche agli storici che provano a smentirla, vuole che sia stata niente meno che la contessa Matilde di Canossa a scoprire le proprietà terapeutiche delle acque di Casciana Terme. La storia è questa, tanto bella che pare un delitto metterla in dubbio. Matilde possedeva un merlo vecchio e malconcio, con le piume ormai grigie. Un giorno però la contessa notò che il suo merlo svolazzava meglio del solito, che le sue piume erano tornate nero intenso e che il becco era di nuovo di un bel giallo brillante. Fece seguire il merlo e venne a sapere che l'uccello ogni mattina volava fino a una nascosta pozza fumante, nella cui acqua si soffermava a zampettare. La contessa provò a immergersi in quelle stesse acque e subito notò che ne traeva lei pure beneficio. Fu così che decise di far costruire alcune vasche in cui raccogliere le acque miracolose...
Fu quello l'inizio delle terme di Casciana, ribadito da una lapide sull'edificio termale attuale? Di sicuro, fu lo spunto in base al quale nel 1928 l'allora comune di Casciana Terme mise al centro del suo stemma un merlo in vola sopra uno stagno... Ma, in realtà, che qui ci fossero ottime acque calde lo sapevano già i Romani, per i quali Casciana, toponimo di origine latina che sta per “il terreno di Cassio”, era nota anche come Castrum ad Aquas. Nel Medioevo, ben prima di Matilde, le sue acque erano ben conosciute almeno dal IX secolo, quando qui era attestata una pieve di Santa Maria ad Acquas. C'è poi una bolla del 1148 che spiega come le acque della zona curassero le malattie della pelle, ma i primi documenti che parlano di uno stabilimento termale a Casciana sono assai successivi, del 1311: a volerlo fu Federico di Montefeltro, allora signore di Pisa, e da allora qui una qualche struttura termale c'è sempre stata, più volte ristrutturata, anche se più volte sconvolta, per esempio dall'incendio perpetrato dai fiorentini nel 1362 o dall'epidemia di peste del 1630. Solo dal Settecento, però, Bagni di Casciana (come si è chiamata la località fino al 1956) si aprì al termalismo moderno, grazie soprattutto alla passione dei lorenesi granduchi di Toscana. Ferdinando III nel 1824 avviò una importante ristrutturazione. E nel 1870 l'architetto Poggi, colui che progettò Piazzale Michelangelo a Firenze, realizzò uno stabilimento vero e proprio, con una bella facciata neoclassica. Che infine è stato sostituito da uno più moderno, realizzato nel 1968 nella piazza principale del paese nel 1968 e ristrutturato nel 1999, con un restauro che si è premurato di conservare gli splendori del passato (come gli affreschi neoclassici e liberty dell'elegante Gran Caffè delle Terme, pensato nel XIX secolo e arredato con mobili d’epoca).
Oggi il centro termale di Casciana, circondato da un grande parco con alberi secolari, e composto da diversi edifici, fra cui lo stabilimento vero e proprio, il centro benessere e due piscine termali, una coperta e una all'aperto, si propone come uno dei siti termali più interessanti della Toscana, grazie ad acque che sono un autentico prodigio della natura. Le acque che qui sgorgano a 35,7°, appartenenti alla famiglia delle bicarbonato solfato calciche, da sempre sono impiegate per le artrosi, i reumatismi e la sciatica, ma più di recente hanno trovato impiego anche nelle terapie di riabilitazione motoria, nelle cure vascolari e anche in quelle inalatorie, mostrandosi efficace nella cura di sinusiti, rinosinusiti, faringiti, laringiti, tracheiti. Il fango terapeutico, riscaldato a 45° dopo essere stato immerso a lungo nell’acqua termale e averne acquisito i contenuti salini, risulta particolarmente efficace nel migliorare la circolazione degli arti inferiori, specie se l'applicazione è seguita da un bagno in vasca termale romana con idromassaggio a 36° e massaggio manuale da parte di un operatore. L'acqua di Casciana si può anche bere: un bicchiere aiuta l'attività dell'apparato gastroenterico, migliorando la digestione. E oltre alle cure termali e al centro di riabilitazione motoria, le une e l'altro convenzionati con il Servizio sanitario nazionale, Casciana Terme oggi si adegua ai tempi proponendo anche trattamenti olistici nel centro benessere e la Spa di Villa Borri, prestigiosa struttura in una villa padronale del Settecento.
Appena fuori del paese, lungo la strada verso Chianni, all'interno di un suggestivo parco naturale sulle colline che guardano Volterra, si trova poi un'altra sorgente idrominerale, fredda però, dato che sgorga a 18°: la Fonte di San Leopoldo. Qui per secoli i cascianesi sono venuti a bere la sua acqua bicarbonato-alcalina, che chiamavano “citola”. Anche i bagnanti delle Terme nel XIX secolo venivano fin qui a berla, alla fine del ciclo di cure. Fino a qualche decennio fa veniva anche messa in bottiglia, con un'etichetta gialla che vantava l'utilità di quest'acqua “bicarbonato solfato sodica litiosa carbogassosa” contro le malattie dell'apparato digerente. Oggi si vorrebbe tornare a imbottigliare acqua S. Leopoldo, magari recuperando a scopo ricettivo gli immobili adiacenti alla sorgente.
Testo di Roberto Copello; foto Comune e termedicasciana.com
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