Anche nel 2024 la Collezione Farnesina a Roma ha continuato ad arricchirsi di nuove opere di arte contemporanea italiana, arrivando a contare quasi 700 opere in esposizione presso il Palazzo della Farnesina, sede del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Si tratta di un altro prezioso tassello nella costruzione della Collezione, che fin dalla sua fondazione, nel 1999, offre una panoramica ricca e diversificata delle principali tendenze artistiche italiane, spaziando dalla pittura alla scultura, dalla fotografia fino alle installazioni multimediali. Molte opere sono state selezionate anche per la loro capacità di dialogare con i temi della diplomazia, della pace, dell’integrazione. La Collezione non è solo una semplice esposizione d'arte, dunque, ma attraverso la sua promozione e la partecipazione a mostre itineranti in tutto il mondo rappresenta un vero e proprio strumento di dialogo internazionale.

Il Touring Club Italiano collabora continuativamente all’accoglienza dei visitatori della Collezione Farnesina dalla fine del 2016, nell’ambito del progetto Aperti per Voi e in occasione dell'annuale Giornata del Contemporaneo; attualmente i volontari Touring accolgono i visitatori (è necessaria la prenotazione, si veda in fondo) ogni ultimo venerdì del mese.

ALBERTO BURRI

Tra le principali acquisizioni di quest’anno, ecco l’enorme “Cellotex Rivoli n. 14” di Alberto Burri, giunto grazie alla collaborazione con la Fondazione Albizzini e inaugurato dal Ministro Antonio Tajani lo scorso settembre. Alberto Burri (1915-1995) è stato uno dei maggiori artisti italiani del Novecento; fu negli anni Settanta e Ottanta che si dedicò a soluzioni monumentali, dai Cretti (realizzati con terre e vinavil) ai Cellotex (truciolati di legno per la produzione industriale, che Burri dipingeva con colori decisi). L’opera, realizzata nel 1991, è stata collocata nel Salone d’Onore al primo piano della Farnesina, dove vengono accolte le autorità straniere e dunque dove ha massima visibilità.

Alberto Burri, Cellotex Rivoli n. 14 (cellotex, acrilico e vinavil su tavola  1991, 240 x 360 cm), Fondazione Albizzini Collezione Burri
Alberto Burri, Cellotex Rivoli n. 14 (cellotex, acrilico e vinavil su tavola  1991, 240 x 360 cm) © Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, Città di Castello

CESARE BERLINGERI

Insieme al capolavoro di Burri, sono state acquisite altre opere di maestri dell’arte contemporanea italiana, come quella di Cesare Berlingeri (entrato a far parte della Collezione con “Giallo di cadmio piegato”). Calabrese, nato nel 1948, Berlingeri è conosciuto come "il maestro delle tele piegate": si distingue per l’uso originale della tela, che piegata segna se stessa. "La piega è una zona di confine tra due mondi opposti e complementari, tra un visibile e un invisibile, tra una luce e un'oscurità" ha detto l'artista. E sull'opera, questa la descrizione della Fondazione Berlingeri: "Unisce luce e colore in un connubio affascinante. Attraverso le pieghe l'artista crea segni che si intrecciano e si sovrappongono dando vita a una composizione di forte impatto. L’azione con la piegatura diventa segno. Il giallo di cadmio emana vitalità ed energia, catturando lo sguardo dell'osservatore. La piegatura della tela aggiunge un elemento plastico e tridimensionale che invita ad avvicinarsi e immergersi nell'opera".

Cesare Berlingeri, Giallo di cadmio piegato (olio pigmento e acrilico su tela piegata, 2019)

SILVIA GIAMBRONE

Accanto ai maestri, anche i lavori di artisti più giovani ma già noti e apprezzati a livello internazionale. Tra costoro, spicca l’arrivo di Silvia Giambrone (Agrigento, 1981) con uno dei suoi specchi di cera, resina e spine di acacia, Mirror no. 34. Giambrone lavora con performance, installazioni, sculture, video, suoni; nei lavori sugli specchi intende "far parlare" gli oggetti, caricandoli di significati che raccontano la vita di chi li usa (di qui le spine che escono dalla cera). "Sono intrigata da questi oggetti carichi di decorazioni" ha dichiarato l'artista in una intervista a Artribune "perché mi sembrano raccontare ... una sorta di ideologia delle relazioni, di quello che le relazioni dovrebbero essere, immerse in un territorio fiabesco, tradito dalla grande differenza tra l’immagine di una relazione e quello che la relazione poi rivela di sé. Per scoprirne gli aspetti più autentici bisogna cercare in ciò che di sé è sfuggito all’addomesticamento".

Silvia Giambrone, Mirror n. 34 (bronzo resina cera e spine d’acacia, 2023), Richard Saltoun Coghlan Gallery
Silvia Giambrone, Mirror n. 34 (bronzo resina cera e spine d’acacia, 2023), Richard Saltoun Coghlan Gallery

SIMONE PELLEGRINI E LUCA PIGNATELLI

Altro protagonista è Simone Pellegrini (Ancona, 1972), presente con “Accinti affronti”, realizzata con tecnica mista su carta nel 2021, un lavoro rappresentativo della ricerca dell'artista sulla memoria, l’immaginario e l’inconscio collettivi. Mentre di Luca Pignatelli (Milano, 1962) è stata acquisita una “Testa femminile”, emblematica di un suo tema ricorrente: la rappresentazione di statue greche e romane accanto ad architetture, skyline di grattacieli e simboli della modernità.

Simone Pellegrini, Accinti Affronti (tecnica mista su carta, 2021);
Simone Pellegrini, Accinti Affronti (tecnica mista su carta, 2021);
Luca Pignatelli, Testa femminile (tecnica mista su telone ferroviario, 2018), Collezione Silvano Merlatti Melbourne
Luca Pignatelli, Testa femminile (tecnica mista su telone ferroviario, 2018), Collezione Silvano Merlatti Melbourne

FRANCESCO JODICE E LIA PASQUALINO

Di rilievo anche l’ingresso delle opere di affermati fotografi. Parliamo del napoletano Francesco Jodice (1967), di cui sono state acquisite tre fotografie della serie “What We Want” (“Aral T51”, “Bainokour T56”, “Death Valley T54”, scattate tra 2002 e 2008), provenienti dalla Collezione Silvano Merlatti Melbourne; e della palermitana Lia Pasqualino, entrata nella Collezione Farnesina con i suoi ritratti di Letizia Battaglia, Leonardo Sciascia e Andrea Camilleri, oltre che di Caterina Pasqualino, scattati tra 1985 e 2018.

Francesco Jodice, fotografia della serie “What We Want” (“Bainokour T56”), Collezione Silvano Merlatti Melbourne
Francesco Jodice, fotografia della serie “What We Want” (“Bainokour T56”), Collezione Silvano Merlatti Melbourne
Lia Pasqualino, ritratto di Letizia Battaglia, 2010
Lia Pasqualino, ritratto di Letizia Battaglia, 2010

GHITTA CARELL

Segnaliamo, infine, l’acquisizione di quattro interessanti fotografie degli anni Cinquanta realizzate da Ghitta Carell, fotografa ungherese naturalizzata italiana (1899-1972), giunte in Collezione grazie alla preziosa collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Haifa, dove l'artista morì. Carell fu tra le celebrità del suo tempo, ritraendo reali e aristocratici con uno stile inconfondibile, spesso ritoccando a matita o a pennello le immagini da lei realizzate.

Le quattro fotografie sono un autoritratto del 1960, i ritratti dei coniugi Giovanni e Carla Bissatini Gronchi (1958), il ritratto di Pupa Magnifico Rosa Giovanna Panza di Biumo (1955).

Ghitta Carell, autoritratto, 1960
Ghitta Carell, autoritratto, 1960

INFORMAZIONI

  • Grazie all'accoglienza dei volontari Touring di Aperti per Voi, la Collezione Farnesina presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale è aperta al pubblico l’ultimo venerdì di ogni mese. Per visitarla è necessario registrarsi a questo link.