Partecipa a “Un giorno per bene”, l’iniziativa del Tci che si prende cura del nostro Paese in modo concreto. Parchi, monumenti, chiese, beni comuni dell’Italia che amiamo hanno bisogno di noi e sabato 21 e domenica 22 settembre 2019 oltre 1.000 volontari si impegnano a valorizzarli, rigenerarli e farli rivivere.

IL PROGRAMMA DI VENEZIA
A Venezia “Un giorno per bene” è realizzato grazie alla collaborazione con la Diocesi Patriarcato di Venezia, il Gruppo di volontari dell’Orto del Campanile di Marco Cè, l’Istituto Cavanis e il Gruppo dei volontari dello stesso Istituto. Ti aspettiamo nei seguenti beni comuni!
 
- Chiesa di San Beneto (Campo San Beneto)
Aperta al pubblico sabato 21 e domenica 22 settembre dalle 10 alle 18
 
- Chiesa di Sant’Antonin (Salizada Sant’Antonin)
Aperta al pubblico sabato 21 e domenica 22 settembre dalle 10 alle 18
 
- Osservatorio Cavanis (Dorsoduro 898 Rio Tera Foscarin)
Aperta al pubblico sabato 21 e domenica 22 settembre dalle 10.30 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 17.30 con gruppi organizzati ogni 45 minuti; per prenotazione chiamare 02.8526266.
 
- Orto del Campanile Marco Cè (chiesa Santa Maria del Carmine)
Attività presso l’orto sabato 21 e domenica 22 settembre dalle 10.30 alle 18

IL PROGETTO "UN GIORNO PER BENE"
Scopri i beni comuni coinvolti in tutta Italia: tutte le info su www.touringclub.it/ungiornoperbene!
 
“Un giorno per bene” nasce con l’idea di coinvolgere soci e cittadini in azioni di volontariato sui beni comuni, nello spirito di quel “prendersi cura del Paese” che permea le attività del Tci. A maggio 2019 abbiamo raccolto 10.000 segnalazioni di cittadini che hanno voluto segnalarci la necessità di aprire luoghi d’arte solitamente chiusi al pubblico, verniciare i muri imbrattati di un museo, pulire un parco o una pista ciclabile, dare vita a un luogo dimenticato e che appartiene a tutti in quanto “bene comune”. Il 21 e 22 settembre gli stessi cittadini intervengono su quelle emergenze, per trascorrere “un giorno per bene”.

Un giorno per bene è un’iniziativa realizzata grazie al progetto CAPARBI, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (Avviso 1/2017).