
Lunedì 14 aprile alle ore 18 presso il MUSE - Museo delle Scienze di Trento
L'autore dialoga con lo scrittore Michele Nardelli
Franco Farinelli
Il paesaggio che ci riguarda
Un progetto collettivo, un metodo sovversivo
Oggi il paesaggio è l'unico modello a nostra disposizione per comprendere l'articolato e sfuggente complesso dei fenomeni inclusi nell'idea di globalizzazione.
Il rimpicciolimento del mondo, la riduzione e l’annullamento delle distanze a un insieme di punti equivalenti nello spazio hanno revocato il primato dello sguardo e della visione nella conoscenza della realtà. Ma si tratta probabilmente solo di una impressione sfocata, perché il paesaggio continua a essere l’innesco, il veicolo orientato nel nostro rapporto con mondo che ci circonda. La geografia contemporanea sembra rifarsi a un modello antico, a una lezione e a un metodo che vengono da molto lontano: è nella corte di Berlino, nel periodo in cui la Rivoluzione francese mette fine all’Ancien Régime, che Franco Farinelli va alla ricerca di una figura illuminante e rivoluzionaria: si chiama Alexander von Humboldt. Il gesto filosofico essenziale, l’intuizione geniale di Alexander, che risveglia la coscienza politica della classe borghese tedesca, è la concezione di un’idea di natura come processo, come un sistema in cui il vivente – gli esseri umani come le piante, gli animali come i fiumi o le montagne – è in relazione, in cooperazione e conflitto costante per la sopravvivenza. Il paesaggio diventa macchina politica, metodo di creazione di legami sociali e culturali, oggetto di sapere scientifico e congegno ideologico, metodo di sovversione e ricreazione.
Franco Farinelli ha insegnato Geografia nelle Università di Bologna, Ginevra, Berkeley e Parigi. Tra le sue opere maggiori ricordiamo: Geografia (Einaudi, 2003), L’invenzione della Terra (Sellerio, 2007), La crisi della ragione cartografica (Einaudi, 2009).