Ad appena 25 Km dal centro di Roma, su una superficie di 6039 ettari, si articola la Tenuta Presidenziale di Castelporziano con le storiche tenute di caccia (Trafusa, Trafusina, Riserve Nuove e Capocotta) e circa 3 km di spiaggia incontaminata. Un polmone verde, non lontano dalla Capitale, dove sono restituiti gli ecosistemi costieri tipici del Mediterraneo; di grande interesse biologico sono le “piscine” a testimoniare gli ambienti umidi, i boschi allagati e le paludi.
Il complesso di Castelporziano affonda le proprie radici in "terra mitologica". Un territorio anticamente conosciuto come Laurentino, legato allo sbarco di Enea nel Lazio, con attestazioni antropiche già nel IX sec. a.C. che in età arcaica (VIII-VI sec. a.C.) presenta insediamenti di tipo abitativo sui rialzi collinari.
E’ in età imperiale il luogo è riconosciuto come amoenus. Sorgono numerose ville - si ricorda quella di Plinio il Giovane - collegate da strade, terme e un grande acquedotto ancora oggi visibile. Annoverato tra i beni del Papato, dal V sec., rientra nelle proprietà della basilica di Santa Croce in Gerusalemme per poi essere incluso tra i possedimenti dei monaci di San Saba (X sec.).
Dal X sec. inizia una fase di sviluppo edilizio del complesso. La torre romana superstite diviene il perno attorno al quale si sviluppa il castello e il borgo medievale. Se nel Catasto Alessandrino (1660), la fortificazione di presenta quadrangolare con torrioni angolari, coronamenti e merlature è con la famiglia Graziosi (che lo acquista dalla famiglia Del Nero nel 1823) che il perimetro viene quasi raddoppiato.
Nel 1872 venne acquistato dal Ministro delle finanze Quintino Sella. Destinato a tenuta di caccia del re ma anche sede di ricevimenti e incontri istituzionali, con l'avvento della Repubblica il complesso, dal 1948, rientra tra i possedimenti della massima carica dello Stato. Iniziano i rimboschimenti e le attività di reintroduzione degli animali; dal 1999 diviene Riserva Naturale dello Stato.
La Tenuta conserva oggetti d'arredo del periodo sabaudo di diversa provenienza. Sede del museo storico archeologico che raccoglie oltre duecento reperti provenienti dagli scavi effettuati nella Tenuta, a partire dalla seconda metà dell'800 presenta anche un padiglione dedicato alle carrozze e si caratterizza per l'articolato ecosistema tipico del mondo mediterraneo.
I volontari del Touring Club Italiano collaborano all’accoglienza dei visitatori al:
- percorso storico-artistico (3 ore e 15 min. ca) che comprende Museo archeologico, Castello, Residenza storica e Salone dei trofei, chiesa di S. Filippo Neri, coffee house, Giardino della Regina con il mosaico, roseto, Loggia delle carrozze e Padiglione delle carrozze e delle auto storiche
- percorso archeologico (4 ore e 30 min. ca) articolato in Museo, il mosaico del Vicus Augustanus nel Giardino della Regina, le terme di Tor Paterno e altre strutture residenziali pertinenti a ville romane di età imperiale. Percorso che è “contaminato”, come gli altri due previsti, da opere d’arte del progetto Quirinale contemporaneo.