Il borgo di Castelmezzano è inserito all’interno del Parco Naturale Regionale di Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane, con queste ultime che gli fanno da sfondo, rendendolo davvero affascinante.
COSA VEDERE
Il centro storico è tipicamente medievale, un agglomerato concentrico di case con tetti a lastre di pietra arenaria incastrate in una conca rocciosa. Passeggiare per il centro è particolarmente suggestivo per la presenza delle costruzioni inserite nella roccia, per le numerose scale ripide che si aprono tra i vicoli e che invitano a salire alle vette sovrastanti e godere dei meravigliosi panorami delle Dolomiti Lucane. Cuore della vita cittadina è piazza Caizzo al cui centro si erge la chiesa madre di Santa Maria dell’Olmo con la sua maestosa facciata in stile romanico. Percorrendo la strada principale del paese, partendo dal palazzo del Municipio, si raggiungono i ruderi del fortilizio Normanno, di cui sono ancora visibili una parte del muro di cinta, resti di mura rialzati sulla roccia, una cisterna per la raccolta delle acque meteoritiche e la lunga e ripida gradinata scavata nella roccia che porta ad un probabile posto di vedetta, da dove era possibile sorvegliare la sottostante vallata del fiume Basento. Per i più intrepidi, da provare il volo dell’Angelo: un cavo d’acciaio sospeso tra le vette di Castelmezzano e Pietrapertosa dove scivolare in una fantastica avventura, unica in Italia ma anche nel Mondo per la bellezza del paesaggio e per l’altezza massima di sorvolo. Gli amanti della montagna possono godere della Via Ferrata Salemm, un percorso attrezzato per scalare le Dolomiti Lucane che permette di raggiungere punti altrimenti inaccessibili e scoprire davvero la grande bellezza di questo luogo (e attraversare anche un ponte nepalese). Una “passeggiata letteraria” è quella del Percorso delle 7 Pietre, un progetto che recupera un antico sentiero contadino di circa 2 km, che collega i Comuni di Pietrapertosa e Castelmezzano che trae ispirazione dai racconti, tramandati oralmente fra le generazioni e dall’immaginario collettivo su cui si fonda il testo Vito ballava con le streghe di Mimmo Sammartino (Sellerio editore Palermo). Lungo il sentiero la narrazione si traduce in forme visive, sonore ed evocative e diventa una storia incisa sulla pietra.
PRODOTTI E TRADIZIONI
Da provare l’agnello delle Dolomiti Lucane e le crostole, dolce tipico che accompagna il periodo precedente alle nozze
EVENTI
Nel borgo ogni anno il 12/13 settembre, in occasione delle celebrazioni religiose in onore di S. Antonio, si rivive una delle tradizioni più antiche, dal forte impatto teatrale: la festa del "maggio" o "Sposalizio degli alberi", l'albero della Libertà, derivazione dei "culti arborei". Un lungo tronco di cerro, opportunamente scelto e tagliato con gli strumenti tradizionali dei boscaioli, viene trascinato da coppie di buoi fino al paese; l'albero poi viene innalzato dopo aver "sposato" "la cima", un agrifoglio anch'esso trasportato in paese in spalla da giovani. Il maggio è così pronto per essere scalato da giovani robusti. Il rito propiziatorio di fertilità si conclude con lo sparo della cima ad opera di cacciatori locali. Il 18-19 agosto, invece, solenni festeggiamenti in onore del patrono San Rocco, con una festa e una processione solenne che si snoda per le vie del borgo, accompagnata da un concerto musicale e dai fuochi d’artificio.
Perché Bandiera Arancione:
“La località, immersa in un suggestivo contesto naturalistico, si distingue per la varietà degli attrattori culturali e naturalistici, ben promossi e valorizzati. Il centro storico è tipico, raccolto e vivace, con numerosi ristoranti, produttori locali e servizi per il visitatore. Efficiente è la segnaletica di indicazione che permette di individuare con facilità attrattori, strutture ricettive e ristorative.” Elsa, ghost visitor TCI