È il terzo Comune d’Europa per portata di acqua termale, eppure San Casciano dei Bagni non è solo... bagni. Oltre alla seduzioni offerte dalla sua offerta wellness, infatti, il borgo toscano ha moltissimi "atout" con cui può conquistare anche il visitatore più smaliziato ed esigente, dai castelli di confine come Fighine, a frazioni suggestive come i borghi Celle Sul Rigo e Palazzone, sino alle tradizioni gastronomiche: dai pici (che qui hanno la loro patria) al ciaffagnone, ritenuto un antenato delle crêpe), dalla chianina al maialino di cinta senese, dal vino all'olio extravergine di oliva.
San Casciano dei Bagni è situato su un colle panoramico alle pendici del monte Cetona, a 582 metri di altitudine, nel punto più meridionale della provincia di Siena, dove le ultime propaggini delle colline toscane e le incisioni dei calanchi si raccordano al paesaggio dell’Umbria e del Lazio, a ridosso dei monti Cetona e Amiata, e in vista dei laghi Trasimeno, a est, e Bolsena, a sud. Posizione scenografica, e anche favorevolissima dal punto di vista geografico, essendo stata per secoli un luogo di sosta per chi si muoveva fra Roma e Firenze (San Casciano si trova più o meno a metà strada).
L'abitato è disposto intorno al Castello Turrito, in realtà una villa edificata nel 1911, proprietà della famiglia dei Bologna, dalle antiche origini borghesi. Con il suo aspetto imponente e medievale, è visibile da ogni punto del circondario. Il dedalo di stradine del borgo storico rivela in ogni modo un autentico e antico impianto medievale, con resti della cinta muraria. Da segnalare architetture civili come il Portico della Ficoncella, voluto nel 1607 dal granduca Ferdinando I de' Medici; come il Palazzo dell'Arcipretura, eretto nel 1552 da Giulio Parracciani, in cui si segnalano le grandi cantine oggi adibite a oratorio parrocchiale; come il Teatro dei Georgofili Accalorati, realizzato nel 1785 dall'omonima Accademia, trasformato nel 1936-37 quando divenne sede della locale Casa del Fascio, e infine tornato alla vocazione originaria dopo un restauro conclusosi nel 1999; e come il Palazzo Comunale che, sul punto più elevato del centro storico di San Casciano dei Bagni, conserva sulla facciata e nell’androne gli stemmi di alcuni dei podestà succedutisi dal 1412 al 1777. All'interno del Palazzo comunale, le cosiddette Stanze Cassianensi ospitano su due livelli i materiali archeologici provenienti dalla necropoli di Balena (II e I secolo a.C.), i ritrovamenti da una piccola stipe votiva presso la sorgente di Doccia della Testa e alcuni reperti archeologici venuti alla luce a San Casciano grazie agli scavi iniziati poco dopo l'anno Duemila.
Ci sono poi le architetture religiose. Fulcro del borgo di San Casciano è la collegiata dei santi Leonardo e Cassia, con il suo campanile con sei campane e la facciata gotica con grande portale decorato con motivi vegetali, soprattutto nei capitelli. La collegiata ha caratteri due-trecenteschi ed è forse considerare l'erede della pieve “de Balneo”. Nell'interno, all'altare maggiore, fa bella mostra una pala del senese Pietro di Francesco Orioli (1458-96), Incoronazione della Vergine e santi (1490 circa). Poco lontano dalla collegiata sorge l'oratorio del Concezione, una cappella del '4-500 a unica navata con un affresco raffigurante l'Allegoria della Concezione, attribuito a Niccolò Circignani detto il Pomarancio. Ha tetto a capanna e un portale in travertino. Interessante anche l'acquasantiera datata 1596, con la vasca decorata da due serpentelli. Accanto all'altare maggiore è la lapide del Beato Pietro che, secondo la tradizione, vi morì di freddo nel 1638.
In paese si trova anche l'oratorio di Sant'Antonio, sede dal 500 dell'omonima confraternita, ma fortemente modificato nel tempo. Il portale cinquecentesco è quello originale della Collegiata, qui spostato nel 1948 per essere sostituito con un portale gotico. L'acquasantiera è datata 1614. Sull'altare maggiore c'è una statua barocca dell'Assunta in legno intagliato e dorato. Sull'altare a destra, una scultura lignea tardo trecentesca raffigurante la Madonna col bambino, con residua policromia originale. La chiesa presenta opere moderne in acciaio dell'artista iraniano Bassiri Bisan.
A un chilometro dall'abitato, verso sud, c'è poi la chiesa medievale di Santa Maria ad Balneas, dal nome che attesta come nel Medioevo fosse qui documentata la presenza di acque curative. E infatti nelle immediate vicinanze si trova lo stabilimento termale detto Bagno del Portico, per il grande porticato in travertino del 1607. La chiesa di Santa Maria ad Balnea, fra le più antiche pievi della diocesi di Chiusi, sarebbe stata edificata sui resti di tempio pagano nel IV-V secolo ed è comunque elencata in una Bolla del Papa Celestino III del 1191. Restaurata nel XX secolo, si è sviluppata intorno ad un pilone votivo dedicato al culto della Vergine. Sopra il singolare altare a baldacchino del '500 è affrescata una Vergine col Bambino duecentesca, di forme bizantine, con accanto i Santi Pietro e Paolo, mentre nelle vele della volta compaiono i Quattro Evangelisti. Sulle pareti e sui pilastri numerosi altri affreschi del XV e XVI secolo.
C'è molto da vedere anche nelle frazioni di San Casciano. Verso ovest, Celle sul Rigo (il nome rimanderebbe a celle sacre o celle vinarie scavate nelle grotte sottostanti al borgo) si fa notare sin da lontano, grazie alla rocca merlata che un tempo faceva parte di una più ampia cinta muraria che aveva ben tre porte con ponti levatoi. Addossata alle mura c'era la possente Fattoria che ha origini trecentesche e resta a tutt'oggi l'edificio più importante del paese. Celle sul Rigo era dunque un borgo assai importante, con una sua storia di autonomia comunale, come mostra pure l'antica chiesa romanica di San Paolo Converso, attestata già nel 1275-1277, che conserva un portale in travertino del sec. XIV, un'acquasantiera del sec. XV, un dossale d'altare in travertino datato 1528 e, nel secondo altare a destra, un Crocifisso ligneo del Cinquecento che è particolarmente venerato. Nella centrale Piazza del Pozzo, poi, c'è una profonda cisterna che porta incisi i nomi dei priori che la sistemarono nel 1610.
Spostandosi a est, invece, un altro borgo di antica origine e di estremo interesse è Fighine, rimasto a lungo quasi completamente disabitato prima di essere oggetto negli ultimi anni di un ampio restauro operato da privati, che vi hanno ricavato alcune suite di lusso e un premiatissimo ristorante gourmet. Molto scenografico il castello, in posizione strategica tra la valle del Paglia e la valle della Chiana: citato già nel 1266 in un editto dell'imperatore Federico di Svevia, e passato via via a Siena, ai Papi e ai Medici, il castello di Fighine ha forma quadrangolare, tre torri, fra le quali svetta la cosiddetta “Torre Vecchia”, e spesse mura di difesa che circondano ancora il borgo. Dentro le mura, la chiesa di San Michele Arcangelo, ricordata già nell'XI-XII secolo, ha facciata in pietra, tetto a capanna e campanile a vela con tre campane. Dietro l'altare maggiore spicca un San Michele Arcangelo, opera di Bonichi di Lucignano (1750). Vicino a Fighine, poi, un'altra frazione esistente forse già nel Medioevo è il piccolo borgo di Palazzone, che si sviluppa intorno alla piazzetta del Pozzo e la cui chiesa di Santa Maria Assunta risale comunque almeno al 1564: ora si presenta con cinque altari barocchi, un coro del 1742, il campanile del 1805 e una facciata inaugurata nel 1931.
Testo di Roberto Copello; per le foto, si ringraziano Wikipedia Commons (chiese), fighine.it (Fighine) e Francesco Spano (borgo e tutte le restanti).
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