La Chiesa dei Santi Ruffino e Vitale fu costruita, secondo le fonti, nella metà dell’XI secolo, sui resti di una cripta del VI secolo. Ha ospitato per lungo tempo monaci benedettini, facendone una vera e propria Abbazia.
In stile romanico, è situata nella valle del fiume Tenna. Nella cripta sottostante sono conservate le spoglie del Santo Ruffino. L’interno è diviso in tre navate e la copertura formata da capriate, mentre le navate laterali a crociera. Sulle pareti sono presenti affreschi quattrocenteschi. All’entrata della Chiesa spicca un ampio scalone centrale che porta verso il presbiterio rialzato che sovrasta la cripta romanica, alla quale si accede con due scalinate laterali. Composta da 5 “navatelle”, la cripta è sostenuta da colonne. Qui esiste un foro che, secondo la tradizione, i fedeli tutt’oggi attraversano a carponi per tre volte pregando il santo che dona loro la guarigione dall’ernia. Inoltre nei sotterranei vi è un enigmatico tempio ipogeo che suggerisce l’esistenza di un precedente insediamento risalente al VI secolo sul quale in seguito venne eretta l’Abbazia. È costituito da una grotta scavata nell’arenaria e comprende un vano absidato a levante prospiciente alla cripta romanica e con volta a botte. Di grande interesse il ciclo pittorico tardo-imperiale di stile orientale con figure di santi o di defunti in atteggiamento statico di primitiva bellezza.
All’esterno risalta la torre campanaria quadrangolare del ‘400 con lo stemma del Comune di Amandola. Vicino vi è la struttura del convento su due livelli, di cui quello superiore predisposto a camerate e quello del piano terra con sale, salone e cucina. Al centro del convento c’è un cortile ed a pochi metri si trova la foresteria, che può ospitare gruppi per ritiri.
La chiesa è stata chiusa per circa 3 anni in seguito agli eventi sismici del 2016, ha riaperto le porte da poco tempo per la gioia dei numerosi fedeli, grazie ad una certosina opera di ristrutturazione.