CHIESA MADONNA DI CAMPAGNA

UN GRANDE ARCHITETTO ED UN COCCODRILLO

27 GENNAIO 2024 Ore 10.00 –Piazza Madonna di Campagna

in collaborazione con CTG LA FENICE

La chiesa della Madonna di Campagna, o più correttamente chiesa di Santa Maria della Pace, è un luogo di culto cattolico che sorge nel quartiere di San Michele Extra a Verona; si tratta di una chiesa parrocchiale facente parte del vicariato di Verona Nord Est nell'omonima diocesi.

Il 17 ottobre 1987 fu elevata alla dignità di basilica minore.

Nel 1517 la Repubblica di Venezia ordinò la demolizione di tutti gli edifici presenti nel raggio di un miglio dalle mura cittadine di Verona; uno dei pochi oggetti sopravvissuto agli abbattimenti fu un piccolo muro su cui erano affrescati una Madonna col Bambino in trono tra i Santi Bartolomeo e Antonio Abate, immagine che divenne oggetto di devozione.

Il vescovo Agostino Lippomano, visto l'alto valore che aveva assunto per la comunità veronese tale affresco, commissionò all'architetto Michele Sanmicheli la progettazione di una chiesa che potesse custodire l'immagine.

L'edificazione della chiesa iniziò quindi nel 1559, anno della morte del noto architetto, e terminò completamente nel 1589, ma già nel 1561, a cantieri aperti ma ormai a buon punto, l'affresco venne collocato dietro l'altare maggiore.

Tra il progetto originale di Sanmicheli e il risultato finale ci sono sicuramente alcune differenze, tanto che Vasari asserisce che l'opera fu «...in molti luoghi storpiata [a causa della] miseria, debolezza e pochissimo giudizio dei deputati sopra quella fabbrica»

L'edificio subì alcuni interventi di restauro nel 1633 e nel 1903, dopo che subì danni a causa di un terremoto, mentre tra il 1931 ed il 1932 venne ampliato fino ad assumere l'aspetto attuale su disegno dell'architetto Francesco Banterle.

Alla fine dei lavori, il 17 settembre 1932, la chiesa venne consacrata nuovamente.

Ecco, dunque, che nacque la Chiesa di Santa Maria della Pace, ampliata tra il 1931 e il 1932 nelle forme attuali, che vedono un impianto spaziale centrale ad unica aula a pianta ottagonale e sviluppo circolare esterno che non consente di presentare una facciata principale, ma provvista di un porticato di forma circolare al di sotto del quale si aprono tre ingressi.

L’ambiente interno presenta prospetti ritmati da paraste angolari con capitelli di ordine composito che inquadrano ampie nicchie dove trovano sede altari laterali. Nel vano absidale è conservato l’altare maggiore che custodisce l’antico affresco devozionale della Madonna con Bambino, databile alla fine del Trecento.

Per scoprire un’altra particolarità dalle origini incerte basta recarsi nell’edificio adiacente alla chiesa, dove è conservato un coccodrillo mummificato di 5 metri che pende dal soffitto.

Tra varie ipotesi sulla sua particolare storia si narra che fosse un dono della Marchesa Bianca Bevilacqua Lazise, che lo aveva ereditato da un antenato tornato dalle crociate, nel 1608. Sembra che la nobile signora avesse fatto voto alla Madonna, per guarire da una malattia, di donare l’oggetto più raro che possedesse: una volta tornata in salute, cosi avvenne.

Un’altra storia racconta invece che il rettile venne portato a San Michele da alcuni membri di una facoltosa famiglia e che, una volta cresciuto, venne abbandonato nelle acquitrinose campagne lungo il corso dell’Adige. Qui si aggirava indisturbato terrorizzando la popolazione e divorando greggi e bambini, senza che nessun cacciatore riuscisse a prenderlo. Infine, una fanciulla, ispirata dalla Vergine Maria, consigliò di scavare un pozzo, ricoprirlo di arbusti e metterci sopra dei pezzi di carne come esca. Il coccodrillo finì nella trappola, catturato e ucciso, per essere posto nella chiesa come un qualunque ex voto, con la testa rivolta a Verona e la coda verso l’altare della Madonna.