Nascosti tra le strade dell’Esquilino si possono vedere ancora antichi edifici scampati alle distruzioni per il nuovo arredo urbano richiesto dopo l’unità d’Italia. Se la lottizzazione e la speculazione edilizia di fine Ottocento hanno infatti completamente cancellato il paesaggio ameno e verdeggiante che caratterizzava questa parte di città, sono per fortuna sopravvissuti alcuni dei raffinati casini nobiliari risalenti al XVI e XVII secolo, originariamente immersi in parchi e giardini lussureggianti. Tra questi particolarmente affascinante è il casino Massimo Lancellotti al Laterano. Edificato nel Cinquecento dal marchese Vincenzo Giustiniani, venne ulteriormente impreziosito per volere di Andrea Giustiniani con l’inserimento, sulle quattro facciate, di lastre, bassorilievi e sarcofagi di epoca romana, seguendo la moda dell’epoca. Passato alla famiglia Massimo nel 1803, tra il 1817 e il 1829 le sale al pianterreno furono interamente decorate dai pittori Nazareni, dei quali costituiscono in assoluto una delle realizzazioni più importanti. Originari del nord Europa, questi pittori fondarono a Vienna nel 1809 la Lukasbund ispirandosi alle antiche confraternite: cattolici di nascita o convertiti al cattolicesimo, intendevano rinnovare l’arte su basi religiose, prendendo a modello i grandi artisti del passato - Giotto, Raffaello e Michelangelo - ribellandosi al classicismo accademico e alle idee patriottiche che si stavano via via diffondendo in tutta Europa. Nel casino Lancellotti diedero vita a una sintesi straordinaria della grande civiltà letteraria italiana attraverso rappresentazioni tratte dalle sue opere più emblematiche: è infatti possibile leggere per immagini la Divina Commedia di Dante, l’Orlando Furioso di Ariosto e la Gerusalemme Liberata di Tasso. Queste stanze, dai colori intesi e vivaci, incantarono per la loro bellezza fin da subito, ma furono testimoni anche di un capitolo cupo della storia italiana. Negli anni di occupazione tedesca, furono proprio queste tre sale ad essere utilizzate dagli ufficiali e dai sottufficiali delle SS naziste come mensa: il Casino infatti erano molto vicino alla sede del comando di polizia di via Tasso, in quegli anni orribile luogo di detenzione.
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Quota di partecipazione: € 10,00 Soci TCI – € 14,00 non soci
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