A Bova, Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, il 16 di agosto, rivive ogni anno una serata di musica tradizionale dedicata ai musicisti soprattutto giovani che ripropongono la musica grecanica - calabrese, con l'utilizzo di antichi strumenti musicali. A seguire il tradizionale "Ballu di lu Camiddu" che coinvolge i presenti ed attira ogni anno migliaia di persone che arrivano a Bova già dalle prime ore pomeridiane, per assistere a questo spettacolare ballo.
Il "Ballu di lu Camiddu" (Ballo del Cammello): è una struttura realizzata in canna, originariamente con la forma di un cammello e successivamente con la forma di un asino . Il significato del Ballu di lu Camiddu è l'esorcizzare e ricordare la cacciata dell'invasore turco dai territori della Calabria, dopo vari secoli di dominazione che portarono alla sottomissione e povertà delle popolazioni locali: il cammello, infatti simboleggia tale popolo e la sua "morte" tramite i fuochi pirotecnici durante il ballo, allegoricamente conferma la cacciata e quindi la sconfitta dell'invasore turco dalle terre calabre.
Si aspetta con trepidazione l'entrata in piazza del "Camiddu", che è accompagnata dalle note musicali della banda, accoglie l'arrivo e incomincia il ballo che a suon di ritmo prima lento e poi via via più vivace, riempie la piazza con luci , suoni e dalla struttura fuoriescono dei petardi e fuochi d'artificio, che vengono accessi all'inizio della danza: il camiddu viene "ballato" lentamente a suon di tarantella da una persona che si cela dentro la struttura dell'asino e durante il ballo, i fuochi di artificio illuminano la gente che assiste allo spettacolo pirotecnico. Ad annunciare la fine del ballo è il camiddu stesso, che dopo aver esploso i petardi dalle varie parti del corpo, alla fine li esplode velocemente dalla "coda", che gira vorticosamente.
Tutti i fuochi e le esplosioni, altro non sono che emulazione di un combattimento in atto che finisce con la morte del "camiddu" come la scia continua di fuoco di alcuni effetti durante la danza corrisponde al sangue.
Il Museo della Lingua Greco-Calabra Gerhard Rohlfs, conoscere una minoranza linguistica attraverso suoni, immagini e utensili di vita quotidiana;