L’area dove oggi di stagliano le Chiese del Corpus Domini e dello Spirito Santo era in precedenza occupata da una chiesetta dedicata a San Silvestro.
La struttura, alla quale si addossava un’edicola per il Santissimo Sacramento, era caratterizzata da una pianta rettangolare e un’abside trilobata. Più volte ricostruita e impreziosita mutò nel corso del tempo nell’attuale Chiesa dello Spirito Santo che verso la metà del XVI secolo divenne di pertinenza della Confraternita dello Spirito Santo
Nel Seicento, in seguito alla pestilenza del 1598, si decise di costruire la Chiesa del Corpus Domini su quello che era il luogo dedicato all’edicola del Santissimo Sacramento.
Le due chiese vennero unite ma già nel corso del 1662 venne eretto un muro tra le due proprietà a causa di dissidi tra il Comune e l’Arciconfraternita.
La chiesetta dello Spirito Santo, a pianta centrale, subì nel corso dei secoli attenti restauri. Nel 1763 Giovanni Battista Bertoldo nominò l’Arciconfraternita unica erede del bene con l’obbligo di ricostruire l’edificio cultuale. Conservando la struttura primaria, l’architetto GiovanBattista Ferroggio apportò sostanziali modifiche alla struttura che nel 1787 fu arricchita da un nuovo altare maggiore che custodisce sotto la mensa – sorretta da due angeli scolpiti in marmo bianco – il corpo di San Vittorio martire.
La pianta della chiesa risulta animata da due cappelle curvilinee e un’abside semicircolare mentre le pareti sono arricchite da colonne corinzie marmoree a sostegno di una trabeazioni sulla quale si impostano volte e archi.
La cupola ellittica, caratterizzata da pennacchi decorati in stucco, è ripartita in otto spicchi contraddistinti da aperture ovali e culmina nel cupolino.