Qualunque amante dell'archeologia non può che apprezzare questa città, forse meno raffinata e meno ricca di opere d'arte e scavi rispetto a Leptis Magna, ma incantevole per i contrasti che si creano tra i colori del marmo, dell'arenaria e del mare che si apre sullo sfondo.
Se la Sabratah moderna ha ben poche attrattive turistiche, tra cui le costruzioni del periodo coloniale e una spiaggia di sabbia bianchissima (si raggiunge prendendo la deviazione per Tellin) splendida anche d'inverno, le rovine dell'antica città romana valgono da sole il viaggio in questa località della Tripolitania.
All'interno delle mura bizantine, affacciato sul mare, si apre il foro, centro della vita cittadina di qualsiasi insediamento romano. Tutt'intorno, il Tempio Sud e quello degli Antonini, il Tempio di Liber Pater e quello di Serapide, il Capitolium (dedicato a Giove, Giunone e Minerva), la Basilica di Apuleio e quella di Giustiniano, ritenuta la più bella di Sabratah. Al di fuori dell'area del foro, il grandioso Mausoleo di Bes, con le sue colonne e sculture, il Santuario di Iside, il Tempio di Ercole, due basiliche cristiane, l'incredibile Teatro, le Terme a mare e quelle di Oceano, case dagli splendidi mosaici a motivi geometrici.
Le rovine dell'antica Sabratah sono state inserite nel 1982 nelle liste del Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco.