Durante la costruzione del Museo (Museo Nazionale Centrale della Magna Grecia, 1932), tra via Vollaro e via Romeo (oggi piazza G. De Nava) furono messe in luce un centinaio di tombe riconducibili alla necropoli settentrionale della città greca di Rhegion. Le sepolture presentavano diverse tipologie costruttive: a cassa; alla cappuccina; a cassa con copertura “a libro”; a camera; ustrina ed enchytrismòs (inumazioni all’interno dei vasi contenitori per individui di età infantile).
La necropoli è inquadrabile cronologicamente in età ellenistica - tra il IV e il II sec. a.C. - ma alcuni reperti hanno fatto ipotizzare l’uso funerario già in età classica. Al fine di restituire ai posteri la testimonianza di un così importante rinvenimento si decise di conservare in situ alcune sepolture preservando le principali tipologie utilizzate.
Di particolare interesse è la tomba a camera (m. 2,40 x 2,13), costruita in mattoni, con la volta a botte che, al momento della scoperta, conservava l’intonaco sulle pareti interne. Era destinata a due individui adulti che con il capo rivolto a oriente erano posizionati su banchine laterali divise da un corridoio di circa 40 cm. Ai piedi, era disposto il corredo, composto dai consueti unguentari in terracotta.
Tra le attestazioni conservate si ricordano anche due tombe alla cappuccina. Se la prima è composta da tegoloni fittili sui lati lunghi e uno sui due lati brevi, la seconda si distingue per base quadrangolare e copertura alla cappuccina.
Tra le sepolture a libro, tipologia costruttiva documentata a Reggio anche in altre necropoli di età greca (es. San Giorgio extra), si sono conservati due esemplari. La base è a cassa rivestita in mattoni e la copertura è costituita da laterizi quadrangolari disposti a libro.
Del tipo a cassa si conserva solamente un esempio con copertura in blocchi parallelepipedi di arenaria e un secondo sepolcro che ne è privo.