Meta ideale per una breve sosta culturale, Ptuj è una bella città d’impronta medievale. È armoniosamente disposta su una collina sormontata da un imponente castello, a cui vale la pena di salire sia per ammirare gli ampi panorami, sia per visitare il bel museo che vi è allestito, uno dei più ricchi della Slovenia al di fuori della capitale. La città è lambita dal corso della Drava: il centro è compreso sulla sponda sinistra, mentre su quella opposta si stende il vasto complesso termale; da qui si parte per esplorare le colline circostanti, quasi interamente coperte dai vigneti. I dintorni uniscono motivi di interesse naturalistico e artistico.
Luogo abitato fin dalla preistoria, data la posizione strategica ebbe grande importanza per i romani: negli Annales di Tacito appare con il nome di Poetovio, inserito lungo la strada che da Aquileia raggiungeva la Pannonia. Nel II secolo assunse il titolo di municipio con il nome di Colonia Ulpia Traiana Poetovensis, con un rilevante ruolo nel sistema difensivo contro le invasioni barbariche; nel periodo di maggior prosperità l’abitato si estese lungo le due rive del fiume, dove sono stati rinvenuti resti di fortificazioni, templi, abitazioni con mosaici, tombe e una miriade di oggetti minori. Verso la fine del IV secolo iniziò il declino; popolazioni slave vi si insediarono nel VI secolo. Nell’ambito dell’organizzazione feudale del sacro romano impero, dall’anno 874 Ptuj e il suo territorio vennero concessi in feudo al vescovo di Salisburgo, sotto la cui giurisdizione rimasero per secoli. Con lo sviluppo dei traffici commerciali ebbe inizio la cosiddetta ‘guerra dei vini’ con Maribor, che durò per tutto il XIV e XVI secolo. Nel 1573, per meglio controllare il sistema difensivo verso oriente, gli Asburgo inserirono la città nei loro diretti domini. Seguì un lungo periodo di tranquillità nel quale Ptuj assunse l’attuale struttura.