La grande arteria del villaggio era utilizzata per andare dalla Senna alla cava di sabbia d’Auteuil, ai margini del Bois de Boulogne. È una via ricca di storia, che conserva ancora qualche vecchio edificio a testimonianza dell’antico insediamento. Molière abitava al N. 2 e aveva l’abitudine di incontrarsi all’Auberge du Mouton Blanc (N. 40, oggi trasformato in ristorante) con Racine, Chapelle, La Fontaine e madame de Sévigné. Proprio accanto, all’hôtel des Demoiselles des Verrieres, le due sorelle proprietarie del palazzo organizzavano splendide feste. Soprannominate per la disparità d’intelligenza «la bella e la bestia», le due signorine, a cui non mancavano i ricchi amanti, dilettavano il pubblico di amici recitando commedie inedite o vietate in un teatro di 400 posti fatto costruire in fondo al parco. Ben altra storia ha il N. 59: non più aristocratici posseduti da insaziabili prime donne, ma l’intellighenzia dei lumi: filosofi e letterati quali Condorcet, d’Alembert, Condillac, Diderot e Chateaubriand animavano i saloni dell’hôtel de Madame Helvétius. Accanto, separato solo da un muro, sorgeva lo château du Coq (NN. 63-73), che Luigi XV aveva comprato e trasformato in «petite maison», dove si recava sotto le false spoglie del baron de Gonesse. Una parte del giardino fu donata a madame Helvétius da Luigi XVI. Risparmiato dalla Rivoluzione, il salotto della ricca vedova continuò ad accogliere le alte personalità dell’impero.