Visitare le vestigia dell'antica città della regina Zenobia è come passeggiare nella storia. La “sposa del deserto”, Palmira, appare come un miraggio dopo il lungo viaggio attraverso il deserto.
Benché meno avventurosa di qualche tempo fa, quando la città poteva essere raggiunta solo lungo piste incerte, l'escursione a Palmira continua a conservare un grande fascino. In corrispondenza di una gola tra le montagne, il piccolo abitato moderno, a ridosso del sito archeologico, è situato ai margini della verdeggiante distesa di palme e olivi della sua oasi. Giardini racchiusi da muri di fango, viottoli e rigagnoli dove le donne lavano la lana e i bambini trovano sollievo al gran caldo. Davanti al verde, le colonne intatte dell'antica Palmira, a lungo nascoste sotto metri di sabbia e restituite alla luce grazie a un paziente lavoro di ricerca e restauro che sta facendo riemergere la fisionomia di questa straordinaria capitale del deserto.
Le magnifiche rovine sembrano aver voluto sfidare il tempo per raccontare della grandezza dell'antica città carovaniera, delle ricchezze e delle sue conquiste, così come del sogno e dell'ambizione di Zenobia. Resti di templi e di un lunghissimo colonnato, l'agorà, un arco monumentale, le terme, il teatro e la vicina necropoli... Si sale alla fortezza araba di Qalah ibn Maan per un panorama di grande suggestione, con le rovine che alla luce del tramonto si colorano dello stesso rosa del deserto intorno.