Seconda città slovena dopo la capitale, situata su entrambe le sponde del fiume Drava, tra le colline vinifere del Pohorje orientale, è il capoluogo della Stiria slovena (Stajerska), zona in cui da sempre è molto forte l’influenza austriaca (fino al 1920 il toponimo più usato era il tedesco Marburg). Importante centro industriale fra le due guerre e soprattutto nel secondo dopoguerra, la città ha subito le negative conseguenze della perdita del mercato interno seguita all’indipendenza slovena. Molte fabbriche hanno chiuso e la via della riconversione dell’economia non si è dimostrata semplice.
In questo quadro, grande importanza viene attribuita al turismo, che punta su un centro storico in parte antico e comodamente percorribile a piedi, e soprattutto sul fatto che nella periferia sud della città si trova l’attrezzata stazione per lo sci e l’escursionismo estivo di Mariborsko Pohorje.
La sua vivacità culturale, di antica tradizione, ha avuto la propria consacrazione nel 2012, allorché Maribor è stata Capitale europea della Cultura.
La struttura difensiva ai piedi della quale si sviluppò il villaggio sorse probabilmente nel X secolo su un terrazzo chiamato Piramida, che sovrasta la riva sinistra della Drava. La località è menzionata nel 1164 con il nome di Marchburg; la fortezza, sede dei feudatari conti di Bamberg, accoglieva la popolazione in fuga durante le incursioni degli ungari e questo determinò l’afflusso di artigiani e mercanti che favorirono lo sviluppo del centro, divenuto borgo commerciale nel 1209 e città nel 1250, quando venne innalzato un giro di mura. L’intensa vita economica favorita dai traffici lungo il fiume promosse l’insediamento di genti di origine diversa, tra cui, nel 1277, una comunità ebraica che operava nel settore finanziario e che qui rimase fino ai primi del Cinquecento, quando gli ebrei furono banditi dalla Stiria. Alla fine del XV secolo, per resistere alle invasioni turche, attorno alla città fu eretto un nuovo giro di mura, con bastioni per i cannoni, e, all’interno, la cittadella. Nel secolo successivo, durante la signoria dei conti di Khisl, il centro acquistò un volto moderno con ampie vie e piazze; lungo Gosposka ulica (via dei Signori) sorsero palazzi sontuosi e molte chiese furono restaurate o ampliate grazie all’intervento di architetti e pittori provenienti dall’Italia e dall’Austria. L’incremento della popolazione favorì la nascita di nuovi quartieri fuori le mura e lungo la riva destra del fiume. Nel XIX secolo vennero abbattute le mura e alcune strutture della cittadella. Maribor assunse sempre più ruolo di cerniera tra il mondo germanico e quello balcanico grazie alla navigabilità della Drava e alla percorribilità delle strade, a cui si affiancò la ferrovia, determinante per la crescita della città.