La chiesa, concattedrale di Mantova, è uno dei capolavori dell’architettura rinascimentale italiana. Fu realizzata a partire dal 1472 su disegno di Leon Battista Alberti, morto proprio in quell’anno, sul sito di un edificio religioso medievale. Nel corso di un ventennio Luca Fancelli portò a compimento la facciata e la parte della chiesa antistante al transetto che, assieme al presbiterio, all’abside e alla cripta, fu terminato in seguito, in due riprese, tra il 1597 e il 1600 e tra il 1697 e il 1710. Solo nel 1732-65 si costruì la cupola, su disegno di Filippo Juvarra. Il campanile gotico (1413) sulla sinistra della facciata, con grandi trifore e cuspide slanciata, è quanto resta dell’originaria chiesa medievale. La facciata, ispirata ai modelli classici dell’arco trionfale a tre fornici, si apre in una maestosa arcata sormontata da un timpano su cui poggia un arcone in muratura, che richiama la volta a botte dell’interno. L’entrata è preceduta da un vestibolo con volte a cassettoni, al centro del quale è un portale marmoreo a fini rilievi degli inizi del ’500. L’interno, grandioso, di solenne classicità e mirabili proporzioni, è a croce latina, con una sola navata coperta da volta a botte lungo la quale, ai due lati, tre cappelle monumentali voltate a botte si alternano ad altre più piccole con volta emisferica. Contrasta con la penombra della navata il luminoso transetto, su cui scende luce dalla slanciata cupola (80 m di altezza). Sotto l’ottagono all’incrocio dei bracci si trova la cripta, cui si scende per una delle quattro scale ricavate nei pilastri che reggono la cupola: realizzata su disegno di Antonio Maria Viani nel 1595, è a croce greca e conserva l’arca con la reliquia del Preziosissimo Sangue, secondo la tradizione portata a Mantova dal legionario Longino. Lungo la navata, nella prima cappella sinistra si trova la tomba di Andrea Mantegna, sepoltovi nel 1506: il busto bronzeo che lo raffigura, sulla sinistra, è forse sua opera; di fronte, Sacra famiglia con i Ss. Elisabetta, Giovanni e Zaccaria e Battesimo di Cristo, opere rispettivamente di discepoli del Mantegna e del figlio Francesco; ai figli e ai discepoli del maestro è attribuibile anche la decorazione affrescata, mentre gli Evangelisti nei pennacchi della volta potrebbero essere del giovane Correggio. La seconda cappella a sinistra ha una pala (Madonna col Bambino e santi) di Lorenzo Costa il Vecchio. Nel transetto sinistro, nella cappella sinistra si trova il mirabile mausoleo Strozzi (1529, recentemente attribuito a Giulio Romano), composto da cariatidi che reggono un architrave sul quale posa la bara.