È la più araba delle città europee, non fosse altro che per i 781 anni di dominio musulmano che hanno lasciato tracce indelebili nel suo tessuto urbano e per i molti “mori” che tuttora la abitano. Di impronta ancora fortemente araba, l’Albaicín, dove si stabilirono i musulmani dopo la Reconquista, è il più bel quartiere di Granada, una indimenticabile miscela dei tanti volti della Spagna di ieri e di oggi.
Massimo capolavoro dell’architettura moresca, costruito su un colle, l’Alhambra è il grandioso “Castello rosso” dei sovrani arabi. Si tratta dell’unico complesso medievale musulmano giunto intatto fino a noi, costituito da diversi ambienti, tra cui l’Alcázar, splendida residenza dei sovrani mori di Granada, il Generalife, palazzo delle delizie, e l’Alcazaba, fortezza da cui si gode di una splendida vista su tutta la cittadella fortificata. Portali, patii interni, fontane, torri e finestre sono intarsiati con una delicatezza che lascia qualsiasi occidentale a bocca aperta.
Ai piedi delle alture su cui sorgono l’Albaicín e l’Alhambra si stende la Granada moderna, nella quale spiccano la Cattedrale e il pantheon dei re cattolici.
Animata tutto l’anno da una consistente popolazione studentesca che tira tardi negli economici bar di tapas, Granada ha un calendario di eventi festivi degno di ogni località spagnola che si rispetti. Tra gli appuntamenti clou il Festival internacional de Teatro, che in maggio trasforma la città in un laboratorio di teatro sperimentale, il Festival internacional de Música y Danza, tra giugno e luglio, in parte ospitato nella magica scenografia moresca dell’Alhambra e tante “fiestas” con meno pretese ma a elevato tasso di divertimento.