Formazioni rocciose dai mille aspetti, erose dal vento, dall'acqua e dalla sabbia, allungate verso il cielo o arcuate come ponti sul deserto. Ciottoli, roccioni, sabbia, dune come esseri viventi che si muovono sotto i piedi e cambiano sotto gli occhi. È questo il cuore del Sahara, che qui si eleva con i due rilievi di Tadrart-Akakus (probabile prosecuzione di due massicci algerini), che si sviluppano per una lunghezza di quasi 150 km e una larghezza massima di 45, nella zona a sud-est di Ghat, antica cittadina tuareg. Si attraversa lo scenografico arco naturale di Fozzigiaren, maestoso ponte di pietra alto 150 metri, per entrare nel parco archeologico dell'Akakus. Oltre all'interesse ambientale, gli artisti preistorici hanno fatto del sito un incredibile museo all'aperto, tra graffiti e pitture rupestri che si scoprono scendendo dai fuoristrada, arrampicandosi sugli speroni rocciosi e scendendo nei letti degli “uadi” ormai prosciugati. Si raggiungono lo uadi Tanshal con le sue scene di caccia e lo uadi Tashwinat, dove è un'impressionante concentrazione di graffiti e pitture di diversi periodi, tra giraffe, elefanti, scene pastorali e nuziali. In alternativa ci si dirige verso i pilastri di pietra di Tin Ghalega, le figure femminili di Uan Muhuggiag o i pinnacoli di roccia nera dell'Awiss. L'area va visitata con guide esperte del territorio che, oltre a risolvere gli aspetti burocratici, potranno studiare un percorso (minimo tre giorni) che soddisfi le richieste dei visitatori.