Capitale provvisoria della Repubblica federale tedesca nel 1949, quando era imperativo che la Germania tenesse un profilo defilato sul palcoscenico internazionale evitando una capitale di alto profilo, il trasferimento della sede del potere a Berlino nel 1990 non ha granché modificato la città e la vita dei suoi abitanti. Non sembra che abbiano sentito nostalgia della fredda anima istituzionale di quella che dopotutto è una cittadina a misura d’uomo, splendidamente distesa lungo il Reno, o dei burocrati che percorrevano il centro cittadino.
Ma il pericolo si trasformasse in una città di serie B era infondato, perché Bonn seppe reinventarsi, dotandosi di una nuova immagine e puntando moltissimo sull’arte e sulla cultura. Oggi le sue strade e il lungo-Reno non sono più percorse da funzionari impomatati, ma da una popolazione studentesca che rappresenta oltre un decimo di quella totale e anima l’abitato di giorno e di sera. Lo status di centro culturale è anche dato dalle numerose istituzioni museali che si incontrano lungo il Museumsmeile (il “miglio dei musei”), voluto negli anni Ottanta per dare lustro alla capitale, ironicamente inaugurato quando Bonn perse il rango di capitale a favore di Berlino. Al grande Beethoven (1770-1827), che qui è nato, è dedicata la Beethovenhaus che ospita una raccolta dei suoi cimeli e una postazione multimediale dove ascoltare le sue composizioni, e la Beethovenhalle, sede di un Festival internazionale a lui dedicato.