Il più delle volte l'impatto con la capitale greca disorienta. Carichi di ricordi scolastici, ci si aspetta una città dal volto antico, che emani storia da ogni strada e da ogni angolo, una città perfetta per il turista, densa di monumenti e di opere d'arte, in cui non si ha tempo di posare la macchina fotografica.
Ci si trova invece al cospetto di una metropoli del Novecento, in tutto e per tutto. Caotica, con un tessuto urbanistico di dubbia qualità: un immenso agglomerato di case e palazzi anonimi, frutto dell'urbanizzazione che si è riversata nella capitale greca dopo la seconda guerra mondiale. Un centro affollato e moderno, che stringe d'assedio la collina su cui si trovano i monumenti dell'Acropoli, i resti di quell'Atene culla della civiltà che si è studiata a scuola.
Eppure, accanto a quest'immagine, si avverte la sensazione che qualcosa si stia muovendo e che gli ateniesi e il governo urbano stiano maturando consapevolezza della grandiosità della città che hanno sotto i piedi. Come se un intero paese avesse deciso che la sua capitale merita una considerazione del tutto nuova. E non solo perché Atene è il “biglietto da visita” dell'intera Grecia, ma anche perché la qualità e la serenità della vita, per molti decenni, in questa città sono stati argomenti bistrattati.
Una cosa è certa: non si può sperare di “capire” Atene in un paio di giorni. E dunque, dopo le imperdibili tappe all'Acropoli e a qualche museo, la città va scoperta un poco per volta, lungo i percorsi meno battuti e negli angoli fuori mano, lasciandosi conquistare dai ritmi rallentati di chi conosce il peso e il fascino di una storia millenaria. Solo così Atene svelerà i suoi lati migliori, fra strade in cui si respira aria d'Oriente e le pietre dei templi che si colorano d'oro alla luce del tramonto.