“Città bianca” è il nome con cui è conosciuta la dinamica capitale della Giordania, che accoglie circa 2 milioni di abitanti (un terzo della popolazione del regno). Città di origini remotissime, abitata durante il Paleolitico e nata come centro urbano intorno al 2000 a.C., il suo volto antico si intreccia con quello moderno, in bilico tra salde radici e i ritmi delle più grandi metropoli mondiali. Lo stesso equilibrio che Amman e la Giordania intera cercano di mantenere, dai tempi del trisnonno dell'attuale re Abdullah, tra gli interessi del mondo arabo e quelli dell'Occidente.
Amman ha due anime. Quella tradizionale, attorno al vecchio nucleo sorto ai piedi della Cittadella (gebel al-Qalah) e quella moderna, fatta di parchi, ristoranti alla moda, alberghi di lusso e ville hollywoodiane. I centri commerciali, i quartieri residenziali e gli spazi culturali dell'espansione recente, così come gran parte delle residenze, sono costruiti in pietra candida. E si spiega così perché Amman venga soprannominata la “città bianca”, un nome che rivela l'idea di ordine e di pulizia che si trova anche negli strettissimi vicoli del centro storico, in cui si aprono le botteghe dei suq.
Uno sguardo dall'alto della Cittadella, su cui sorgeva la biblica “Rabbath Ammon”, rivela una città bassa che è più simile a un presepe che a una capitale, fatta di abitazioni abbarbicate sui colli che sembrano sovrapporsi l'un l'altra e non lasciare spazio alle strade sottostanti. È questo l'antico centro della Philadelphia romana, dove si trovano uno splendido teatro tuttora in uso, un odeon, un ninfeo e la grande moschea al-Hussein, intorno alla quale sono il pittoresco suq dell'oro, cortili e vicoletti nei quali si coglie la vera anima araba di Amman. D'obbligo lasciarsi cullare dai ritmi rilassati di Amman, magari prendendo esempio da chi, fuori dalla frenesia della City delle banche e delle ambasciate, sceglie di trascorrere le ore più calde della giornata a sorseggiare del buon tè alla menta in qualche minuscolo locale del centro.