Il Touring Club Italiano si prende cura dell’Italia come bene comune perché sia più conosciuta, attrattiva, competitiva e accogliente, contribuendo a produrre conoscenza, a tutelare e valorizzare il paesaggio, il patrimonio artistico e culturale e le eccellenze economico-produttive dei territori, attraverso il volontariato diffuso e una pratica del viaggio etica, responsabile e sostenibile.

Da club ciclistico a protagonista del terzo settore

Il Touring Club Italiano nasce per far conoscere agli italiani le diversità naturali, ambientali, paesaggistiche e artistiche del nostro Paese: i fondatori, infatti, consideravano il turismo allora nascente come un “valore” in grado di favorire l’integrazione sociale e culturale fra gli abitanti dell’Italia. Touring Club ha fatto propri valori morali unici e distintivi in grado di orientare nuove forme di turismo e di comportamento, largamente condivise nel panorama europeo, che ruotano attorno al concetto di turismo “personale, sostenibile, responsabile e accessibile”.

Obiettivi ambiziosi, una forte tensione ideale e un sano pragmatismo hanno permesso al Touring Club Italiano, nel corso di oltre un secolo, di operare e di rinnovare ciclicamente la propria “natura”. Tutto questo ha inciso sulla funzione svolta all’interno della società italiana e sulle attività che nel tempo il Touring ha portato avanti: da club ciclistico, nella fase di avvio, a vera e propria istituzione, con funzioni di supplenza rispetto allo Stato a metà Novecento, fino a diventare protagonista, in tempi più recenti, del Terzo Settore.

Le tre funzioni del Touring

Oggi, Touring Club Italiano focalizza le sue attività come istituzione che si prende cura del Paese ricoprendo tre funzioni specifiche.

1) Touring Club Italiano costituisce un civil servant. Ciò significa che ha messo l’accento – a fronte di un’identità ibrida in cui operano professionisti e volontari – sul suo essere un servitore civile nei confronti del Paese. Attivo nel Terzo Settore, con l’obiettivo di generare consapevolezza e orgoglio e di far crescere il senso civico e la coscienza sociale, TCI vuole “educare” gli italiani alla bellezza, al rispetto del bene comune e all’impegno nel prendersi cura delle ricchezze del Paese. In questo senso, la sua funzione si è evoluta nel tempo, fino ad acquisire una forte connotazione social, rispetto a una mutual: gli iscritti mantengono una centralità fondamentale perché sono interpretati come una comunità che si prende cura delle diverse qualità dell’Italia, facendosi forte delle “prossimità territoriali”.

2) Touring Club Italiano rappresenta un’autorità morale: un soggetto privato, indipendente ma non neutrale, che agisce nella società italiana,
all’interno della quale prende posizione. In questo ruolo mette al primo posto l’interesse del Paese, dei suoi cittadini e del contesto ambientale e territoriale, non proponendosi come attore esclusivamente circoscritto all’universo del turismo.

3) Touring Club Italiano si configura come produttore di conoscenza. L’articolazione territoriale del Touring Club rappresenta un elemento costitutivo per la sua storica funzione di divulgazione, ma anche per un nuovo ruolo di facilitatore e mediatore delle istanze che provengono dai territori. Questi ultimi, infatti, sono un riferimento obbligato per chi opera nella produzione di beni e servizi turistici: i territori sono spazi comuni con cui il turismo si esprime, alimentando una relazione virtuosa tra tutti gli asset che lo caratterizzano come la sostenibilità, la formazione, la distintività e la qualità dell’offerta, la promozione.