La basilica, iniziata in epoca longobarda e ricostruita nel XII secolo, è un'opera mirabile voluta dall’abate Desiderio, l’unica ancora presente dopo la distruzione della contemporanea Basilica di Montecassino costruita dallo stesso abate. Di gusto orientale nella sua architettura, ospita una serie unica di affreschi, realizzati da maestri locali, che descrivevano anche a chi non sapeva leggere i momenti fondamentali dell’Antico e del Nuovo Testamento. Bellissimi anche colonne e capitelli, tutti diversi e frutto di reimpiego dei materiali del tempio romano che sorgeva nella zona.
La Basilica di Sant'Angelo in Formis oggi - foto P. Pelagalli
La controfacciata con il Giudizio Universale - foto P. Pelagalli
Dopo un lungo periodo di chiusura per i lavori di restauro delle strutture portanti della chiesa e dei preziosi affreschi, il monumento è stato riaperto, ma poco dopo si sono verificati crolli rovinosi di alcuni tratti delle mura che circondano tutta l’area archeologica, comprendente l’antico tempio di Diana Tifatina.
Per molto tempo a ridosso delle antiche mura sono infatti stati costruiti case e caseggiati di fortuna e abusivi, poi abbandonati. A causa dell’abbandono, della crescita di vegetazione spontanea e della penetrazione delle acque piovane si sono verificati cedimenti e crolli. E’ stato chiuso al pubblico anche il prezioso Arco di Diana e vietato il semplice passaggio pedonale nella zona.
Inoltre, è stato riscontrato un largo foro nella parte bassa del muro antico dove questo circonda la zona absidale della Basilica, per cui l’acqua penetra agevolmente nelle fondamenta, che sono poi le stesse del tempio di Diana. I fatti si sommano alla pericolosità determinata dalle costruzioni sulla parte collinare retrostante la Basilica, occupata da fabbricati abusivi e in forte rovina.
Attorno alla basilica: edificio abbandonato che aveva inglobato il muro romano - foto P. Pelagalli
- Nel file allegato, in pdf, le sottoscrizioni all'appello al 23 ottobre 2018, cui si aggiungono le sottoscrizioni degli studenti della Scuola di Medicina dell'Università della Campania Luigi Vanvitelli.
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