Che cosa successe la sera dell'8 novembre 1894, quando fu fondato il Touring Club Ciclistico Italiano?

Lo possiamo ricostruire dalle cronache dell'epoca e soprattutto dal volume "I sessant'anni del Touring Club Italiano", pubblicato nel 1954 a cura di Giuseppe Vota.

Così si legge su quel volume, in cui si comprende anche la scelta della parola Touring:

Un gruppo di ferventi velocipedisti milanesi, su invito del Consiglio Direttivo della «Milano Società Velocipedistica», si radunò a Milano la sera dell'8 novembre 1894, nel salone a pianterreno dell'Albergo degli Angioli, che sorgeva all'angolo di via S. Margherita con via S. Protaso, a due passi dalla piazza del Duomo, per «concretare il progetto della fondazione di un Touring Club Italiano».

Fra i 57 convenuti c'erano i più zelanti fautori di un sodalizio fra «ciclisti viaggiatori» che promovesse lo sviluppo del turismo o, come allora appunto si diceva, del «touring»: membri del Consiglio della «Milano Società Velocipedistica», delle Società ginnastiche «Forza e Coraggio» e «Pro Patria», del «Veloce Club» e semplici ciclisti. Purtroppo non ci è stato tramandato l'elenco completo dei presenti alla riunione. (...)

Federico Johnson, Presidente del Veloce Club Milano, cioè di una delle maggiori società velocipedistiche d'Italia, si era mostrato riluttante a rispondere all'invito, ma si lasciò convincere da L. V. Bertarelli, che vedeva quanto avrebbe giovato alla buona causa l'adesione di una personalità tanto autorevole nel mondo sportivo milanese, e al suo ingresso fu acclamato Presidente dell'Assemblea.

Federico Johnson divenne dopo un mese il primo presidente del Touring Club Ciclistico Italiano; Luigi Vittorio Bertarelli lo divenne più avanti e per trent'anni fu il punto di riferimento indiscusso dell'associazione. Quella sera un certo Magnasco propose anche, precorrendo i tempi, di chiamare il sodalizio semplicemente Touring Club Italiano, ma la proposta fu rigettata: ai tempi si viaggiava soltanto in velocipede e il Club doveva proprio servire a difendere e promuovere gli interessi dei ciclisti viaggiatori e del neonato turismo.

"Cos'è il T.C.C.I.?". A questa domanda, posta all'inizio del suo primo numero (gennaio 1895), la Rivista Mensile del Touring Club Ciclistico Italiano dava questa risposta:

Voi, velocipedisti, che avete veduto nella vostra macchina non soltanto un elemento di sport, ma ne avete fatto il vostro mezzo di trasporto preferito, avete dovuto tutti notare quante difficoltà ancora si oppongono a un uso più generale della bicicletta.

Dal modo in cui le strade sono tenute a quello in cui le ferrovie vi trattano, dalla mancanza di guide e di carte apposite, che vi facilitino i viaggi, alla ciclofobia che domina nei municipi e nei tribunali, avrete constatato che l'assenza di un'organizzazione rende i viaggi spesso difficili e presenta inconvenienti gravissimi.

È a questa organizzazione che il Touring Club Ciclistico Italiano ha voluto provvedere; le sue intenzioni, i mezzi per attuarle sono raccolti in cento articoli di uno Statuto, che non ha nulla da invidiare a quello delle consimili associazioni estere, cui arride tanta fortuna.

Tessera TCCI 1895
Tessera TCCI del signor Gino Locatelli, 1895

E lo Statuto, all'art, 2, così enunciava gli scopi del Sodalizio:

"Il T.CC.I. ha per iscopo l'incremento e lo sviluppo del velocipedismo nelle seguenti manifestazioni:

  • a) incoraggiare, proteggere e facilitare l'uso del velocipede sulle pubbliche strade;
  • b) procurare assistenza legale a tutti i suoi Soci nella rivendicazione dei loro diritti per e la circolazione sugli stradali del Regno;
  • c) assicurare con ogni sforzo e con tutta la potenza dei suoi mezzi la sicurezza pei suoi Soci durante i loro viaggi, gite, passeggiate;
  • d) raccogliere e fornire rutte le informazioni necessarie per tracciare degli itinerari di viaggi ciclistici;
  • e) ottenere speciali facilitazioni e tariffe uniche ridottissime negli alberghi più raccomandabili, nonchè presso i meccanici, fabbri riparatori di macchine ed affini, in tutte le città e principali borgate del Regno;
  • f) trattare con le Società ferroviarie e di navigazione, onde ottenere le maggiori possibili facilitazioni sui prezzi e le maggiori sicurezze nel trasporto dei cicli; presso le autorità doganali estere per la franchigia delle tariffe di deposito dei velocipedi all'uscita dal Regno; presso le competenti autorità per la migliore manutenzione delle strade e per un sentiero per i ciclisti;
  • g) collocare speciali indicatori ai crocivii delle strade nazionali;
    h) fornire al suoi membri le guide stradali per la sicura circolazione sulle pubbliche strade d'Italia, corredando dette guide di tutte le indicazioni per assicurare al suoi Soci il maggiore "comfort";
  • i) pubblicare mensimente una rivista, organo ufficiale per tutti gli atti dell'Associazione, contenente tutte le modificazioni e aggiunte che si verificheranno nelle guide stradali per quanto riguarda meccanici, alberghi, assistenze mediche, ecc.
  • l) stabilire in tutte le città e principali località del Regno dei rappresentanti scelti fra i suoi Soci, al quali è dato incarico di fornire al Soci del T.C.C.I, tutte le informazioni e l'assistenza che loro sarà bisognevole durante il loro passaggio o permanenza nelle singole località;
  • m) stabilire del rapporti con tutte le consimili associazioni estere per la reciprocanza di e trattamento, riduzioni, facilitazioni, scambio di guide, ecc, di cui i loro Soci godono e sono forniti nel singoli stati".
"Il Touring è costituito", annuncia La Bicicletta - giornale popolare di sport, l'11 novembre 1894
"Il Touring è costituito", annuncia La Bicicletta - giornale popolare di sport, l'11 novembre 1894

Sono tutti temi che segnarono la vita dei primi anni del neonato Club: la produzione di materiale utile ai ciclisti per esplorare il Paese, come profili altimetrici, mappe, poi guide e atlanti, cartelli indicatori; lo sviluppo di un'assistenza dedicata ai cicloturisti; la creazione di una comunità di rappresentanti che desse vigore all'esplorazione e alla conoscenza del territorio del Regno; la condivisione di esperienze con i tanti altri Touring Club nati in Europa, per esempio in Francia, Germania, Belgio, Svizzera, Austria, Olanda.

Nel 1899, dopo cinque anni di attività, da 57 i soci erano diventati 16.570. Un anno dopo il Touring perse una delle sue C e, complice l'avvento dell'automobile, divenne Touring Club Italiano. Negli anni seguenti si ebbe una rapidissima crescita associativa e l'impegno pionieristico del Touring portò a innumerevoli altri progetti e attività.