Le due nuove Bandiere arancioni nascono dalla prima edizione di "Bandiere arancioni in Calabria", iniziativa di successo sviluppata in partnership con Regione Calabria che si è posta l’obiettivo di orientare e incentivare lo sviluppo sostenibile del territorio coniugando attività turistiche, attenzione all’ambiente e valorizzazione delle tipicità locali. Ricordiamo che la Bandiera arancione è attribuita dal Touring Club Italiano a tutti quei borghi dell'entroterra con meno di 15mila abitanti che superano una severa selezione rispondendo a parametri di accoglienza, servizi per il turista, ospitalità, rispetto dell'ambiente, tutela del territorio e così via; e che con il supporto del Touring tutti i Comuni che si candidano alla Bandiera arancione intraprendono un percorso di miglioramento per migliorare la loro offerta e la loro accoglienza. Complimenti ai due Comuni!
Poi, quando ci si avvicina, si scopre una bella città fortificata, arroccata su uno spedone di arenaria che domina la valle del fiume Ferro e costruita per difendersi dalle incursioni saracene: di quei tempi resta l’imponente castello del XV secolo, con mastio quadrato e torrette angolari cilindriche di epoca aragonese, unico resto delle poderose strutture difensive che un tempo proteggevano il paese. Bisogna partire da qui per la visita, anche perché al suo interno il castello ospita un museo con aule interattive, didattiche e multimediali e una sala conferenze.
Il giro del paese - dove non ci si perde, grazie anche a una precisa segnaletica - continua con la chiesa di S. Giorgio martire, di origine normanna, che conserva un portale quattrocentesco sormontato da un bassorilievo e un fastoso altare ligneo barocco con tabernacolo in madreperla; e con Palazzo Giannettasio, del 1700, sede della casa delle culture e del Museo della civiltà contadina. Il centro storico è tipico, omogeneo e raccolto, uno dei motivi che hanno consentito al borgo di conquistare la Bandiera arancione. Dopo la passeggiata, niente di meglio che rifocillarsi in uno dei tanti ristoranti, anch'essi ben segnalati, e gustare la cucina locale, che trae la sua essenza dalla tradizione popolare e dalla società contadina: ad attendere i visitatori sono gli gnocchi detti rashkatìll, i fusilli cavi detti firzùw e le fettuccine di varia larghezza dette uaganèll' e tagliuuin'.
Ma le attrattive di Taverna - tutte ben segnalate - non finiscono qui: a completare il percorso di visita sono il Museo d’arte contemporanea all’aperto e le Vie delle Poesia, con opere di vari artisti installate lungo le vie del paese e testi poetici d’importanti autori del ‘900 incisi su terra cotta ingobbiata e dislocati lungo il paese. E poi, i dintorni: perché Taverna sorge ai piedi della Sila Piccola, nel parco nazionale della Sila, un territorio bellissimo ricoperto di boschi, costellato di laghi e ancora poco conosciuto fuori dai confini della Calabria. In località Monaco, nei pressi di Villaggio Mancuso, da non perdere il centro visita “Antonio Garcea”, complesso polifunzionale con musei, aree e laboratori didattici, sala convegni, punto di partenza per numerose escursioni e passeggiate, anche per non vedenti, per mezzo di espositori con la traduzione Braille.
Taverna ha ricevuto la Bandiera arancione per tutti questi motivi, ma anche per una sapiente promozione e valorizzazione dei suoi attrattori. Non mancano strutture, negozi di prodotti tipici (come la patata silana) e un calendario di eventi per tutto il corso dell'anno.
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