Touring Club Italiano vi accompagna alla scoperta della figura di Leonardo da Vinci e dei suoi legami con la realtà milanese. È l'obiettivo di un ciclo di webinar - approfondimenti in streaming - a cura di Marco Versiero, dottore di ricerca in Filosofia politica (2009) e in Letteratura italiana moderna (2014), grande esperto di Leonardo da Vinci (molte le collaborazioni a esposizioni e mostre dedicate al Maestro, oltre alla curatela dei cataloghi di due delle ventiquattro mostre sul Codice Atlantico alla Biblioteca Ambrosiana di Milano e al contributo al catalogo della mostra "Leonardo da Vinci, 1452-1519: il disegno del mondo" a Palazzo Reale nel 2015).
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IL PROGRAMMA
Quando Leonardo da Vinci giunse a Milano da Firenze nel 1482, il suo destino si legò indissolubilmente alla storia della città. Rimasto per quasi vent'anni al servizio degli Sforza, sino al crollo del loro ducato per l'invasione francese della fine del 1499, Leonardo diede fondamentale impulso nei suoi anni milanesi non solo alla carriera di artista e di tecnico ma anche alla sua stessa maturazione intellettuale. I quattro itinerari proposti in questo ciclo seguiranno idealmente le sorti di questo importante connubio, attraverso le preziose testimonianze dell'operato di Leonardo rimaste a Milano.
I primi anni milanesi: l'arte militare, il Monumento Sforza, la Vergine delle Rocce.
Assecondando la sottile regia diplomatica di Lorenzo de' Medici, Leonardo si portò a Milano in un non precisato momento dell'anno 1482. Dichiarandosi valente esperto di tecniche militari nella minuta di una celebre lettera di presentazione indirizzata al signore di Milano Ludovico il Moro, Leonardo si propose si da subito alla sua attenzione anche come l'artefice in grado di compiere un grandioso monumento equestre alla memoria del padre. La prima commissione, tuttavia, gli giunse solo il 25 aprile 1483 dall'ordine religioso di San Francesco Grande per una pala d'altare, la cosiddetta Vergine delle rocce oggi nota in due versioni.
Natura e architettura: il tiburio del duomo, la "città ideale", la Sala delle Asse.
Negli anni centrali del suo soggiorno sforzesco, Leonardo si impegnò al pari di altri rinomati colleghi nella dibattuta questione dell'edificazione del tiburio del duomo: gli studi che ne restano (in pagine del Codice Trivulziano custodito al Castello Sforzesco o in fogli del Codice Atlantico della Biblioteca Ambrosiana) testimoniano una reciproca corrispondenza con la contemporanea indagine intrapresa sul corpo umano, amplificata poi nei progetti per il riassetto urbanistico di Milano. Una stupefacente fusione illusionistica di architettura e natura è figurata anche nell'incompiuta ornamentazione pittorica della Sala delle Asse in Castello.
L'uomo di corte: ritratti di dame, spettacoli e allegorie politiche per gli Sforza.
Entrato nelle grazie del Moro, Leonardo non solo eseguì i ritratti delle sue favorite (Cecilia Gallerani e Lucrezia Crivelli) ma, mettendo a frutto i propri molteplici e versatili talenti, si distinse presto sulla ribalta milanese anche come ingegnoso apparatore di spettacoli, intesi a glorificare la dinastia degli Sforza. Con lo stesso intento, l'artista concepì complesse allegorie ricorrendo ai simboli cari all'immaginario sforzesco, attraverso le quali è possibile seguire gli eventi salienti della politica ducale sino al 1499.
Il lascito di Leonardo a Milano: il Cenacolo, la "Vigna", le "chiuse" di San Marco.
La fama di Leonardo pittore è consacrata dalla commissione ducale del Cenacolo per il refettorio domenicano di Santa Maria delle Grazie: la grandiosa pittura murale risultava completata il 9 febbraio 1498, come testimoniato dal matematico Luca Pacioli. Nonostante le sue plurisecolari vicissitudini, essa è miracolosamente sopravvissuta ed è la principale eredità del maestro in città. Altri due luoghi milanesi che rievocano la sua presenza sono la vigna ripristinata nel luogo corrispondente al lotto di terra donatogli dal Moro nel 1498 e le "chiuse" ovvero i portelli per la "conca" del naviglio al Ponte delle Gabelle (San Marco).